Hybris. L'artista costruisce la mostra a partire da una riflessione sul lavoro del matematico e filosofo Charles Babbage, il primo a progettare un calcolatore programmabile in ottone. Babbage si ispiro' al telaio di Joseph Marie Jacquard, adattandone le schede perforate utilizzate nella produzione tessile. Chiasera potenzia il processo di slittamento creativo che ha visto Babbage modificare la struttura di Jacquard, ricostruendo la macchina del matematico inglese e trasformandola in uno strumento per l'amplificazione musicale.
L’artista costruisce la mostra a partire da una riflessione sul lavoro del matematico e filosofo britannico Charles Babbage, il primo a progettare un calcolatore programmabile in ottone. Babbage si ispirò per la sua macchina per il calcolo, al telaio di Joseph Marie Jacquard, adattandone le schede perforate utilizzate nella produzione tessile.
Chiasera potenzia il processo di slittamento creativo che ha visto Babbage modificare la struttura di Jacquard, ricostruendo la macchina del matematico inglese e trasformandola in uno strumento per l’amplificazione musicale. La struttura è realizzata in legno ed un sistema di diffusione sonora digitale le permette di diventare cassa armonica. La potenzialità di calcolo voluta da Babbage viene tradotta in potenzialità musicale. La macchina diffonde nello spazio una melodia nostalgica che evoca il suono di un carillon, il pezzo è composto da Andrea Portera ed eseguito dal pianista Andrea Lucchesini.
ll fallimentare tentativo di Charles Babbage di costruire una macchina per il calcolo diventa l’incipit del processo immaginativo di Chiasera che fa dell’imperfezione, dell’errore, un momento fondamentale per lo sviliuppo del progetto di mostra. L’errore è parte costitutiva, generativa dell’opera, il processo creativo sembra nutrirsi continuamente delle sue stesse rovine. E’ l’imperfezione della macchina di Babbage, nel progetto dell’artista, a porre le basi della sua deriva poetica.
In mostra la macchina è posizionata nel secondo spazio espositivo mentre nella prima stanza una serie di opere suggeriscono al visitatore l’evoluzione del progetto evidenziandone alcuni aspetti fondanti. Al centro dello spazio troviamo La misura dell’errore, una vetrina che raccoglie i residui, gli errori, le false piste che hanno caratterizzato lo sviluppo della ricerca. Si tratta di un metro di cenere prodotta dalla combustione degli scarti progettuali ed un libro che li documenta fotograficamente. Alle pareti le tre opere su carta Hybris rappresentano alcune parti della macchina di Babbage e tracciano un percorso di avvicinamento alle caratteristiche morfologiche e strutturali del macchinario funzionali al suo slittamento concettuale.
Sulla parete opposta le opere Approach to Identity sottolineano 3 aspetti fondamentali dello sviluppo del progetto: dispersione, implosione e analogia. La foresta evoca la dispersione, un disorientamento che può causare una momentanea perdita di rotta ma che spesso arricchisce la ricerca di stimoli inattesi; nella seconda opera l’esplosione nucleare in 15 foto subisce un paradossale processo di implosione, l’erosione progressiva dell’immagine a causa di un agente fissativo ad a indicare i limiti della tecnica, la frattura che spesso si apre tra idea e pratica, tra ambizione progettuale ed esito fattivo. In ultimo la terza carta suggerisce il processo di analogia, lo sviluppo di un pensiero associativo che ha portato l’artista a modificare la destinazione d’uso della macchina di Babbage.
Inaugurazione Giovedi' 12 Novembre ore 19
Francesca Minini
via Massimiano, 25 MIlano
Orari di apertura dal martedì al sabato dalle 11 alle 19.30
ingresso libero