Centro Documentazione e Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro (vecchia
Roma
Viale Giulio Cesare, 71
06 3243642

pink & bloody
dal 5/5/2002 al 18/5/2002
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5/5/2002

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Centro Documentazione e Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro (vecchia , Roma

…mascherarsi non significa piu' velare la propria nascosta identita', ma abdicare al se' per una trasformazione che si fa fuori di se', attraverso i mille volti che si vorrebbe assumere, attraverso le mille forme del desiderio (Luisa Valeriani, Dentro la Trasfigurazione) Annaclara Di Biase e Ivana Spinelli lavorano entrambe sul mascheramento di se stesse o di un alter ego che funziona, artificialmente, come ritratto.


comunicato stampa

…mascherarsi non significa più velare la propria nascosta identità, ma abdicare al sé per una trasformazione che si fa fuori di sé, attraverso i mille volti che si vorrebbe assumere, attraverso le mille forme del desiderio (Luisa Valeriani, Dentro la Trasfigurazione) Annaclara Di Biase e Ivana Spinelli lavorano entrambe sul mascheramento di se stesse o di un alter ego che funziona, artificialmente, come ritratto.

Di Biase usa dettagli fotografici del corpo e di cose che ne sono l’equivalente (gli abiti, la carne cruda o il cibo visivamente attraente) oppure utilizza in modo indistinguibile da se stessa la sorella come modella.

Spinelli si autoriprende in video e fa della sua immagine alterata al computer, l’immagine di sé più segreta. Entrambe dunque lavorano sul “ritratto irriconoscibile” che però contiene la parte “vera” di loro stesse non perché verosimile, né perché da questi ritratti affiori espressionisticamente il fondo nascosto della loro anima, ma perché il risultato è il prodotto di una accurata autocostruzione che le due autrici mettono in pratica, usando il mondo esterno che non è più sentito come estraneo: attraverso, appunto, la sartoria o il cibo, come fa Di Biase, o la video-cosmesi, per cui i pixel sono il trucco che camuffa le immagini di Spinelli.

Non siamo quindi in presenza di “ritratti” nel senso tradizionale del genere. Infatti, “l’oggetto del ritratto è in senso stretto il soggetto assoluto: del tutto staccato da ciò che non è lui stesso, del tutto ritirato dall’esteriorità” (Jean-Luc Nancy, Il ritratto e il suo sguardo) e pertanto quasi l’equivalente diretto dell’opera d’arte intesa come ritratta dal mondo. Al contrario i “ritratti” di Di Biase e Spinelli vivono dell’artificio della messa in scena e raccontano l’essenza del loro essere dispersi nelle cose del mondo.

L’assoluto proprio del ritratto precipita in modo irreversibile nei dettagli delle sensazioni delle cose, delle materie, dei rumori quotidiani e lì resta, disseminato e irricomponibile. E tuttavia, ora, questo assoluto è sempre presente nella relazione che emerge dai vari modi di essere, al di sotto (e non più al di là o al di sopra) del tempo live del presente.

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