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Maria Battista
dal 22/11/2009 al 27/11/2009
martedi' - venerdi' 16-19 solo su appuntamento

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Maria Battista



 
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22/11/2009

Maria Battista

TufanoStudio25, Milano

Da una tela all'altra. Attraverso fondi neri o rosati, la pittrice scontorna i propri esseri e li fa dialogare con la loro immagine riflessa.


comunicato stampa

Nelle tele di Maria Battista si intravede una sorta di respiro fatto di carne, figure umane non connotate sessualmente che vivono all'interno della tela. Sono spesso figure nude, di un rosa violaceo, appollaiate sopra uno specchio o immortalate in ritratti. Attraverso fondi neri o rosati, la pittrice scontorna i propri esseri e li fa dialogare con la loro immagine riflessa. Ma la riflessione non si ferma nella singola immagine, c'è un ritmo che si percepisce nella moltiplicazione delle figure su trittici e dittici.

Il riflesso così rimbalza da una tela all'altra quasi a formare una sequenza. Ho trovato interessante cogliere questo aspetto filmico nell'opera di Maria, parchè permette di aprire un campo di riflessione più vasto, al di là dell'analisi di componenti prettamente formali od espressive.

Passaggio. Una parola adatta, che mi piace associare a questa pittura. Ma anche cambiamento, trasformazione. Tutti concetti che implicano l'idea di temporalità, di uno spazio che prende vita nel tempo. A allora parchè non vedere tutta l'opera di Maria Battista, come una lunga timeline, una pellicola fatta di riflessioni ( mentali e non) e di rimbalzi, respiri. Una pellicola fatta di pittura. Non è facile trovare una narrazione univoca, in questo film. Non un inizio, non un fulcro, né una fine. Tutto si posiziona in una temporalità ambigua, dove i frame non scorrono, ma rimangono in attesa a specchiarsi, a cibarsi della propria immagine. Mi viene in mente un personaggio letterario, ma soprattutto un personaggio che ha avuto una storia filmica, che più di altri rappresenta quest'idea di tempo che si è fermato. Mi sembra di vederlo, Nosferatu (quello di Murnau, ovviamente), che si aggira per gli spazi della galleria, specchiandosi nelle tele, mai sazio.

Nosferatu, in Rumeno significa 'non spirato', il che implica una condizione di passaggio per eccellenza. Il respiro, ritorna così con affanno, nella nostra storia, rammentandoci che può esistere una pittura viva, anzi meglio:'non morta'.
Diego Randazzo

Inaugurazione 23 novembre ore 18

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Oradio: martedi' - venerdi' dalle ore 16,00 alle ore 19,00 solo per appuntamento
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