Villa Manin
Codroipo (UD)
piazza Manin, 10 (frazione Passariano)
0432 821211 FAX 0432 908387
WEB
Due mostre
dal 23/9/2009 al 6/3/2009
dal 26 sett al 1 nov 9-19. Dal 2 nov a fine mostra lun-giov 9-18, ven, sab, dom 9-19
049 663499
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Segnalato da

Studio Esseci




 
calendario eventi  :: 




23/9/2009

Due mostre

Villa Manin, Codroipo (UD)

L'eta' di Courbet e Monet. La diffusione del realismo e dell'Impressionismo nell'Europa centrale e orientale presenta una serie di capolavori che analizzano il rapporto tra la nascita della cosiddetta scuola di Barbizon in Francia e la diffusione del Realismo e del Naturalismo nei Paesi dell'Europa centrale e orientale. La mostra si concentra su 4 distinti capitoli - Boschi e campagne, Citta' e villaggi, Acque, Ritratti e figure. La personale di Matteo Massagrande 'Scene d'Ungheria' presenta una quarantina di opere di grandi dimensioni. L'artista e' stato scelto appositamente dal curatore, come evento collaterale della mostra 'L'eta' di Courbet e Monet' in quanto incarna la capacita' di declinazione attuale del tema del paesaggio, delle acque e delle citta', ovvero dei grandi filoni della produzione artistica nell'Europa del secondo '800. A cura di Marco Goldin.


comunicato stampa

L’ETÀ DI COURBET E MONET. La diffusione del realismo e dell’impressionismo nell’Europa centrale e orientale
A cura di Marco Goldin

Con questa mostra straordinaria, ricca di capolavori, viene per la prima volta organicamente studiato e raccontato in una esposizione un aspetto peculiare della cultura figurativa europea del XIX secolo. E cioè il rapporto tra la nascita della cosiddetta scuola di Barbizon in Francia e la diffusione del realismo e del naturalismo nei Paesi dell’Europa centrale e orientale. E subito dopo, a partire dagli anni settanta a Parigi, come l’affermazione dell’impressionismo abbia segnato in modo fondamentale la pittura di molte tra quelle nazioni, addirittura fino a XX secolo inoltrato.

Viene anche idealmente aperta l’offerta espositiva di Villa Manin ad un pubblico effettivamente soprannazionale, in considerazione del fatto che la Villa è al centro di un territorio che, al di là dell’Italia, si estende su Carinzia, Tirolo, Stiria, Baviera, Slovenia e Croazia, un ambito entro cui gravitano milioni di persone di lingue diverse ma unite dal linguaggio universale dell’arte.
Proprio in virtù di questo ambizioso progetto, la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Azienda Speciale Villa Manin hanno chiesto a Marco Goldin di creare una mostra che, per tema e ambito, potesse rivolgersi a un pubblico realmente internazionale, il pubblico “nuovo” che Villa Manin ambisce ad attrarre. Ad affiancare i due Enti regionali è Linea d’ombra libri, con l’apporto fondamentale anche della Fondazione CRUP, Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste, Fondazione CARIGO e Fondazione Antonveneta.

Facendo ricorso a 120 opere, provenienti da musei di tutto il mondo, e come logica prosecuzione di alcuni recenti progetti curati da Marco Goldin, la mostra sviluppa una storia che non verrà illustrata attraverso una banale suddivisione nazionale, ma piuttosto si esprimerà con una tematizzazione che metterà puntualmente a confronto i dipinti francesi con quelli dei diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale. Così da scoprire, non nella genericità dei nomi ma appunto dalla precisione degli accostamenti, la misura profonda di una lezione, quella francese, che nel secondo Ottocento ha dilagato in tutta Europa.
La mostra si concentrerà entro quattro distinti capitoli - Boschi e campagne, Città e villaggi, Acque, Ritratti e figure - che ovviamente molto saranno aderenti al senso del paesaggio, vero esprit del XIX secolo, ma indugeranno anche su altro

Il puntuale resoconto dei rapporti tra Parigi e le grandi capitali del centro ed est Europa, darà luogo in mostra all’istituzione di un dialogo che si sviluppò sì nell’accostarsi al mondo del realismo e del naturalismo di Barbizon prima e dell’impressionismo poi, ma che seppe anche trattenere quelle affascinanti caratteristiche nazionali che hanno fatto di tanta pittura ottocentesca del centro ed est Europa un caso di assoluta e indimenticabile bellezza.

I viaggi degli artisti, e poi anche dei grandi collezionisti, verso Parigi non sono dunque che il punto di partenza che l’esposizione vuole evidenziare, fissandosi poi però alle caratteristiche di novità che quel vento portò verso Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Monaco, Zurigo, Vienna, Mosca, San Pietroburgo, Varsavia, Praga, Budapest, Bucarest e tanti altri centri. E non solo i viaggi verso Parigi, ma anche le mostre che in molte di queste capitali portarono le opere degli stessi artisti francesi. O addirittura taluni quadri che in quelle nazioni vennero realizzati soltanto sul racconto di chi a Parigi era stato, e testimoniava ai pittori che mai vi erano giunti il loro entusiasmo.

Quindi la rassegna di Villa Manin si raccoglierà dapprima attorno ai dipinti di maestri celebri quali Courbet, Corot, Daubigny, Millet, Rousseau solo per dire di alcuni che hanno fatto dell’impronta legata al realismo e al naturalismo la loro forza. Poi si avvicinerà gradualmente al primo tempo impressionista, con un folto e meraviglioso gruppo di opere di Manet, Monet, Bazille, Caillebotte, Sisley, Renoir, Pissarro, Degas, Cézanne fino all’esplosione dello stesso impressionismo nel suo tempo più pieno, anche con il coinvolgimento di Vincent van Gogh, presente nell’esposizione friulana con tre, motivatissime opere, la prima una grande, straordinaria tela del periodo olandese e le altre, due sensibilissime versioni della Senna a Parigi. Quadri provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo e dal Van Gogh Museum di Amsterdam.

Di volta in volta cercando, e trovando, concordanze di soggetto e linguaggio con i migliori pittori del centro ed est Europa, che quindi saranno agli artisti francesi accostati sulle pareti di Villa Manin. Pittori, almeno alcuni, in Italia non così noti, ma spesso di inarrivabile bellezza e che talvolta hanno gareggiato con gli impressionisti nella precoce realizzazione di certi temi, come nel caso del grande pittore ungherese Pál Szinyei Merse. E poi da Levitan a Serov in Russia, da Chelmońsky a Podkowinski in Polonia, da Grigorescu e Andreescu in Romania a Chitussi nella Repubblica Ceca, da Leibl a Liebermann in Germania, da Calame al giovane Hodler in Svizzera, da Mesdag a Maris in Olanda, da Rops al primo Ensor in Belgio, da Schuch a Wiesinger – Florian in Austria, solo per fare alcuni nomi tra i tanti che saranno portati a conoscenza del pubblico italiano.

Per far infine comprendere, per la prima volta, il senso di un percorso che ha indubbiamente segnato in modo profondo alcuni decenni di pittura nel secondo Ottocento nel vecchio Continente. Attraverso opere universalmente conosciute, come quelle degli impressionisti francesi, e opere che gareggiano con quelle per fascino anche se non per notorietà. Così Villa Manin porterà alla luce una pagina d’arte straordinaria e il visitatore potrà avvicinarsi a qualcosa di non completamente conosciuto.

Mostra promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Azienda Speciale Villa Manin in collaborazione con Linea d’ombra Libri. Con il fondamentale contributo di Fondazione CRUP, Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste, Fondazione CARIGO, Fondazione Antonveneta.
Catalogo, a cura di Marco Goldin, edito da Linea d’ombra Libri.

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Matteo Massagrande. Scene d'Ungheria
a cura di Marco Goldin

Immergersi nell'immensità della Pustza, specchiarsi nelle tranquille acque del Balaton, addentrarsi nella babele della vecchia Buda.
Scoprire come un artista sappia trasmettere lo spirito profondo di un luogo, soprattutto se quel luogo egli lo avverte come proprio pur non essendoci nato ma forse proprio per questo riuscendo a sviluppare una capacità di osservazione e confronto ancora più articolata.

Queste le sensazioni che il visitatore è chiamato a vivere nei grandi spazi dell'Esedra di Levante di Villa Manin di Passariano visitando "Scene d'Ungheria", la grande mostra a tema che Matteo Massagrande propone dal 25 settembre al primo novembre 2009. Una quarantina di grandi e grandissime opere, più della metà create proprio per questa esposizione.
Marco Goldin, che è il curatore della rassegna di Massagrande, l'ha voluta perché l'artista veneto-ungherese incarna come pochi la capacità di declinazione attuale del tema del paesaggio, delle acque e delle città, ovvero dei grandi filoni della produzione artistica nell'Europa del secondo Ottocento affrontati poche decine di metri più in là, nel corpo centrale della magnifica reggia dei Manin, nella grande mostra "L'età di Courbet e Monet. La diffusione del realismo e dell'impressionismo nell'Europa centrale o orientale".

Un legame, quello tra Massagrande ed i maestri del naturalismo, sia francese che centro europeo e ungherese in particolare, fatto di tensioni, d'atmosfere, di qualità pittorica. Di colori particolari, di erba che è più erba di altre.

"Passeggio tanto nei campi ungheresi, proprio - ricorda Massagrande - per capire cosa significhi l'immancabile esclamazione da parte di mia moglie che tornando nella sua terra dice ogni volta: "Ma non vedi che qui il verde è diverso? È verde ungherese. Il cielo poi.". Certo che lo vedo, ma capirlo, e poi riportarlo sulla tela, è un'altra storia. Divido il mio lavoro tra lo studio padovano e quello di Hajòs in Ungheria. Sono sedici anni che faccio queste lunghe passeggiate solitarie nella pianura ungherese, nelle città, nella puszta, lungo il lago, nei campi, col sole, con la neve, quando c'è nebbia, un po' come facevo da ragazzo per capire il paesaggio veneto. Camminando, penso e pian piano capisco. Per capire il paesaggio ungherese devi avere dei ricordi che ti leghino a quella terra, devi conoscere l'alfabeto segreto di quel paesaggio per poterlo leggere e poi citarlo, altrimenti si comporta come con tutti - bello, disteso, maestoso - ma non ti fa vedere il suo blu o verde, quelli sinceri. Gli alberi a volte sono blu. Magari per cinque minuti, per uno strano gioco di luce lo sono davvero.

Mentre dipingo l'Ungheria ho caldo, freddo, cambio umore, e sono io.
Dico sono io, perché ho sempre dipinto il mondo attorno a me. Tutto ciò che posso toccare, annusare, respirare, spostare o mettere in tasca, in testa, nel cuore. Non sono mai stato tentato di dipingere temi lontani dai miei sensi, perché solo così posso esprimere che nel mondo è tutto collegato: le luci, gli odori, i tempi. Ho bisogno di sentire, prima di dipingere la neve, il suo rumore sordo sotto i piedi, di portarla attaccata alle scarpe in casa e dopo, vederla sciogliersi sul pavimento che diventa di un lucido diverso.

Lo faccio istintivamente fin da bambino. Osservo il mondo attorno a me, lo metto nel cassetto di uno dei miei sensi e dopo lo ritrovo in un quadro. La terra ungherese, nella sua apparentemente immutata pianura, è in costante cambiamento anche decine di volte al giorno. Cambiano i colori, gli odori, le strutture. L'architettura del paesaggio magiaro è data dal cielo che domina quello stesso paesaggio come non ho visto in nessuna altra parte del mondo.

Anche quando non lo guardi. Senza quel cielo, quelle nubi, quell'infinita gamma di sfumature che si riescono a vedere in una sola giornata, i colori sottostanti del resto del paesaggio avrebbero meno senso pittoricamente. Senza quel peso di cielo, non ti accorgeresti di un fenomeno incredibile che mio figlio mi ha fatto notare un giorno d'estate dicendo: guarda, babbo, le erbe non osano a muoversi.
Ho imparato da lui, in quel momento, cosa mi affascinava così tanto da anni e che volevo si sentisse sulla tela: davanti al paesaggio ungherese non ci si sente piccoli come davanti a un monte, non ci si sente soli come nel deserto, non ti ingoia come un canyon o una cascata . Non osi muoverti. Non per paura. È l'immobilità dei momenti felici".

La mostra di Matteo Massagrande prosegue dal 25 settembre al 1 novembre 2009
presso l'Esedra di levante di Villa Manin
Orario: tutti i giorni dalle 13 alle 19
Ingresso libero

Servizio prenotazioni e informazioni
Call center tel. 0422.429999, fax 0422.308272
http://www.lineadombra.it
biglietto@lineadombra.it

Ufficio Stampa: Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
tel. 049.663499
info@studioesseci.net
W.S. http://www.studioesseci.net

Immagine: Matteo Massagrande

Vernissage per la stampa 24 settembre 2009, ore 11

Villa Manin
Piazza Manin, 10 Codroipo (UD)
Orario: dal 26 settembre al 1 novembre ore 9-19
Dal 2 novembre a fine mostra da lunedì a giovedì ore 9-18, venerdì sabato e domenica ore 9-19
Chiuso 24, 25 e 31 dicembre 2009. 1 gennaio 2010 ore 11-19.
Ingresso: intero 10 €, ridotto gruppi 8 €, ridotto scuole 6 €.

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