Dryphoto Arte Contemporanea
Prato
via Pugliesi, 23
0574 444508 FAX 0574 444508
WEB
Private
dal 12/4/2002 al 29/5/2002
0574 604939 FAX 0574 444508
WEB
Segnalato da

Sofia Boffardi



approfondimenti

Annalisa Sonzogni



 
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12/4/2002

Private

Dryphoto Arte Contemporanea, Prato

Annalisa Sonzogni espone a Prato due serie di immagini realizzate nel 2001 e intitolate Microchip&Metropoli la prima e Private la seconda. Le opere presentate sono il mezzo attraverso cui l’artista intende esplorare l’universo cittadino durante le ore notturne.


comunicato stampa

Annalisa Sonzogni espone a Prato due serie di immagini realizzate nel 2001 e intitolate Microchip&Metropoli la prima e Private la seconda. Le opere, di dimensioni di cm. 50x70 e cm. 100x150, sono il mezzo attraverso cui l’artista intende esplorare l’universo cittadino durante le ore notturne. Di notte infatti, grazie all’illuminazione artificiale, sembra che strade, palazzi e ogni altra struttura architettonica prendano forma e si lascino “spiare” dallo sguardo indiscreto dell’artista. L’obiettivo fotografico si muove da una visione generale della città sino ad arrivare al particolare degli appartamenti all’interno degli edifici. Le geometrie delle facciate, con ritmici intervalli di luci e ombre, richiamano inizialmente i fotogrammi di una pellicola.

La prima serie di immagini in mostra ritrae la città di New York. Prima dall’alto: grattacieli, strade, incroci; poi l’attenzione si concentra sugli spazi abitati, sulle tracce della presenza umana (si scorgono le stanze e, all’interno, una pianta, alcune sedie, oggetti fuori posto). Persone che lavorano dentro gli uffici. Le stanze, tanti piccoli alveari illuminati, si susseguono senza soluzione di continuità. Gli edifici, pur differenti tra loro, sono accomunati tutti dalla medesima serialità, dall’avvicendarsi di pieni e vuoti. La notte e la sua oscurità permettono di concentrare lo sguardo su ciò che durante il giorno passa del tutto inosservato: l’uomo, le sue azioni, il suo essere parte di un organismo più ampio. Le fotografie catturano i movimenti, scandendoli attraverso il susseguirsi di luci che si accendono e si spengono. Sembrano alludere alle sinapsi del cervello umano e, di riflesso, al passaggio di informazioni tra un chip ed un altro all’interno del computer. L’azione si trasferisce da una stanza ad un’altra.

Ad accentuarne l’effetto di serialità: i mobili, identici gli uni agli altri, in ciascun ambiente. Nella seconda serie, il lavoro introspettivo continua attraverso altre immagini: lo sguardo curioso, a tratti voyeur, della fotografa si dirige verso le finestre illuminate di abitazioni private newyorkesi, rubando luoghi e circostanze della quotidianità altrui come uno studio o un salotto. Una finestra è piena di luce, altre intorno sono buie, altre ancora rischiarate da un bagliore fioco, aranciato o bluastro. Alcune abitazioni si vedono nitidamente, altre sono seminascoste dietro i rami di un albero o celate dall’intelaiatura delle finestre. I libri, le tende raccolte, le stoviglie, permettono a chi osserva di immaginare stralci di vita di chi abita quei luoghi. Due uomini discutono movendosi da una stanza all’altra. Si fermano e rimangono in silenzio. Dopo essersi scambiati alcuni sguardi riprendono a parlare. Un altro appartamento, invece, ci colpisce per la vivacità dei colori e per la grande quantità di particolari.

In alcune immagini la luce avvolge parzialmente sia l’interno che l’esterno delle case. Si crea, così, una simmetria visiva che sottolinea la chiusura degli spazi abitati. L’uomo, spiega Annalisa Sonzogni, è l’artefice, oltre che la causa stessa, della propria prigionia e la luce artificiale aiuta i nostri occhi a comprenderlo. I recenti lavori, Microchip & Metropoli e Private, si discostano dal precedente Insideways ed esplorano nuove vie, ispirandosi ad altre suggestioni. I paesaggi di Insideways univano luoghi spazialmente distanti, ma idealmente vicini come Roma e il Sinai.

La sovrapposizione di immagini intendeva spingere ad un unione mentale delle due realtà. Con i nuovi progetti newyorkesi si parte dalla realtà quotidiana per oltrepassarla attraverso l’elaborazione concettuale.

Il panorama cittadino diviene l’occasione per osservare l’uomo, vero protagonista di questo lavoro. A tratti invisibile, ma idealmente sempre presente, le fotografie della Sonzogni ci fanno riflettere sulla nostra condizione di vita e di lavoro. Invece, in Insideways, le immagini stesse, in maniera esplicita, conducevano a fantastici paesaggi frutto dell’onirica unione di due luoghi. Il collegamento veniva indotto anche dai colori utilizzati, come nel caso del rosso carminio usato per il trittico, esposto a Modena, che raffigurava i reliquiari all’interno di una chiesa romana.

Annalisa Sonzogni inizia a occuparsi di fotografia nel 1996. Dopo essersi diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Frequenta inoltre, diversi corsi di fotografia, sia in Italia (alla C.F.P. di Riccardo Bauer a Milano) che all’estero. Nel 2001 si iscrive alla School of Visual Art di New York dove prende forma il lavoro esposto nella galleria Dryphoto. La città di Treviso ospita, nel 1999, la sua prima mostra personale, intitolata Prospicere. Ha esposto in numerose mostre collettive in Italia (Trevi Flash Art Museum; Triennale di Milano; Palazzo Santa Margherita, Modena) e all’estero (Museum of Modern Art, Hiroshima e alla New York University, Internationale Fototage di Herten). Ha vinto numerosi premi, sia in concorsi nazionali (Fotoesordio ’98, Università di Tor Vergata, Roma; Giovani che si raccontano, Triennale, Milano; Savignano/Arles 1999) che internazionali (International Exhibiton of Art Collages, Hiroshima e l’European Agfa Digital Portrait Award 2000).

Dryphoto
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