Diverse sedi di Modena, Carpi e Sassuolo
Modena

Festival di Filosofia 2009
dal 17/9/2009 al 19/9/2009
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17/9/2009

Festival di Filosofia 2009

Diverse sedi di Modena, Carpi e Sassuolo, Modena

Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, rassegne di film, letture, giochi e cene filosofiche. Sono quasi 200, e tutti gratuiti, gli appuntamenti del nono festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, dedicato quest'anno al tema della Comunita'. Oltre 20 le mostre proposte in occasione del festival: la prima personale in Italia dell'americano Christian Holstad, una trilogia di mostre fotografiche che ricostruiscono i cambiamenti di una comunita' cittadina dagli anni Venti a oggi, un'esposizione fotografica di Olivo Barbieri, un'installazione di Ascanio Celestini e molto altro ancora in musei e gallerie private, che nella notte di sabato rimarranno aperte fino alle ore piccole.


comunicato stampa

Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, rassegne di film, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Sono quasi 200, e tutti gratuiti, gli appuntamenti del nono festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, dedicato quest’anno al tema della comunità e in programma da venerdì 18 a domenica 20 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città.

La manifestazione, che lo scorso anno ha registrato oltre 130 mila presenze, si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e gode del patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali. Da quest’anno, il festival è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, i cui fondatori – ovvero i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – sono i soci storici che hanno partecipato alla realizzazione del festival fin dalla prima edizione. Ad essi si affiancano come sostenitori istituzionali Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e Confindustria Modena.

Piazze, chiese e cortili ospitano le oltre 50 lezioni magistrali del festival, che vede quest’anno tra i protagonisti Roberto Esposito, Massimo Cacciari, il modenese Carlo Galli, Salvatore Natoli, Carlo Sini, Stefano Rodotà, Umberto Galimberti, Eva Cantarella, Enrico Berti, Sergio Givone, Enzo Bianchi, Giacomo Marramao, Elena Pulcini, Enzo Vitiello, Piero Coda e Remo Bodei, supervisore scientifico del festival fin dalla prima edizione e ora membro del Comitato scientifico del Consorzio. Molti anche i filosofi stranieri, circa un terzo del totale, che vengono da ogni parte del mondo: tra loro i francesi Jean-Luc Nancy e Marc Augé, che è entrato a far parte del Comitato scientifico del Consorzio, gli spagnoli Fernando Savater e Francisco Jarauta, l’americano Richard Sennett, il norvegese Jon Elster, l’israeliano Avishai Margalit, il tedesco Bernhard Waldenfels e l’indiana Vandana Shiva. Le lezioni articolano le riflessioni più recenti sul concetto di comunità: filosofi politici, morali e del diritto, sociologi, antropologi e teologi presentano le modalità di rapporto tra i singoli all’interno della comunità proponendo riflessioni su valori quali l’amicizia e la fiducia, ma anche su motori del conflitto come il risentimento e la rivalità. Affrontano la tensione tra comunità istituita e diritti individuali, contraddistinti dai concetti di libertà e autodeterminazione; ma anche i diversi luoghi della comunità, dalle frontiere alle global cities, fino alle nuove forme di condivisione e connessione offerte dai social network.

Il programma filosofico del festival si arricchisce quest’anno della nuova sezione “la lezione dei Classici”: eminenti esperti commenteranno i testi che hanno maggiormente segnato la riflessione sulla questione della comunità, da Agostino a Derrida, da Schmitt a Marx, da Hobbes a Arendt.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma collaterale coinvolge la narrazione (con letture di Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ivano Marescotti), il teatro (con Ascanio Celestini, David Riondino, Moni Ovadia, Alessandro Bergonzoni), il cinema (una rassegna di film di Peter Weir a Modena, una maratona dedicata alla “trilogia dei morti viventi” di George Romero a Carpi, la rassegna “Cinecomunità” a Sassuolo, per un totale di 17 film nelle tre serate), la musica (con un reading musicale di Vinicio Capossela, il folk di Woody Guthrie con Maurizio Bettelli e quello più nostrano di Romagna DOC), i libri, le iniziative per bambini e ragazzi.
Oltre venti le mostre proposte in occasione del festival: la prima personale in Italia dell’ americano Christian Holstad, una trilogia di mostre fotografiche che ricostruiscono i cambiamenti di una comunità cittadina dagli anni Venti a oggi, che culmina con un’esposizione fotografica di Olivo Barbieri, un’installazione di Ascanio Celestini dedicata alla memoria dei campi di sterminio, un’esposizione di figurine sul “catalogo degli umani tra ‘800 e ‘900” e una dedicata ai cimeli del generale Garibaldi, eroe dei due mondi.
E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per 50 ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 20 settembre è previsto il “Tiratardi”, con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.

MOSTRE, VENTISETTE ESPOSIZIONI NEL SEGNO DELLA COMUNITÁ

Da Mimmo Paladino a Olivo Barbieri, il festival mette in mostra la comunità, fotografando le epoche, catalogando gli umani, rendendo omaggio agli eroi. Da Mimmo Paladino a Christian Holstad, da Olivo Barbieri a Daria Menozzi, dalla Modena degli anni Venti a quella degli anni Cinquanta, fino alle figurine sul “catalogo degli umani”. Ma anche gli oggetti smarriti di Ascanio Celestini, reliquie garibaldine e il fenachistoscopio, una sorta di lanterna magica. Sono alcuni dei temi a cui sono dedicate le mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo, a cui si affiancano 15 esposizioni ideate dalle gallerie d’arte private delle tre città (vedi comunicato stampa successivo), in programma dal 18 al 20 settembre per la nona edizione del festivalfilosofia.

Modena

Cinque silenziose statue di bronzo accolgono il visitatore che si affaccia all’Atrio del Palazzo dei Musei. Il loro profilo arcaico e intemporale, lo sguardo privo di soggettività, l’enigmatica fissità dei gesti, l’ordine composto come in una rappresentazione cerimoniale ne segnalano subito il carattere simbolico e corale. Sono i “Testimoni”, fra le opere più alte di Mimmo Paladino che il festival ha voluto convocare come icona della comunità, rinnovando e arricchendo l’amicizia che lega questo artista con la città di Modena. La collocazione dei “testimoni” nell’Atrio del Palazzo dei Musei, in dialogo straordinariamente espressivo con i resti classici del Lapidario, è stata resa possibile dalla collaborazione con Confindustria Modena.

Un viaggio per immagini partendo dalle piccole città, teatri dove si mettono in scena parole, gesti e valori comuni, in una sorta di etnologia del passato prossimo della provincia italiana. E’ questa la nota ispiratrice di un trittico di mostre fotografiche allestite nella sede di Modena in occasione del festivalfilosofia.

La prima “Modena, dagli anni Venti al Dopoguerra”, presso la Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, raccoglie gli scatti d’epoca della collezione Umberto Tonini: testimoni e attori sono qui le piazze e i muri della città su cui sfilano - come su uno schermo - parole, messaggi, immagini dipinte e incollate che segnalano e commentano gli eventi della grande e piccola storia collettiva. Il decennio successivo è raccontato nella mostra “Anni Cinquanta: Modena e l’Italia della rinascita”, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e allestita nei rinnovati locali dell’Ex Ospedale Sant’Agostino. Oltre 150 scatti in cui tute e divise, Vespe e Lambrette, le mitiche utilitarie Fiat, balere, corriere e cucine economiche si mostrano come veri e propri emblemi di una rinascita che non fu solo di Modena, ma dell’intero Paese.

Con un balzo verso il presente, la mostra di Olivo Barbieri “Site specific_MODENA 08”, presso la Galleria Civica, misura tutta la distanza percorsa: con uno sguardo eccentrico, già intriso degli sky-lines delle metropoli e delle global cities, l’autore osserva la città da un elicottero e ne restituisce un paesaggio a doppio fuoco: i quartieri edificati risultano virati come modelli disegnati a china, mentre affondi quasi pittorici vi catturano il gesto e la presenza di una umanità varia e nuova per provenienza e per costumi.
Lo sguardo eccentrico e alieno da ogni intento pittoresco caratterizza anche le opere fotografiche di Andreoni, Campigotto, Ferrero Merlino, Pirito, Rivetti, Thorimbert, esposte in “Due”, la mostra dedicata al secondo nucleo di acquisizioni della Collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il percorso espositivo – oltre 80 opere collocate negli spazi dell’Ex Ospedale Sant’Agostino – presenta paesaggi naturali resi come artifici, algide indagini in luoghi di tradizione, scarti di vite ordinarie e individui che osservano il deserto del reale chiusi nella loro particolare bolla protettiva.

Non la società italiana, ma quella americana con i suoi paradossi, miti e ideologie è il campo d’indagine della mostra “Christian Holstad. I Confess”, prima personale italiana dell'artista americano che alla Galleria Civica di Modena si “confessa” in una ideale via crucis dove scultura, disegno, collage e assemblage si sommano in un personalissimo riciclo di icone, ideologie e oggetti del recente passato statunitense. L’artista, ospite del festival, cura anche un vj-set presso il Chiostro del Palazzo Santa Margherita durante la notte di sabato 19 settembre.
La Galleria Civica propone anche la mostra di Ana Maria Bresciani “Omnia Vincit Labor”. Uno strumento di animazione dal nome tanto complicato quanto evocativo, il fenachistoscopio, una sorta di lanterna magica da cui è discesa l’invenzione del cinematografo, consente ai visitatori di interagire con una serie di immagini, tra cui la riproduzione di un quadro anonimo rinvenuto dall’artista nell’archivio del Patronato dei Figli del Popolo: una figura femminile, icona della Patria italiana, che accoglie al suo cospetto alcuni ragazzi in divisa, segno della dignità del lavoro (Omnia Vincit Labor) e del ruolo educativo e disciplinare che esso rivestiva nella cultura post-unitaria.

Misurazioni antropometriche, rappresentazioni “segnaletiche” fondate sulla fisiognomica, assimilazione dei tratti somatici a caratteristiche razziali portatrici di un giudizio di valore: nelle figurine tra ‘800 e ‘900 si visualizzano le trasformazioni di una cultura scientifica che stava includendo la razza nella cornice dell’evoluzionismo e gli usi di un pensiero sociale che assumeva connotati spesso apertamente razzisti. Quasi 800 se ne possono ammirare al Museo della figurina, dove la mostra People. Il catalogo degli umani fra ‘800 e ‘900 ripercorre come in una vera e propria enciclopedia il catalogo delle popolazioni allora conosciute, secondo piste di lettura che sottolineano la geografia delle razze, la specificità dei costumi e i paradigmi della classificazione (Modena, Museo della Figurina e Museo Civico Etnologico).

La mostra “Recto – Verso”, presso la Biblioteca Estense Universitaria, riflette la storia della Biblioteca e del suo patrimonio dall’apertura al pubblico (1764) fino ai giorni nostri. Documenti dell’archivio della Biblioteca, lettere, ritratti di bibliotecari, opere a stampa costituiscono un breve excursus sull’origine della raccolte e sul percorso compiuto per giungere alla maturazione del concetto di “apertura”.
I Musei Civici di Modena rendono omaggio a Garibaldi con la mostra “La stanza dell’eroe” che raccoglie come in una camera delle meraviglie le sue “reliquie laiche”: oggetti toccati o appartenuti al Generale, cimeli sorprendenti come quelli che costellarono la penisola di piccoli sacrari devozionali, portatori della nuova religiosità patriottica (Palazzo dei Musei - Musei Civici).

Carpi

Ascanio Celestini è l’autore dell’installazione “Oggetti smarriti”, presso il Museo del Deportato di Carpi: premendo un tasto, i poveri oggetti raccontano al visitatore la propria storia.
“Da dieci anni - racconta Celestini - registro voci. Minatori e contadini, operai e impiegati, lavoratori precari e casalinghe, medici e infermieri, preti e pazienti, cuochi e deportati. Centinaia di persone senza più una faccia che abitano uno spazio immateriale. E accanto a queste parole messe in fila su audiocassette, minidisc, cd e videocassette ho un piccolo magazzino di oggetti smarriti. Da una parte c’è una vita senza corpo e dall’altra un corpo senza vita. Così ho messo le prime sei voci in cinque oggetti (due di esse appartengono a due sorelle e abitano uno stesso pezzo). L’ho fatto pensando che si sarebbero conquistati un senso nuovo. Indipendente da quello che avevano in origine. Indipendente anche dalla mia volontà. Infatti ho scelto le accoppiate senza rifletterci molto. Per assonanza, per un’impressione, per caso. Accanto ci ho messo una lampada che in uno spazio buio lo illumini in maniera semplice. Lo spettatore-ascoltatore ci si avvicina, spinge un pulsante e l’oggetto gli racconta qualcosa. Si riprende dallo smarrimento”.

“Il dilettevole giuoco dell’oca e la sua storia” è la mostra allestita a Palazzo dei Pio e presso la Torre dell'Uccelliera: preziose tavole originali della Raccolta Bertarelli di Milano e del collezionista Piergiuseppe Piersanti documentano la storia di questo gioco antichissimo, le figure e i temi delle diverse caselle, il legame con la storia e col costume e anche la correlazione con altri giochi moderni di percorso.

Sassuolo

Presso la Galleria Paggeriarte la videoinstallazione di Daria Menozzi “Moltitudine pubblica#1” allestisce i volti dei singoli che dormano comunità, e specificamente quella di Spilamberto, in un montaggio che attraversa generazioni e culture.
Ogni anno il festivalfilosofia ha prodotto un’immagine ufficiale che ha interpretato in modo creativo il tema dell’edizione. Diffusa sul sito web e sui muri delle città nei giganteschi manifesti 6x3, questa immagine ha rappresentato il festival e la sua volontà di comunicare il sapere in forme inconsuete e popolari. La mostra “Manifestival” che arreda le pareti del grande corridoio dell’Ospedale di Sassuolo riunisce tutte queste immagini e porta il segno del festival anche a chi non può ritrovarsi quest’anno assieme agli altri nelle piazze della città.

LE GALLERIE D’ARTE DI MODENA, CARPI E SASSUOLO RACCONTANO LA COMUNITÁ

Sono 14 le gallerie d’arte private di Modena, Carpi e Sassuolo che con altrettante mostre contribuiscono alla riflessione sul tema del festivalfilosofia. Dipinti, sculture, collages e installazioni di artisti contemporanei rappresentano i diversi volti de

Attraverso le opere di artisti contemporanei 10 gallerie di Modena - e per la prima volta anche due di Carpi e due di Sassuolo - partecipano alla nona edizione del festivalfilosofia sulla comunità. Le gallerie hanno risposto al tema con una propria progettazione autonoma che attraversa gli stili di vita, la società contemporanea, le sue forze di aggregazione, ma anche la contaminazione tra le diverse etnie, la memoria collettiva e la libertà - o solitudine - del singolo rispetto alla comunità. Per consultare l’elenco completo delle gallerie d’arte private che espongono per il festivalfilosofia e le schede relative a ciascuna mostra basta andare sul sito www.festivalfilosofia.it nella sezione “mostre e installazioni” e di qui cliccare in fondo alla pagina sul link “Le gallerie d’arte per il festivalfilosofia”.

A Modena

La contaminazione non è un termine astratto, né un argomento unicamente da cultural studies. È un’esperienza che facciamo tutti, qui e ora, perché nessun luogo può ormai essere più semplicemente locale. Gli sbarchi dei clandestini lungo le coste italiane o l’incidenza delle etnie straniere in una comunità come quella modenese indicano che, domani, la cittadinanza dovrà essere più inclusiva e l’appartenenza non svanirà, ma forse avrà un volto (e tratti somatici) diversi, più mischiati. Ne esplorano le potenzialità espressive due artisti, Antonio Riello e Silvia Levenson, nelle loro esposizioni e installazioni.

“Community Face”, proposta da Betta Frigieri Arte Contemporanea è la riflessione di Antonio Riello sul tema della comunità cittadina: due maschere in cartone raffigurano i volti di due emiliani “medi”, i cui tratti somatici si sono fusi con quelli di varie comunità etniche presenti a Modena, africane e orientali. I visitatori, durante le tre giornate del festival, sono invitati a indossare la riproduzione di queste maschere come segno di appartenenza, seppur temporanea, alla città Modena.

I “Piccoli Ulisse” dell’artista argentina Silvia Levenson, proposti nell’Open space della Galleria San Salvatore viaggiano con canotti neri e remi di vetro: rappresentano alcuni dei tanti clandestini fatti sbarcare in un paese sconosciuto o prima ancora persi per mare e fanno riflettere sulla fragilità stessa del viaggio e dei nostri strumenti di salvezza. Nella stessa galleria anche “Doppio gioco” di Mauro Ghiglione.
Esistono luoghi in cui la comunità ha depositato, conserva e tramanda le prprie memorie. Alla Galleria D406, nella mostra personale del modenese Andrea Chiesi “Comunità di memoria. I luoghi”, l’artista rappresenta con pitture a olio gli archivi storici e le biblioteche della città, colti nella suggestione di spazi vuoti, essenziali. Completano la mostra un centinaio di disegni che ritraggono la comunità come insieme indistinto di tante figure umane.

Alla Galleria Studio Vetusta l’artista Gilda Scaglioni partecipa alla riflessione sulla sulla memoria con la mostra "77: maramures, sapànta, cimitirul, vesel" curata da Patrizia Silingardi e Sonia Schiavone, con la consulenza di Adriana Jebeleanu. Il titolo dell’esposizione deriva da un remoto distretto della Romania: Maramures, dove si trova il Cimitirul Vesel della cittadina di Sãpanta, creato tra il 1934 e il 1977 dall’artista Joan Stan Patras: un cimitero fuori dell’ordinario in cui, attraverso la profusione cromatica e l’ironia degli epitaffi, vengono celebrate l’allegrezza e la gioia. Gilda Scaglioni ne propone una personale trascrizione, che fa perno sullo stupore e sulla meraviglia.
Numerose le personali: Sabrina Miconi espone i suoi coloratissimi “Pinocchi and Friends” presso la Galleria Punto Arte; i collages e i diapo-collages di Dominique Vaccaro sono in mostra alla Galleria Amphisbaena; le tele di Mattia Scappini, dedicate ai “Confini passanti” sono esposte nella Galleria di Francesca Castelli.

Non mancano anche originali proposte “collettive”: la Galleria 42 Contemporaneo presenta Ottomani (Mattia Barbieri, Jorg Nittenwilm, Adriana Jebeleanu e Stefano pasquini), un collettivo che lavora in sito a un’opera comune, mentre la Galleria Art Eqyp propone unità.com (Mauro Barbieri, Grazia Sarcina, Arnaldo Vignali, Francesca Pasquali e Bruno pegoretti), una simultanea di artisti che incrociano diversi orientamenti stilistici.
Ad indirizzo storico ricostruttivo è infine la mostra “Le comunità spontanee. Modena 1969 – 1999”, che la Galleria Spazio fisico dedica ai tempi mitici dell’Osteria Tondelli.

A Carpi

Undicesimo comandamento, ossia la necessità dell’amore. E’ il tema dell’esposizione “11th commandment” di Barbara Uccelli, presso la galleria Abitart di Carpi: la mostra fotografica ne indaga l'istinto, la forza, la disperazione e la semplicità. Il messaggio è rafforzato da una performance che si realizza nell’immobilità: un lungo abbraccio in pubblico finché i due corpi, che si fondono come in un blocco marmoreo, allo sfinimento delle forze, non si separano e cadono a terra svenuti, dividendosi definitivamente. Tentativo di fusione d’amore e sua catastrofe.
Sempre l’amore, ma quello per il nostro pianeta, è al centro delle fotografie di Aldo Meschiari, esposte presso la Galleria d’Arte Soho di Carpi nella mostra “Obiettivo Terra”. Il pianeta è un bene comune, una risorsa da preservare a uso delle generazioni future, ma anche un patrimonio visuale. Acque, ghiacciai, nevi, cime, mari: il presente della Terra dove la natura resta incontaminata e, per contrasto, il futuro dell’umanità che rischia di scomparire.

A Sassuolo

Presso i Magazzini Criminali in piazzale Gazzadi, il fotografo Fabio Boni espone "Dentro le case con le persone" a cura di Luiza Samanda Turbini. La mostra riporta alla vista ritratti familiari normalmente presenti nelle case di ciascuno di noi: alcune di queste fotografie sono esposte e visibili tutti i giorni, sui mobili, accanto al letto, sulle vetrine, nei soggiorni. In mostra in uno spazio pubblico, queste immagini attivano per i visitatori un prezioso esercizio di memoria comune.

Container Art Gallery propone”, “Connections mostra di Stefano Fioresi e Patrizia Giacobazzi: i soggetti delle opere esposte sono tratti da foto scattate durante viaggi di ricerca, nel caso di Fioresi, e a Sassuolo, suo paese natale, nel caso di Giacobazzi. Nelle opere di Fioresi si rappresentano immagini di vita quotidiana di una delle più importanti metropoli del mondo, New York, in un modo che appare del tutto in continuità con quella di una città di provincia come Sassuolo, il cui patrimonio artistico viene catturato negli scatti di Patrizia Giacobazzi. Le opere vengono esposte affiancate/alternate/unite tra loro da “fili connettivi” ideali, e al tempo stesso reali, così che entrino a far parte le une delle altre.
In mostra anche l’installazione “Sogno di un Avatar”, di Alessandro Zannier, ispirato al suo nuovo album “Le Notti Di Oz”.

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia
tel.059/2033382

Programma completo su http://www.festivalfilosofia.it

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Da venerdì 18 a domenica 20 settembre

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