Vista Arte e Comunicazione
Roma
via Ostilia, 41
06 45449756 FAX 06 45449162
WEB
Punti di Vista
dal 4/12/2009 al 17/12/2009
lun-ven 11-19.30, sabato 17-19.30

Segnalato da

Soqquadro




 
calendario eventi  :: 




4/12/2009

Punti di Vista

Vista Arte e Comunicazione, Roma

La mostra collettiva mette a confronto due tecniche diverse per raccontare la realta': la fotografia e la pittura. Opere di Sabrina Tomasella, Ilaria Tundo, Stefania Vassura e altri ancora. A cura di Marina Zatta e Linda Filacchione.


comunicato stampa

a cura di Linda Filacchione e Marina Zatta

Sabato 5 dicembre 2009 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Punti di Vista degli artisti Fatima Abbadi, Manuela Adragna, Francesca Betti, Valentina Crasto, Sabrina Faustini, Miro Gabriele, Cecilia Granelli, Francesco Granelli, Francesca Grilli, Massimo Lagrotteria, Marco Marucci, Sabrina Tomasella, Ilaria Tundo, Stefania Vassura. La mostra mette a confronto due tecniche diverse per raccontare la realtà: la Fotografia e la Pittura.

“Vista” è un centro dedicato all’arte ed alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Uno spazio espositivo che si rivolge ai giovani talenti esordienti ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo.

In questo luogo Soqquadro espone la collettiva, curata da Linda Filacchione e Marina Zatta Punti di Vista. La mostra vuole mettere a confronto due arti diverse entrambe necessarie alla narrazione della realtà: La Fotografia e la Pittura. Nel tempo la fotografia e la pittura hanno sempre più varcato i propri confini invadendo l’una lo spazio dell’altra. Molti pittori oggi utilizzano le tecniche fotografiche, così come spesso i fotografi ritoccano con tecniche pittoriche i loro lavori. La netta separazione tra queste due arti si fa ancora più labile nella scelta dei soggetti e delle inquadrature per la rappresentazione della visione del reale. Ed anche in questa mostra possiamo trovare opere pittoriche che hanno dei tagli fotografici, così come opere fotografiche che sfiorano, nella scelta focale, l’astrazione finanche geometrica propria delle ricerche pittoriche. Questa mostra diviene quindi l’occasione, più che per un confronto competitivo, per una narrazione estetica in cui le due diverse forme d’arte si fanno complementari. Man Ray diceva che fotografava ciò che non poteva dipingere e dipingeva ciò che non poteva fotografare. Nel tempo, questa concezione di integrazione ed interconnessione tra le due arti si è affermata sempre di più. In questa mostra il confronto tra queste due modalità di espressioni accentua le analogie e le differenze portando lo spettatore a riflettere sulle possibilità comunicative della tecnica artistica.

Fatima Abbadi dopo essere approdata alla fotografia per hobby, inizia a leggere manuali di fotografia e sfogliare libri di fotografi , chiedendosi che significato hanno per lei quelle foto e cosa le trasmettono. Da quel momento il semplice ''scatto'' è stato sostituito da uno studio approfondito delle motivazioni che stanno dietro ogni singola foto. La scoperta del volto umano attraverso l'obiettivo e lo stimolo che la spinge a produrre scatti alla ricerca di un continuo miglioramento dei suoi risultati.

Manuela Adragna incentra la sua ricerca sul potere evocativo delle cose. Soggetti umani ma anche oggetti inanimati, fermi nella loro immobilità, spogliati di ogni superfluo artifizio, sono colti nella loro più pura essenza. Immersi in un silenzio unanime, profondo, questi soggetti-oggetti anelano ad un muto dialogo con l’osservatore, al quale rivelano la propria bellezza celata e forza espressiva .

Francesca Betti racconta così il suo lavoro: Ho iniziato a esprimere le mie capacità artistiche utilizzando dapprima il carboncino,l'acquarello, la tempera e la china. Con il passare del tempo ho sviluppato una forte preferenza per la figura umana e le espressioni dei volti, integrando la storia dell'arte con figure e tecniche moderne. Negli ultimi anni mi sono appassionata alla pittura ad olio che mi permette di fissare sulla tela il diversificarsi delle luci attraverso il tempo.

Nell'opera di Valentina Crasto la fusione di pittura e fotografia arricchisce l'immagine di forme di luce, di deformazioni volumetriche, di sovrapposizioni di linee, come in una complessa melodia in cui è sempre presente una calda e colorata emozionalità.

Di Sabrina Faustini il maestro B. De Santis dice : ”è stata sempre un’attenta osservatrice della produzione artistica dei grandi maestri del ‘900. Guardando e osservando ha maturato una sua concezione dell’arte che cerca di trasferire nei suoi quadri. Fondata su poche linee e ampie masse di colore spatolate, la sua pittura tende non a una mera rappresentazione degli oggetti, ma ad evocare o suggerire emozioni interiori in chi la osserva, ciò che conta è il risultato d’insieme e la sintesi narrativa .“

Miro Gabriele presta attenzione ai valori della luce e del colore più che al soggetto, ritenendo che la luce conceda sempre, ad ogni cosa e ad ogni luogo, anche i più umili, l'ora di massimo splendore, il momento silenzioso in cui la realtà esprime una forza fuori dell'ordinario, una forza che sembra parlarci d'altro.

Francesco Granelli affronta diversi stili, tutti rivolti alla rappresentazione formale dell’immagine e dell’immaginario, nei quali i colori sono disposti con pennellate brevi ma violente; l’incontro fra i colori – diversi tra loro in senso cromatico – deve rappresentare l’incrocio tra le diversità e le conoscenze; ogni opera si deve risolvere in brevissimo tempo (action painting) altrimenti perde il contatto con l’estro conduttore. Granelli si ricollega alla poetica per cui “l’artista non “rappresenta” la natura, né la “imita”, ma la crea di nuovo” (Kris)

La ricerca artistica di Cecilia Granelli è sempre orientata al particolare, al doppio senso, al pre/post; ciò avviene sia per le opere a colori che in bianco e nero; l’ambiente ed i suoi elementi ne determinano, per C., l’amore e l’osservazione e, soprattutto, due eventi fondamentali: la magnificenza della natura più semplice; il contrasto che l’opera dell’uomo genera sulla natura stessa.

Francesca Grilli architetto e fotografo, basa il suo lavoro sulla luce e su ciò che con essa si può creare. Il fattore casualità si esprime attraverso le sensazioni percepite dalla luce degli ambienti in cui si immerge: bandita dunque la previsione del minimo dettaglio in fase di progettazione, inibizione della creatività in itinere.

Frequenti protagoniste delle opere di Massimo Lagrotteria sono le città. Vedute di quotidianità urbana frenetica e rumorosa che la pittura sa fermare, come un incantesimo. Il pittore ferma il caos
moderno per studiarlo: coglie l’attimo, zittisce il rumore. Altre protagoniste dei suoi quadri sono le donne, non studiate o in posa, ma magnetiche nella loro verità . Sono donne delle quali intercettiamo un pensiero, che una posa spontanea lascia trapelare. Le tele composite e rattoppate su cui dipinge rilevano questo processo e appaiono come frammenti uniti a per ricercare una visione.

A connotare gli scatti di Marco Marucci è un'impronta retrò che l'utilizzo del bianco e nero esalta, documentando cose e personaggi che sfuggono al mainstreming della quotidianità. La serie Burlesque è la “comica” sublimazione di questa quotidianità in cui il diverso è dentro di noi ma se qui non trova la sua dimensione , fa piacere vederlo apparire negli altri.

L’idea del progetto fotografico di Sabrina Tomasella parte dall’ osservazione della Natura, non più sui particolari della flora o della fauna, ma sul ritrarre nuovi e ampi orizzonti, deserti, rocce, laghi salati. Lo sguardo si perde e vorrebbe rimanere sospeso nell’estasi, nell’intimo piacere che questi luoghi danno a chi li sa guardare in silenzio, ma sembra quasi un miraggio quando li raggiungiamo. I “miraggi”, i luoghi naturali incontaminati, sono circoscritti sempre di più viaggiando, continuando il percorso, gli spazi ridiventano anonimi, le campagne già viste, le periferie sconsolanti.

Ciò che ci colpisce nelle opere di Ilaria Tundo è l’emozione di vedere colori, materiali e talento davanti ai propri occhi, un sussulto ad ogni opera che ci catapulta nel mondo di Ilaria, un universo cromatico, una fitta tela di emozioni a batticuore dove perdersi per poi ritrovarsi senza mai smarrirsi. Un’opera dopo l’altra, vedere, guardare, toccare la violenza espressiva
che esprime Ilaria, senza ombra e senza esitazione.

Nella serie dedicata a “La solitudine delle cose”, Stefania Vassura fissa una personale ricerca sulla luce, capace di trasformare il paesaggio e gli oggetti nelle molteplici varianti, per poi divenirne l' interprete assoluta. Al contempo, nello studio del colore c'è lo sforzo della materia di farsi luce.

Inaugurazione sabato 5 dicembre ore 18.30

Vista Arte e Comunicazione
via Ostilia, 41 - Roma
Orario: dal lunedì al venerdì 11.00-19.30 sabato 17.00-19.30
Ingresso libero

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