Opere su carta degli anni Cinquanta. Un periodo segnato dalla sua partecipazione attiva al clima fervido della pittura di segno che Michel Tapie' definiva allora "autre". Sono esposte tempere che documentano il suo procedere dalle suggestioni ricevute da Kandinsky e da Hartung verso un modo in tutto personale di intendere il segno, in lui sempre in cerca di una frontiera di incanto e di rigoglio cromatico.
Antonio Sanfilippo torna a Milano dopo lunghi anni di assenza. Al cuore degli anni Cinquanta, in
particolare, le sue ripetute personali alla Galleria del Naviglio segnalarono la sua partecipazione
attiva al clima fervido della pittura di segno che Michel Tapié definiva allora "autre".
Proprio sugli anni Cinquanta si incentra la mostra di oggi; e in particolare attorno all’opera su carta,
alla quale il pittore lungamente e felicemente attese. Sono tempere, sovente finitissime, che
documentano il suo procedere dalle suggestioni ricevute da Kandinsky e da Hartung (la cui
conoscenza data dal tempo trascorso da Sanfilippo a Parigi) verso un modo in tutto personale di
intendere il segno, in lui mai soltanto aspro e riassuntivo, ma sempre in cerca di una frontiera di
incanto e di rigoglio cromatico. La mostra è accompagnata da un volume prestigioso, edito dalle
Edizioni De Luca, che ripercorre tutta l’opera su carta del pittore, dagli esordi alla morte precoce,
nel 1980, cui subito seguì una vasta antologica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma,
prima di numerose retrospettive destinatagli da alcuni dei più importanti musei italiani.
Antonio Sanfilippo nasce a Partanna, in provincia di Trapani, nel 1923. Dopo aver frequentato il
liceo artistico a Palermo, avendo per compagno Pietro Consagra, e l’Accademia a Firenze, ove è
allievo di Felice Carena, si stabilisce a Roma nel 1946, frequentando lo studio di Guttuso.
Il tempo della sua maturità venne in coincidenza con le agguerrite teorizzazioni di "Forma", il
primo gruppo italiano del secondo dopoguerra a professare un credo astratto. La pienezza del suo
fare giunse qualche anno dopo, nella prima metà dei Cinquanta, quando inizia ad avvicinare –
inizialmente sulla scorta di esperienze avvistate nei soggiorni a Parigi – una ‘figura’ costituita
assieme dal segno e dal colore. All’elaborazione della nozione di segno – "un segno povero che non
ha né storia né tradizione", scrive – Sanfilippo dedica poi i suoi anni a venire, cercandovi tutti i
possibili nascondimenti dell’immagine: attraverso il segno, mai disgiunto da un colore incantato e
felice, cerca "una rappresentazione immaginaria della realtà", o "una fantasia della realtà", o ancora
una "nuova rappresentazione della nuova realtà". Sono venute così scritture magiche, poi gorghi
profondi, colonne di luce, e nuvole, galassie, vortici: immagini, tutte, che, come volevano Giuseppe
Marchiori e poi un compagno di strada come Piero Dorazio, toccano dappresso la poesia.
Nell’occasione verrà presentato il volume di Fabrizio D’Amico "Sanfilippo. Le carte".
De Luca Editore-Roma
Inaugurazione giovedì 19 novembre 2009 alle ore 18,30
Claudia Gian Ferrari Studio di Consulenza per il ‘900 italiano e Arte Contemporanea
via Filippo Corridoni 41 20122 Milano
La mostra rimarrà aperta fino al 23 dicembre 2009 con i seguenti orari:
lunedì – venerdì 10.00 - 19.00
sabato solo su appuntamento
Ingresso gratuito