Ararat
Roma
via Monte Testaccio 21

Serenate
dal 12/5/2000 al 14/5/2000

Segnalato da

Luigi Negro




 
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12/5/2000

Serenate

Ararat, Roma

Il progetto SERENATE interessa il campo nomadi che occupa l'area antistante L'ARARAT, che viene preso come spunto per un'opera che usa come pretesto il luogo comune che ogni nomade è un delinquente, fino a dilatare questo preconcetto, non tanto insistendo sull'opposta opinione, quanto relativizzando la questione fin alla sua scomparsa.


comunicato stampa

Accademia di Francia a Roma e la Fondazione Adriano Olivetti all'interno del progetto Xenobia. La città, gli stranieri e il divenire dello spazio pubblico presentano SERENATE relazionare il sonoro un progetto di Matteo Fraterno

Con la collaborazione di Viviana Gravano; organizzazione Stalker; regia di Felice Farina; attore Marco Poloni; musicisti Nuova Compagnia della Tammorra Antonio Matrone, Gerardino Amarante, Simone Carotenuto, Fortunato Carotenuto, Fedele Avino, Vincenzo Vindice, Monica Neri, Elia Ciricillo, Albino Rosa, Luigi Panico; Cesare dell'Anna e Admir Shkurtaj; scultura sonora di Antonio de Luca; con la partecipazione di Museo del Somaro di Nello Teodori; La Stanza del Gusto; Istituto per la Diffusione e la valorizzazione delle scienze naturali; riprese video Enzo Taglialatela; fotografo di scena Stephen Roach; tecnico del suono Salvo Arnone; cuochi Antonio Soranno e Mario Avallone, Roberto Federici; antropologa Silvia Zaccaria; sociologa urbana Mara Memo; infermiere Lello Ruggiero; elettricista Lorenzo Caracciolo; con la partecipazione straordinaria di Claudio Salerno

Il progetto SERENATE interessa il campo nomadi che occupa l'area antistante L'ARARAT, che viene preso come spunto per un'opera che usa come pretesto il luogo comune che ogni nomade è un delinquente, fino a dilatare questo preconcetto, non tanto insistendo sull'opposta opinione, quanto relativizzando la questione fin alla sua scomparsa. Sabato 13 e domenica 14 maggio si costruirà la scena di un film che riprende musiche e danze di un finto matrimonio nel campo. Il film in realtà non verrà mai prodotto, perché ha come solo scopo di mettere in relazione, attraverso la telecamera, quest'area urbana che, nella Roma del Giubileo pare seguire un tempo solo apparentemente estraneo, e che invece non è altro che lo specchio delle condizioni di vita di molti uomini che vivono nella città ai limiti. La simulazione del film servirà quindi a creare una situazione di festa e di incontro, ma anche di confronto tra sonorità, abitudini e rituali, legati a un ipotetico matrimonio nell'area del Foro Boario. Per questo motivo, tutti i partecipanti, e chi vorrà unirsi all'evento, staranno insieme e lavoreranno insieme, per 48 ore, in modo da trasformare l'evento in una sorta di piccolo ritaglio di vissuto che comprende anche il passare insieme la notte, il mangiare, il riposo e quant'altro. La cucina, così come la musica, nata e coltivata in un grande laboratorio all'aperto, saranno gli elementi base della relazione che si costruirà momento per momento. Nessuno dei partecipanti ha un copione definito ma ha come unica indicazione dell'ideatore dell'iniziativa Matteo Fraterno, quella di relazionare il sonoro: cioè di costruire a mano a mano un percorso tra i suoni, i rumori e gli eventi del Campo Boario nell'arco di due giorni.
La presenza di diverse etnie nell'area del Mattatoio dimostra, attraverso l'attivazione della relazione, come sia possibile restituire autonomia, alle diverse culture, evidenziando i processi comuni di autodifesa, conservando quel patrimonio di appartenenza che riconosce la memoria e in genere le tematiche di vita, senza per questo isolarsi dal contesto, accettando le continua modificazioni interne allo stesso concetto di etnia proprio in relazione e in rapporto con il mondo, ma anche opponendosi alla cultura dominante a cui spesso si attribuisce opportunisticamente un carattere di universalità. La palazzina prima "occupata" dagli Stalker ospita le attività di una comunità curda. Un gruppo di architetti ha utilizzato le proprie potenzialità per produrre cultura, per favorire e generare una relazione.

Ararat Campo Boario via Monte Testaccio 21 Roma

per informazioni francescalimana@fondazioneadrianolivetti.it

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