La rassegna mette in relazione il cinema sperimentale di vari paesi europei e quello americano, nel periodo che va dalle cosiddette Avanguardie Storiche fino ai primi anni '60 ed alla nascita del cinema underground.
a cura di Mario Franco
“C’è un modo di andare al cinema come altri vanno in chiesa e io
penso che, da un certo punto di vista, davvero indipendente da ciò
che vi si dà, è là che si celebra il solo mistero assolutamente
moderno”.
André Breton
Il successo della rassegna /Serate Futuriste Cinema & Musica/, appena
conclusa presso il Museo Nitsch, dimostra che esiste ancora interesse
ed attenzione per il Cinema delle Avanguardie. La Fondazione Morra
continua le proiezioni del Giovedì mettendo a confronto il cinema
sperimentale di vari paesi europei e quello americano, nel periodo che
va dalle cosiddette “Avanguardie storiche” fino ai primi anni
’60 ed alla nascita del cinema underground.
L’avanguardia rigetta e critica il cinema di intrattenimento ed il
suo modo di produzione industriale; la sua ricerca determina
significati invece che fiction film commerciali ed è orientata da un
linguaggio non compromesso dal regime. La maggior parte dei
film/video-makers enfatizzano la visione più che il testo ed il
dialogo e sfuggono le rigide classificazioni; alla fine le differenti
nomenclature - avanguardia, underground, sperimentale, indipendente -
condividono lo stesso senso di estraneità, libertà ed indipendenza.
Gli anni 1920 rappresentano un periodo di grande creatività del XX
secolo ed un indiscutibile modello di avanguardismo. Una miriade di
movimenti artistici - Dada, Surrealismo, Costruttivismo,
Espressionismo, Cubismo, Futurismo, Astrattismo co-esistono nello
stesso periodo e molti artisti fluttuano da un campo all’altro;
inoltre le differenti modalità di espressione - danza, musica,
pittura, poesia, scultura, cinema - caratterizzano la fertilizzazione
incrociata nelle forme artistiche.
La prima serata compara i films francesi Anémic Cinéma di Marcel
Duchamp e La glace à trois faces di Jean Epstein e quelli americani
Autumn Fire di Hermann G. Weinberg, H2 di Ralf Steiner e Lot in
Sodom di James Sibley Watson.
GIOVEDÍ 2 APRILE 2009 ore 20.00
FRANCIA: Marcel Duchamp - Anémic Cinéma, 1926 (b/n, 7 min.); Jean Epstein - La glace à trois faces, 1927 (b/n, 31 min.)
USA: Herman G. Weinberg - Autumn Fire, 1931 (b/n, 15 min.); Ralph Steiner - H2O, 1929 (b/n, 12 min.); James Sibley Watson - Lot in Sodom, 1933 (b/n, 27 min.)
Marcel Duchamp - Anémic Cinéma, 1926 (b/n, 7 min.)
Firmato dal suo alter ego Rrose Sélavy, il titolo del film è l’anagramma della parola cinéma. Il film consiste in una serie di giochi di parole in francese scritte a spirale che si alternano ai Rotoreliefs - dischi ottici rotanti; il film è privo di senso, in linea con le idee sovversive del Dadaismo.
Jean Epstein - La glace à trois faces, 1927 (b/n, 31 min.)
Jean Epstein spesso si riferisce allo sguardo fisso della cinepresa come ad un atto sensuale e persino erotico; la sua dipendenza per il primo piano, l’ossessione per l’oggetto, la padronanza del montaggio, della variazione di velocità di ripresa e la fiducia nelle abilità interpretative del pubblico sono tutte presenti in questo film.
Herman G. Weinberg - Autumn Fire, 1931 (b/n, 15 min.)
Questo poema filmico è un ritratto commovente di due giovani amanti divisi che si desiderano vicendevolmente. La donna è in campagna, l’uomo a New York ed il film oscilla fra questi due luoghi. Ognuno dei due cammina in solitudine, mentre la cinepresa cattura splendidamente la bellezza e l’isolamento della campagna come della città.
Ralph Steiner - H2O, 1929 (b/n, 12 min.)
H2O è uno studio di riverberi luminosi sull’acqua. “…Ho cercato di vedere come e quanti materiali interessanti potevo ottenere impegnandomi a guardare l’acqua in un modo nuovo, piuttosto che fare trucchi con la cinepresa”. Un semplice esperimento che mostra le possibilità della pellicola di rappresentare la semplicità della vita, qualcosa di ordinario quanto l’acqua, ma molto difficile da osservare con la sola percezione umana.
James Sibley Watson - Lot in Sodom, 1933 (b/n, 27 min.)
La storia biblica di Sodoma e Gomorra è qui raccontata come una danza scatenata e riempita di immagini erotiche omo/etero sessuali. Purtroppo il sovraccarico di simboli, l’uso delle sovrapposizioni e di elementi astratti non aiutano la narrazione.
Museo Hermann Nitsch
vico Lungo Pontecorvo, 29 - Napoli
Ore 20
Abbonamento 40 euro, singola setata 5 euro