Galleria San Fedele
Milano
piazza San Fedele, 4 (Auditorium via Hoepli, 3a)
02 86352233 FAX 02 86352236
WEB
Paolo Rigamonti
dal 10/4/2002 al 18/5/2002
02 86352410 FAX 02 8635236
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Segnalato da

Ornella




 
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10/4/2002

Paolo Rigamonti

Galleria San Fedele, Milano

La sua "secchezza", la precisione e insieme la profondita' dei toni delle sue opere, che rappresentano il pregio maggiore, sono il risultato di un'azione contraria al "trend" più accreditato oggi, volto alla superficie e all'influenza dell'immagine fluida dei media. (Paolo Campiglio)


comunicato stampa

Tra materia e spirito
Opere 1999 - 2001

APERTOsanfedele

mostra a cura di Paolo Campiglio

Nello studio di Paolo Rigamonti si potrebbe passare intere ore a computare i materiali, inventariare oggetti, analizzare pietre, incasellare piriti, giocare con magnesio, polveri chimiche, grassi animali, cere, come in un¹antica bottega di alchimista - stregone. Ma forse il giovane artista, ch e da anni vi lavora, immerso in una sorta di "aura sanza tempo tinta", sperimentando le combinazioni, gli accostamenti e le interazioni fra i diversi reagenti, ci fermerebbe al tavolo di laboratorio per mostrarci a luce fredda il risultato dei suoi ultimi elaborati.

Le opere di Rigamonti rappresentano una sorta di concentrato fantastico in cui la sedimentazione della materia, la lenta stratificazione operata su una base di carta, in minime dimensioni, rivelano un intervento graduale e sempre molto calibrato , nonostante il margine d¹incertezza dovuto alla casualità dei reagenti nel tempo. La sua "secchezza", la precisione e insieme la profondità dei toni delle sue opere, che rappresentano il pregio maggiore, sono il risultato di un'azione contraria al "trend" più accreditato oggi, volto alla superficie e all'influenza dell'immagine fluida dei media. In un mondo che dice troppo d i sé e in tale enfasi della parola si ripiega in se stesso, l'artista preferisce agire negli spazi vuoti.

Egli sembra condurci, invece, in profondità, pare immetterci nel gorgo della materia, secondo un'esigenza ch e lo accomuna (incredibilmente, visto la giovane età) alle esperienze che storicamente rimandano alla consolidata tradizione di pittura materica. Egl i ha ben presente quegli esiti, è consapevole della linea di demarcazione che lo separa ovviamente da quella generazione e pertanto avverte l'urgenza di una verifica "in vitro", di una analisi di laboratorio, di una sperimentazione della materia che il mondo nasconde e porta con sé, al fine di ricreare suggestioni, evocazioni.

In tale ritorno al primordio egli ha pensato a un "libro" costituito da una serie di carte, materiale da lui prediletto poiché solo sulla carta egli riesce ad intervenire debolmente ne l tempo fino a trasformare la superficie in una sorta di crosta terrestre. Tali "carte" disegnano una sorta di palingenesi, rivelano un percorso di purificazione che riguarda più lo spirito che la materia. Egli, cioè riesce a toccare le corde spirituali, connesse con la natura, quasi fossero tappe di una formazione interiore. In alcuni casi si nota appena sotto le tragich e stratificazioni una debole immagine affiorante: un dono offerto con le mani aperte o un feto, che ci riconduce al dono della vita.

Vita, morte, natura, spirito, sono quindi i termini in cui il giovane Rigamonti, che ha studiato all'Accademia di Brera di Milano ed ha alle spalle una buona produzione, benché ancora agli inizi, prova ad aggirarsi sfiorando ora questa ora quell a corda del cuore, senza mai perdere in consapevolezza. E qui forse si appunt a la differenza più netta che lo separa dalla tradizione, a cui sembra rifarsi. Rispetto ai precedenti dell'Informale internazionale il suo fare appare sempre consapevole e per nulla dettato da contingenze emotive. In ta l senso il suo operare nella materia, si pone in linea con quello di artisti della generazione di mezzo, come ad esempio Rudolf Stingel, che consideran o la materia un campo di sperimentazione per la creazione di uno spazio evocativo.

E' per questo che attendiamo dall'artista, oltre questa scelta calibrata di opere minime su carta, una verifica, ad esempio, sullo spazio architettonico e prove ulteriori della sua magica capacità di trasformare l'esistente.
Paolo Campiglio

inaugurazione 11 aprile, ore 18.00

orario: dal lunedì al venerdì 15,30 - 19,00 (mattino su richieta) ingresso libero

San Fedele Arte
via hoepli 3a-b 20121 milano
tel 02 86352233 fax 02 86352236

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