Arca ex Chiesa di San Marco
Vercelli
piazza San Marco, 1
0161 596333
WEB
Dialogues. Etymology of an emotion
dal 29/4/2009 al 30/5/2009
lunedi' - venerdi' 14-19, sabato e domenica 10-20 (la biglietteria chiude mezz'ora prima)

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Editoria & Immagine




 
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29/4/2009

Dialogues. Etymology of an emotion

Arca ex Chiesa di San Marco, Vercelli

Il Piemonte e la Baraggia sono interpretati da Ralph Gibson e Jill Mathis, maestri dell'obiettivo statunitensi, in una mostra di 60 scatti, a colori e in bianco e nero. Gibson intraprende un viaggio dentro una Torino molto particolare, Mathis, fissa le atmosfere di luoghi ampi e compie un percorso che partendo dal generale deduce gradatamente i concetti all'elemento minimo.


comunicato stampa

Il Piemonte e la Baraggia interpretati da Ralph Gibson e Jill Mathis. Mostra fotografica sul Piemonte più segreto e meno conosciuto. “Dialogues. Etymology of an Emotion” è la mostra fotografica di Ralph Gibson e Jill Mathis promossa dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese che aprirà il prossimo 30 aprile nella sede museale Arca di Vercelli, l'ex Chiesa di San Marco che ha avuto il privilegio di ospitare mostre dalle collezioni Peggy Guggenheim. La mostra vuole restituire, attraverso le immagini di due artisti americani, uno sguardo diverso sul Piemonte e sul to be piedmontese.

Si tratta della ricostruzione di due itinerari, tra il concreto e l'immaginifico, attraverso gli spazi della Baraggia Biellese e Vercellese e dentro una Torino riflessa in frammenti minori. Due itinerari che dialogano fra loro e rimandano, analogicamente, ad un'identità di fondo, quella piemontese. L'incontro dei due itinerari avviene nella dimensione in cui Ralph Gibson e Jill Mathis cercano di ricostruire un'etimologia minima che lega le cose ai concetti, l'archetipo alle sue declinazioni visive e semantiche.

Da un lato, Ralph Gibson (il grande fotografo americano che predilige il bianco e nero), che intraprende un viaggio dentro una Torino che non è soltanto Torino, e “scrive”, attraverso le sue fotografie, una sorta di “Minima Moralia” che funge da guida per una lettura complessiva di una città e delle sue emozioni, partendo da frammenti (uno specchio, un porticato, una bottiglia) fino a dilatarne suggestivamente il messaggio secondo un procedimento induttivo che muove dal particolare all'universale.
Dall'altro, Jill Mathis, che fissa le atmosfere di luoghi ampi, senza confini, e compie invece un percorso che partendo dal generale deduce gradatamente i concetti, fino a restringere il messaggio, inseguendo, in un gioco di richiami emotivi, l'elemento minimo: la Baraggia ampia e sconfinata, rimanda prima ad una sua realtà caratterizzante ancora generica: per esempio, l'acqua; questa, a sua volta, rimanda ad un altro elemento connesso con essa: per esempio, il riso. Il riso, a sua volta, rimanda al lavoro del risicoltore.
Questo lavoro riporta alle mani dei risaioli; le mani dei risaioli, infine, al concetto di fatica. Due itinerari, uno induttivo e l'altro deduttivo, che si saldano in una visione non banale e scontata della realtà territoriale.

Il fascino della Baraggia Biellese e Vercellese
Un triangolo limitato dal fiume Sesia ad Est, dal torrente Elvo a Ovest/Sud-Ovest e dalla strada Biella Cossato Gattinara a Nord/Nord-Ovest: è quello che racchiude quel territorio fortemente argilloso, ricco di boschi, di risaie, di macchie di fitta vegetazione chiamato Baraggia Biellese e Vercellese. Un territorio dove, in molte sue parti, il tempo sembra essersi fermato o procedere secondo il ritmo lento dei cicli naturali.
Trentasei comuni, una Dop, castelli medievali ricchi di storia come quello di Buronzo: la Baraggia Biellese e Vercellese interseca la sua storia più antica con quella dei feudi e dei cavalieri medievali e quella più recente con l'evoluzione dell'omonimo Consorzio di Bonifica creato nel 1950 (in precedenza, sin dal 1922, era invece operativa la “Fondazione della Baraggia”, istituita dall'allora Ministero per l'Economia Nazionale). Un ente, quest'ultimo, che attivamente ha contribuito a migliorare il territorio battendosi per la sua valorizzazione, come dimostra anche l'aver saputo ottenere dalla Comunità Europea, nell'agosto 2007, la Dop “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”, unica in Italia e la più estesa in Europa, con una superficie di 25 mila ettari rappresentativa del 22% dell'intera produzione piemontese. D'altra parte, dire Baraggia, da sempre, è lo stesso che dire acqua. E dire acqua, in queste zone del Piemonte, è lo stesso che dire riso. Non a caso, è in questa dimensione quasi fatata che Sergio Givone ha ambientato il suo romanzo Favola delle cose ultime (Einaudi), intingendo la penna in quell'humus che lui, originario di Buronzo, ben conosce.
Proprio Buronzo, nel cuore di questo territorio, può bene meritare una visita per il suo castello la cui parte più antica risale a prima del 1039, anno in cui l'imperatore Corrado II confermò il feudo a Guala di Casalvolone. In seguito, Buronzo passerà ai Visconti e poi ai Savoia, con i quali entrò a far parte del Capitanato di Santhià. Il castello ha una struttura “a tipologia unica” definibile come “castello consortile” o “ricetto signorile”, caratterizzata da una moltitudine di interventi edilizi concentrati in vari periodi, distribuiti seguendo la morfologia collinare. La torre risale tra il XII e XIII secolo, mentre sono poi ravvisabili due altre fasi costruttive, databili nel XIV e nel XV secolo. È proprio questo il castello che, grazie all'opera del Consorzio, sta oggi ricominciando a splendere della sua originaria luce, avviandosi a diventare un punto di riferimento per il turismo di nicchia nella zona.
Ma la Baraggia Biellese e Vercellese vuol dire anche Masserano, il comune sede dell'antico Principato, antico borgo dei principi Ferrero Fieschi il cui palazzo ancora sorge, o Verrone, dominato dal suo monumentale castello. Insomma, una terra di acqua, di storia e di agricoltura; uno scorcio di Piemonte non intercettato dalle guide turistiche ufficiali ma ricco di una cultura materiale che sfida il tempo.

Testo critico a cura di Valerio Dehò

Ente promotore: Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese

Progetto a cura di Studio Anna Fileppo via Giardini, 56 - Cossato Biella

Ufficio Stampa
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Arca Ex Chiesa di San Marco
Piazza San Marco 1 Vercelli
Orario: da lunedì al venerdì 14 – 19; sabato e domenica 10 – 20 (biglietteria chiude mezz’ora prima)

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