Museum of Contemporary Art - MAC
Lyon
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WEB
T.A.M.A. side effects
dal 15/9/2009 al 2/1/2010

Segnalato da

Gabi Scardi



 
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15/9/2009

T.A.M.A. side effects

Museum of Contemporary Art - MAC, Lyon

Una piattaforma collettiva di ricerca sulle popolazioni Gipsy-Rom, animata da Lucy Orta, Maria Papadimitriou e Gabi Scardi, che parte da un ampio progetto fondato da Maria Papadimitriou nel 1998, basato sull'interesse per le comunita' nomadi da parte di un insieme variabile di persone tra cui numerosi artisti. I Rom sono noti superficialmente, la loro immagine distorta da pregiudizi; in realta' costituiscono una realta' complessa, differenziata, stratificata e rappresentano il paradigma di coloro che ambiscono a mantenere specificita' e autonomia senza rinunciare a un posto nel discorso pubblico.


comunicato stampa

concept: Lucy Orta, Maria Papadimitriou, Gabi Scardi
a cura di Gabi Scardi

Con la partecipazione degli artisti: Paola Di Bello; Pavel Braila ; Sikti Kosemen; Alessandro Quaranta; Ioan Florin Tala; Zelimir Zilnik; Enzo Umbaca; Phoebe Giannisi; e di: EU-Roma; LAN (Laboratorio Architettura Nomade) (Italy) T.A.M.A. (Temporary Autonomous Museum for All) Greece ; ATU (Asociatia pentru Tranzitie Urbana / Association for Urban Transition), Romania; LCF (London College of Fashion, University of the Arts London), UK; Project 35 Architects (UK); Studio Orta, Paris, France; UTH (University of Thessaly, Department of Architecture), Greece.

Il progetto T.A.M.A. side effects viene presentato nell’ambito della Xa Biennale di Lione “The Spectacle of the Everyday“, a cura di Hou Hanru e Thierry Raspail.

T.A.M.A. side effects è una piattaforma collettiva di ricerca sulle popolazioni Gipsy/Rom, animata da Lucy Orta e Maria Papadimitriou, artiste, e Gabi Scardi, curatrice. È confluito in TAMA project, ampio progetto partecipativo fondato da Maria Papadimitriou nel 1998, basato sull’interesse per le comunità nomadi da parte di un insieme variabile di persone comprendente, tra l’altro, numerosi artisti.

I Rom sono noti superficialmente, la loro immagine distorta da pregiudizi. In realtà costituiscono una realtà complessa, differenziata, stratificata. Nella maggior parte dei paesi europei la loro esistenza è relegata al margine della società. Eppure tendono ad essere percepiti come minaccia e respinti con brutalità sproporzionata.In realtà rappresentano il paradigma di coloro che ambiscono a mantenere specificità e autonomia senza rinunciare a un posto nel discorso nell’pubblico.

Questo li colloca in una posizione che non è di appartenenza né di estraneità, ma di complessa co-appartenenza. Una posizione carica di potenzialità, ma anche profondamente sovversiva.
Sa ben cogliere questa posizione lo sguardo degli artisti: uno sguardo consapevole della distanza che separa, ma capace di sottrarsi sia ad atteggiamenti assistenziali, sia all’attitudine analitica da studioso con cui normalmente i Rom vengono avvicinati.

Si ringrazia : Thyssen-Bornemisza Art Contemporary

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