Kunst Meran/o Arte
Merano (BZ)
via Cassa di Risparmio Portici, 163
0473 212643 FAX 0473 276147
WEB
Play Station
dal 23/4/2009 al 20/6/2009
mart-dom 11-19

Segnalato da

Kunst Meran/o Arte




 
calendario eventi  :: 




23/4/2009

Play Station

Kunst Meran/o Arte, Merano (BZ)

La mostra presenta una selezione di 9 artisti, che attraverso visioni diverse analizzano le tematiche proposte usando il linguaggio del gioco in modi assolutamente diversi, ma conservandone il principio. Una piccola parte della sezione e' presentata a pochi passi da Merano arte, presso la Galleria Erwin Seppi. A cura di Valerio Deho'.


comunicato stampa

a cura di Valerio Dehò

A partire dal prossimo 25 aprile, Merano arte ospiterà nelle sue sale espositive una mostra dedicata a arte, gioco e videogioco e alle dinamiche che da questi scaturiscono. La mostra curata da Valerio Dehò e realizzata in collaborazione con Treviso Ricerca Arte, che ospiterà la mostra il prossimo ottobre, presenta una selezione di nove artisti, che attraverso visioni diverse analizzano le tematiche proposte. Una piccola parte della sezione verrà presentata a pochi passi da Merano arte, presso la Galleria Erwin Seppi , sita in via Portici,75 a Merano.

Giocare è un’attività molto seria. Ma in questo non vi è alcuna contraddizione perché il gioco è alla base dell’apprendimento. I bambini, come i cuccioli degli animali, imparano a vivere, a difendersi e a collaborare, attraverso l’attività ludica. Questa è la prima esperienza possibile, la prima educazione alla vita. Tutto viene simulato, anche l’aggressività e la lotta per la sopravvivenza. Per questo saper giocare vuol dire aver raggiunto una maturità e consapevolezza nell’affrontare le esperienze della vita adulta.

Gli artisti che partecipano a questa mostra usano il linguaggio del gioco in modi assolutamente diversi, ma ne conservano il principio. Del resto i giochi sono molti diversi tra di loro e spesso è quasi impossibile trovare delle dirette affinità. I giochi di carte sono molto diversi da quelli con la palla e questi sono un’altra cosa rispetto ai giochi di ruolo. Il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, si è occupato a lungo di questi problemi e ha sottolineato come i giochi abbiamo delle somiglianze, possiedono un family feeling , a gruppi piuttosto possedere elementi universali. Non esiste una caratteristica comune e questa particolarità è condivisa con le opere d’arte che non possiedono tutte un comune denominatore che le differenzi e le caratterizzi come arte.

Riconosciamo i giochi e le opere d’arte per “somiglianze di famiglia”. La mostra indaga la pratica del gioco e non si sofferma sul giocattolo in sé. Dal mondo meccanico al mondo elettronico gli artisti hanno realizzato delle opere che spaziano dalla poesia alla follia di giochi naif in metallo riciclato come nel caso di Francesco Bocchini, alle simulazioni e gli spiazzamento di Marco di Giovanni o alle metafore scientifiche di Tomas Eller. Le opere di Chiara Lecca hanno qualcosa d’inquietante essendo dei giocattoli che portano in sé il mondo contadino e le ambiguità sessuali. Josef Rainer non solo crea un mondo lillipuziano ma realizza dei televisori colorati ma non rassicuranti. Enrico T. De Paris con i suoi “cromosomi” sempre più grandi e complessi mette insieme passato e futuro, giocattoli low cost e tecnologia digitale. Thomas Feuerstein con un progetto site specific rielabora un gioco sud tirolese invitando il pubblico alla partecipazione.

E anche l’interazione ha un ruolo particolare e necessario. I videogames sono molto simili all’arte interattiva e viene spontaneo chiedersi se il giocatore debba essere considerato un performer. Nei videogames c’è molto della performance artistica: innanzitutto chi gioca si trova immediatamente sbalzato in uno spazio estraneo, che appare come “altro da sé”, uno spazio della rappresentazione di cui virtualmente si entra a far parte dal momento in cui s’inizia a giocare. Il videogame di Antonio Riello parte dallo sbarco dei clandestini sulle coste pugliesi per creare una vera e propria guerra simulata. Così anche il giovane gruppo austriaco degli ZugZwangZukunft modificano dei videogames tradizionali, come il celebre ping pong, per adattare dei propri software con dei nuovi giochi di simulazione. La mostra PLAY ► STATION è quindi un’occasione per grandi e ragazzi non solo di affrontare la visione che hanno gli artisti del giocare, ma anche per divertirsi a scoprire una nuova esperienza del mondo .

Immagine: Francesco Bocchini

Inaugurazione venerdi 24 Aprile 2009 alle 19

Kunst Meran/o Arte
via Cassa di Risparmio Portici 163, Merano (BZ)
Da martedì a domenica 10-18
Ingresso: Intero € 4,50 - ridotto (Anziani, studenti, gruppi) € 3,00
Visite guidate € 2,00 (solo su prenotazione)
Visite guidate per studenti: € 1,50 (solo su prenotazione)

IN ARCHIVIO [70]
Alois Kuperion
dal 8/10/2015 al 9/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede