ScalaMata Gallery
Venezia
Cannaregio 1236 (Ghetto Vecchio)
041 5298997 FAX 041 5298997
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La materia delle cose
dal 4/7/2009 al 27/7/2009
10-13/16-18, sabato chiuso

Segnalato da

ScalaMata




 
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4/7/2009

La materia delle cose

ScalaMata Gallery, Venezia

Keren Cytter crea film, video installazioni e disegni che rappresentano le realta' sociali attraverso la sperimentazione di modalita' di narrazione. L'installazione performativa di Yukihiro Taguchi cattura le forze dello spazio: gli oggetti diventano organici, scivolando lentamente, andando alla deriva e costruendo nel tempo sempre diverse configurazioni. A cura di Dovrat Ana Meron.


comunicato stampa

a cura di Dovrat ana Meron

Keren Cytter - Quatro stagioni

Keren Cytter crea film, video installazioni e disegni, che rappresentano le realtà sociali attraverso la sperimentazione di modalità di narrazione. Caratterizzata da una non-lineare, ciclica logica I film della Cytter comsistono da diversi strati di immagini, conversazione, monologo e narrazione sistematicamente composti per erodere le convenzioni linguistiche e l’interpretazione schematica tradizionale. Ricordando filmati di casa, dilettantisti e video diari, ll film dell'artista raffigura scene intensificate tratte dalla vita di tutti i giorni nella quale la stragrande natura artificiale delle situazioni ritratte e riprodotta dagli stessi mezzi della loro produzione.
Four Seasons combina la qualità del kitsch del cinema degli anni 80 con allusioni alla letteratura realista. Estraendo da riferimenti cosi diversi come Jorge Luis Borges, Alfred Hitchcock; Luigi Pietrucci; Samuel Becket; Kenneth Anger; Ernesto Modani; Julio Cortázar e Ryunosuke Akutagana.

Keren Cytter è nata nel 1977 a Tel Aviv, Israele. Nel 2008, Cytter è stata assegnata il prestigioso 'ars viva' premio da Kulturkeis der deutschen Wirschaft. L'artista è stata pure la beneficiaria del Premio Bâloise Arte Arte a Basilea nel 2006. Principali mostre personali delle opere della Cytter includono Witte de With (2008); Centro Huarte de Arte Contemporaneo, Huarte (2008); stuk Kunstcentrum, Lovanio (2007); MUMOK, Vienna (2007), e KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2006 ). Mostre collettive comprendono Televisione Delivers People, Whitney Museum of American Art, New York (2008), Manifesta 7, Trentino (2008), e la Triennale di Yokohama, Yokohama (2008). Le opere della Cytter saranno esposte presso il CCA Centro per l'Arte Contemporanea, Kitakyushu nel 2009. L'artista esibirà pure nella mostra della prima triennale al nuovo Museo: Generazional: Younger than Jesus, New York (2009).
Cytter è l'autrice di tre romanzi: The Man Who Climbed Up the Stairs of Life and Found Out They Were Cinema Seats (Lukas and Sternberg, New York - Berlin, 2005); The seven most exciting hours of Mr Trier’s life in twenty four chapters (Witte de With, STUK & Sternberg, New York - Berlin, 2008), e The Amazing True Story of Moshe Klinberg - A Media Star (onestar, Parigi, 2009).

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Yukihiro Taguchi

Momento passeggiata rappresentante (04:36’)
Riguardo (2:42’)
Tessuto (02:52’)
Sedia (00:14)

L’installazione performativa di Yukihiro Taguchi cattura le forze dello spazio: gli oggetti diventano organici, scivolando lentamente, andando alla deriva e costruendo nel tempo sempre diverse configurazioni. "Non è il mio rendimento è il rendimento dello spazio", dice Yukihiro Taguchi. Per formative è un impianto che diventa l'autore: manifesta attivamente la sua potenzialità espressiva e agisce da dentro a fuori. La Manifestazione rende il lavoro vivo, capace di un'esperienza e la collega al suo contesto: Lo spazio esterno e quello interno costruiscono uno sull’altro e formano il lavoro d’arte. Il film che noi vediamo non è un effetto artificiale: attraverso la fotografia seriale, che registra ciò che accade nello spazio, risulta una nuova continuità, un nuovo ordine. La sua temporale accelerazione la rende visibile. L'artista si trae indietro e vediamo che cosa sta accadendo con lo spazio.
"Io sono per i miei lavori, ciò che è nel teatro tradizionale giapponese uno kuroko: un carattere, vestito di nero, il suo volto è pure coperto, lui sta dirigendo l'intero spettacolo teatrale dal retroscena. Egli sta preparando il palcoscenico, sta dando indicazioni agli attori, ma rimane sempre inosservato. Senza la sua presenza nel sottofondo, il teatro non si poteva sviluppare, ma egli rimane sempre nascosto, anche se agisce in fronte. Questa posizione, che sempre adotto, è migliore per il mio lavoro. Se divento troppo coinvolto nel mio lavoro, farò un lavoro su di me e voglio sempre portare sempre il mio lavoro come autonomo in primo piano".
Yukihiro Taguchi segue nelle sue opere l'ovvio - rende visibile in maniera condensata la sua presenza e la richiama nella consapevolezza: lo spazio, l'aria, la tensione. Egli segue le relazioni di solito non notate tra gli oggetti nello spazio, il modo in cui lo spazio appare attraverso la costituzione delle relazioni, gli spazi, che appaiono tra gli altri spazi e la nostra relazione con questi. Situazioni d'eccezione, oscillazioni e instabilità provocano la consapevolezza in riguardo all ordine interiore della normalità.
Re-distanziamento è un gioco concettuale, attraverso il quale lo spazio diventa accertabile. Re-distanziamento crea l'esperienza della trasformazione delle funzioni dello spazio e la trasformazione di esperienze, che un certo spazio è in grado di generare. Attraverso la manipolazione e la negazione di testimonianze nasce movimento e si apre un affermativo spazio discorsivo.

Nelle sue opere precedenti, Yukihiro Taguchi ha anche ri-spaziati spazi esistenti, attraverso interventi minimi, che consentono la manifestazione interna, della strutturazione delle forze della nostra esperienza quotidiana. E da queste forze che le sue installazioni iniziano a funzionare. Ha preso i pannelli di legno che coprono il pavimento della galleria e ha costruito con loro ogni giorno un'installazione diversa, all'interno della galleria, dove i visitatori potevano trascorrere il tempo e occuparsi con le attività che lui proponeva, o si alzò dal tappeto che copriva il pavimento della galleria, e un nuovo spazio è uscito di sotto. Una continuità fluida temporale e spaziale viene rotta - questi nuovi spazi sembrano di essere stati lì sempre. Possibili momenti dello spazio vagabondono da un ordine all'altro, essi appartengono all’ordine personale dei visitatori, che esperientano lo spazio e poi sono nascosti di nuovo sotto il pavimento. Lo spazio genera qui il tempo. In altre opere, lui invita il pubblico nei suoi enorme palloni di plastica e sottraa lentamente l'aria fino a quando pensano di non poter respirare più. Lo spazio qui è aria. In altre installazioni segna con palloni d’aria li spazi vuoti tra gli oggetti di uso quotidiano. In un’opera precedente, lui ha installato oggetti nello spazio, che si tengono in equilibrio solo attraverso la tensione che esiste tra di loro.
Da notare in questa mostra la miniatura, nascosta tra due scatole: la matita, affilata su entrambe le estremità, che sta creando, scrivendo, il momento tra un passato e un futuro.
Yukihiro Taguchi sta catapultando i suoi spazi dal loro essere nel loro divenire. In questo movimento risulta un’intensità percepibile. Le implicazioni possono essere molteplici: sociali, culturali, politiche, ma restano aperte. Non si tratta di uno contenuto dimostrativo, ma di una certa capacità di vedere.

Estratto da un testo di Marta Jecu
Courtesia di Sakamoto Contemporary Berlin

Inaugurazione: 5 Luglio 18:00/Opening: 5 July 18:00
Performance: Memory space

ScalaMata Gallery
Cannaregio 1236 - Venezia
10:00-13:00/16:00-18:00, sabato chiuso
Ingresso libero

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Nico Angiuli
dal 28/4/2010 al 28/4/2010

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