Galleria Caterina Tognon
Venezia
San Marco, 2746 (Campo San Maurizio)
041 5207859 FAX 041 5207859
WEB
Indugi
dal 2/6/2009 al 20/11/2009
4, 5 e 6 giugno 10-24, fino al 21 novembre mart-sab 10- 13 | 15-19:30

Segnalato da

Studio Pesci




 
calendario eventi  :: 




2/6/2009

Indugi

Galleria Caterina Tognon, Venezia

Bruna Esposito ha seguito i suoni, l'acqua e alcuni evidenti aspetti del degrado della citta' lagunare e propone nuovi lavori ed opere recenti che a Venezia trovano una inedita risonanza. Maria Morganti dal 1999 con regolarita' dipinge con pastelli a olio. Le carte sono tutte dipinte sempre in senso orizzontale. Quasi ogni giorno, con sistematicita' applica un nuovo colore su una di esse. A cura di Chiara Bertola.


comunicato stampa

A cura di Chiara Bertola

Un progetto nato a Venezia, dall'incontro di due artiste, per lo spazio di una galleria e nel ritmo naturale delle cose. Un progetto che si è formato più nello stupore dei luoghi, che si è lasciato travolgere dal mistero e dalla storia di alcuni oggetti, che si è azzardato a sperimentare l'impenetrabile materia del vetro; che si è declinato nel tempo quotidiano del lavoro e dipanato nelle parole di molti incontri.
Un progetto che si è permesso il lusso del ritmo del camminare e che ha trovato per la strada e sull’acqua gli appunti sufficienti e credibili per creare una mostra.

Bruna Esposito ha seguito i suoni, l'acqua e alcuni evidenti aspetti del degrado della città lagunare e propone nuovi lavori ed opere recenti che a Venezia trovano una inedita risonanza: "Campanelli e piume sono per me Venezia tanto quanto guglie, escrementi di piccioni e merletti”.
Un filo conduttore del dialogo fra queste due artiste è ancora l'acqua "(…) prende e restituisce tante cose, il mare, le più varie. Corrosi dalla salsedine e sabbiati prendono così l’aspetto di testimoni arcaici anche i tappi di bottiglia. (…) La luce carezza il buio degli abissi. Quello che non vedo risplende di sotto. Incontro delle anime di piccole e grandi cose. Sull’ostinato basso continuo delle onde, i ciottoli, le pagliuzze, i frammenti di conchiglie e grovigli di minuscole presenze umane sento di notte in coro a bocca chiusa". (B.E.)
La sua ossessione sullo spreco dell'acqua potabile per il deflusso degli escrementi è divenuto progetto che persevera da venti anni, da Berlino a Istanbul, e continua ad evolversi anche qui soffermandosi intorno agli angoli oscuri delle calli veneziane. In mostra questo progetto ancora in fieri è racchiuso nelle premesse dei disegni delle sue esperienze precedenti, e si relaziona con le opere di Maria Morganti.

Maria Morganti dal 1999 con regolarità dipinge con pastelli a olio. Le carte sono tutte dipinte sempre in senso orizzontale. Quasi ogni giorno, con sistematicità applica un nuovo colore su una di esse.
Dalla carta al vetro, dalla stratificazione dei colori sulle carte a quella della materia vetro nei mosaici il passaggio è stato magicamente naturale. Nell'antica fornace Orsoni di Venezia, Morganti scopre che la tecnica per produrre il mosaico d'oro coincide con il suo 'modo' di pensare e di procedere nella pittura delle carte. Tre strati di colore, uno sopra l'altro, alla base il vetro blu-acquamare, colore determinato dalla tecnica stessa; poi l’oro e argento, in piccoli fogli quadri di cm. 7x7, e infine l'ultimo sottile strato in vetro soffiato che determina il colore di volta in volta.
La differenza da un frammento all'altro è determinata dalla foglia di metallo e dal colore del vetro soffiato, ma sopratutto dal taglio che l’artista effettua attorno al piccolo quadrato centrale della foglia d’oro.
In questo modo "ogni singolo pezzo sarà diverso da un altro - precisa l'artista - e ognuno di esso sarà un pezzo unico". Come ghiaccio nella cui materia rimangono imbrigliante le trasparenze e le profondità delle cromie, le “carte di vetro” di Maria Morganti dialogano e con le sue “carte diarie” e con le opere di Bruna Esposito.

Con il supporto di ANGELO ORSONI SRL, Venezia
In collaborazione con Federico Luger Gallery, Milano / Galleria Michela Rizzo, Venezia
Grazie a Gabriele Pimpini, architetto.

Bruna Esposito nasce nel 1960 a Roma, dove vive e lavora.
Dopo la scuola d’arte, frequenta brevemente la facoltà di Architettura alla Sapienza di Roma. Negli anni ottanta vive e lavora a New York, dove studia danza con Batya Zamir. Nel 1984 frequenta l’Indipendent Studio Program al Whitney Museum. Dal 1985 vive e lavora a Berlino Ovest dove riceve una borsa di studio I.B.A. a supporto del progetto di “Two Public Compost Toilets”. Nel 1989 fa ritorno in Italia e nel 1990 frequenta la scuola di mosaico al C.I.S.I.M. di Ravenna. Nel 1994/95 tiene un corso avanzato di scultura alla Temple University a Rome. I suoi lavori sono esposti in numerose mostre internazionali; tra le esposizioni istituzionali: Documenta X a Kassel, la 48° e 51° Biennale di Venezia, la Biennale di Istanbul nel 2003, la Biennale in Corea nel 2004. Nel 1999 il P.S.1 le conferisce l’Italian Studio Program. Insieme ad altri quattro artisti riceve il Leone d’oro come Padiglione nazionale alla Biennale di Venezia del 1999. Nel 2000 è la vincitrice, come la più votata dal pubblico, del Premio Nazionale giovani artisti italiani. Le opere di Bruna Esposito possono essere paragonate a componimenti poetici, dove la forza e la leggerezza s’incontrano continuamente secondo un equilibrio apparentemente fragile, capace però di aprire profondi spazi di riflessione. Le sue installazioni sono luoghi metaforici, capaci di accogliere in sé una molteplicità di interpretazioni, disponendo le condizioni per un dialogo diretto con ciascun singolo visitatore. Sapientemente calibrate, le opere di Esposito sono costruite talvolta con un'intenzionale economia di mezzi, secondo scelte che privilegiano il rigore più che la ricerca della spettacolarità. L'artista impiega i materiali più vari, prediligendo soprattutto quelli che non appartengono alla tradizione artistica ma rientrano invece nell'esperienza del vivere. Gli elementi e gli oggetti che compongono le sue installazioni spesso manifestano la propria storia, e l'artista ne accetta il naturale decadimento e la conseguente caducità delle opere realizzate. Oltre ad elementi tangibili, Esposito costruisce spesso i suoi lavori includendo aromi, modulazioni di luce naturale, alimenti e suoni. Difficile quindi descrivere opere per le quali il momento dell'incontro con il visitatore è assolutamente fondamentale, al punto che parole o documenti visivi possono restituire solo in forma frammentaria un'esperienza che coinvolge la vista, ma anche l'udito e l'olfatto, con modalità e svolgimenti temporali sapientemente predisposti.

Maria Morganti nasce nel 1965 a Milano. Dal 1985 al 1990 si trasferisce a New York . Dal 1995 vive e lavora a Venezia.
Il suo lavoro si concentra fin dall’inizio nella creazione di oli su tela e pastelli su carta. In questa prima fase della carriera dipinge anche quadri di grandi dimensioni. Negli ultimi anni si occupa di installazioni utilizzando la tela e la carta presentando insieme più opere per formare un'opera unica. Il suo lavoro verte inoltre sul concetto di “edge”, come incontro tra la stratificazione e il tempo, applicato al farsi temporale del quadro. Recentemente 'annota' produce dei “diari” delle sue opere, raccogliendo le tracce dei colori usati per le tele. Nel 2006 pubblica il libro-diario “Storia di un quadro” con la casa editrice Corraini, con la quale tuttora ha in progetto di sviluppare l’idea stessa di diario. Ha esposto in diverse gallerie e musei in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Tra le gallerie: Florence Lynch Gallery, New York; Galleria Michela Rizzo, Venezia; Galleria Plurima, Udine; Galleria Rubin, Milano; Galerie S65, Koln; Galerie Arnaud Lefebvre, Paris; Barbara Behan, London. Tra gli spazi pubblici: Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Fondazione Querini Stampalia, Venezia; Grand Palais, Paris; Triennale, Milano; Quadriennale, Roma. Di lei hanno scritto, tra gli altri: Giovanni Maria Accame, Chiara Bertola, Mel Gooding, Susan Harris, Caoimhin Mac Giolla Leith, Angela Madesani, Mauro Panzera, Gabi Scardi, Barry Schwabsky, Giorgio Verzotti, Angela Vettese. Le sue opere sono inserite nel sito-archivio di arte contemporanea http://www.italianarea.it

Ufficio Stampa
Studio Pesci
Via San Vitale 27 40125 Bologna
Tel. +39 051 269267 – Fax +39 051 2960748
http://www.studiopesci.it; info@studiopesci.it

Inaugurazione: mercoledì 3 giugno 2009 dalle ore 22.00 alle 01.00

Galleria Caterina Tognon
Palazzo da Ponte
Calle del Dose (Campo San Maurizio)
San Marco 2746 - 30124 Venezia
Orari: 4, 5 e 6 giugno dalle 10.00 alle 24.00 (e oltre), la galleria sarà aperta per visite, incontri e prosecco
4 giugno - 21 novembre 2009 da martedì a sabato 10.00 - 13.00 | 15.00 - 19:30
pausa estiva dal 5 luglio al 31 agosto
Ingresso: gratuito

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