Spazio Gianni Testoni La 2000+45
Bologna
via d'Azeglio, 50
051 371272 FAX 051 4153252
WEB
Vuoto a rendere. Divergenze Urbane
dal 22/4/2009 al 29/5/2009
mart-gio 16-20, ven e sab 10.30-13 e 16-20

Segnalato da

Spazio Gianni Testoni La 2000+45




 
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22/4/2009

Vuoto a rendere. Divergenze Urbane

Spazio Gianni Testoni La 2000+45, Bologna

Gli artisti in mostra avvertono l'urgenza di scardinare la sensazione di vuoto, l'assenza di vento vitale, che domina nella quotidianita', che offre finte certezze e che si affida alla ripetitivita' e infallibilita' della macchina, a favore invece dell'incognita della creativita' umana. Opere di Alessandro Firmelli, Alessandro Giordani, Francesco Rotundo.


comunicato stampa

a cura di Alberto Mattia Martini

Giovedì 23 aprile dalle ore 20,30 presso la Galleria SPAZIO GIANNI TESTONI LA 2000+45 in Via D’Azeglio n. 50 a Bologna verrà inaugurata insieme agli artisti “VUOTO A RENDERE – Divergenze Urbane” a cura di Alberto Mattia Martini, esposizione di opere divergenti di: Alessandro Firmelli, Alessandro Giordani e Francesco Rotundo.

Con questa nuova mostra, la Galleria Spazio Gianni Testoni La 2000+45 prosegue nella ricerca e nell’analisi delle influenze nell’arte contemporanea della vita metropolitana condotta dagli artisti presentati e propone al proprio pubblico un interrogativo e un dialogo attraverso la presentazione del critico d’arte e curatore Alberto Mattia Martini:
“È veramente deprecabile la creatività che non rispecchia i cosiddetti canoni prestabiliti dalla stessa società? O meglio, da quella parte di società che vorrebbe dettare anche le regole delle modalità più consone alla rappresentazione, all’esplicazione fattiva e creativa e quindi di pensiero dell’uomo?

La risposta è troppo semplice e scontata, almeno per quella parte della società, che ancora crede negli ideali di libertà e democrazia.
Ecco che chi non vuole limitare la propria forma creativa, intesa anche come libero pensiero riflessivo, trova spunto da ciò che giornalmente vive o con ciò che quotidianamente si relaziona o interagisce: la città.

Mi riferisco a tutti quei mezzi di comunicazione, che ci trasportano fisicamente da un luogo ad un altro, ma anche a quelli che conducono e portano la nostra mente virtualmente in ogni angolo del pianeta. Non solo, ma mi riferisco anche ai continui e martellanti stimoli visivi, uditivi e fisici, che ci avvolgono giornalmente all’interno del territorio urbano: come non citare e pensare alla pubblicità, ai segnali stradali, all’infinita quantità di carta stampata, che riempie lo spazio visivo e ci viene offerta con insistenza. Mi riferisco anche a internet e naturalmente al video, alla “mamma televisione”, sempre più dittatoriale nelle sue proposte e quindi icona allegorica, che detta gusti, tendenze, arrivando a fare in modo che il singolo individuo ripeta nei gesti e nelle parole, come un pappagallino, come essa ci “consiglia” di vivere.

Tutto questo e tanto altro è ciò che giornalmente, chi abita la città, vive e su cui gli artisti di questa mostra riflettono, comprendendo che se tutto questo sopra citato accade, significa che non è solo una casualità, ma appunto, frutto di un disegno ben preciso, finalizzato a creare una società che si adegui a vivere in un’apparente calma piatta.

Gli artisti avvertono l’urgenza di scardinare questo vuoto, questa assenza di vento vitale, che domina nella quotidianità, che offre finte certezze e sicurezze, che si affida alla ripetitività e infallibilità della macchina, a favore invece dell’incognita della creatività umana. Come ho già più volte espresso, ritengo che attualmente lo spazio più idoneo nel quale possa avere luogo la creatività, ma anche la disarmonia, lo sbaglio, l’idea non necessariamente vincente o economicamente vantaggiosa, ma prima di tutto vitale, sia senza ombra di dubbio la città, utilizzata però non perseguendo esclusivamente logiche meramente economiche, ma come luogo dove trovano spazio appunto la creatività, le identità e le differenze, da quelle culturali a quelle sociali e religiose, tutte unite con la finalità della condivisione del luogo, dei valori di libertà e del divenire, in modo che sia la città stessa, chi la abita ad ottenerne il massimo del beneficio.

Ritengo pertanto altrettanto importante avere ben presente di quanto, anche se in apparente contraddizione, sia fondamentale un rapporto sano, di rispetto e di scambio continuo anche con la Natura; il tentativo di ricreare quella sintonia esistenziale che si sta perdendo tra il mondo umano e quello naturale e che possa risultare fondamentale dal punto di vista dello spunto creativo, ma soprattutto per non farci perdere la nostra vera e unica identità di essere umano.

Ovviamente e fortunatamente, le modalità espressive sono tante e differenti le une dalle altre, sia per i mezzi con i quali è possibile interagire, sia per i contenuti, che spaziano da una visione più realistica del quotidiano, di ciò che abbiamo detto avviene nel mondo che ci circonda, oppure, come avviene in questa mostra, con un occhio a volte drammatico, a volte ironico, ma prevalentemente immaginifico, prendendo spunto dalla realtà, per poi reinterpretarla e reinventarla sotto “irreali spoglie”. Un desiderio forse di evasione, allontanamento dal dramma che ci coinvolge direttamente o a migliaia di km di distanza, ma che comunque entra nelle menti quotidianamente. L’uomo nella sua storia ha sempre fatto riferimento a leggende, storie, favole e si è continuamente immaginato e creato la presenza di personaggi fantastici, divinità, a cui fare riferimento nei momenti di paura, di difficoltà, ma anche a cui rivolgersi per esternare o condividere la propria felicità. Soprattutto penso che queste presenze fantastiche, sotto forma di arte, siano il modo per poter almeno ambire, non dico come affermava Goethe all’interpretazione dei misteri dell’universo, ma perlomeno a comprendere se stessi e gli altri.”.

Inaugurazione giovedì 23 aprile 2009 dalle 20.30

Spazio Gianni Testoni La 2000+45
Via D' Azeglio, 50 - Bologna
Orari di Apertura: dal martedì al giovedì dalle 16 alle 20
venerdì e sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 20
domenica e lunedì chiuso
ingresso libero

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