PAN Palazzo delle Arti Napoli
Napoli
via dei Mille, 63 (Piano terra)
081 4203416 FAX 081 7958608
WEB
Los impoliticos
dal 18/12/2009 al 27/2/2010
feriali 9.30-19.30, festivi 9.30-14, chiuso martedi'

Segnalato da

Adelaide Auriemma




 
calendario eventi  :: 




18/12/2009

Los impoliticos

PAN Palazzo delle Arti Napoli , Napoli

Una mostra che attrae e riconfigura idee, visioni, ricerche e pratiche artistiche, intorno ad un nucleo tematico forte, intessendo un insolito confronto con una possibile lettura della trasformazioni del pensiero politico contemporaneo suggerita dagli studi del filosofo napoletano Roberto Esposito. Una collettiva che propone 40 opere della contemporaneita' artistica di un'America "invertida", le quali articolano risposte possibili ad argomenti che ci coinvolgono tutti, tuttavia proposte da una visione locale, lievemente surreale.


comunicato stampa

Iván Abreu Ochoa, Marcela Armas, Stefan Brüggemann, Yoan Capote, Donna Conlon, Alexandre Da Cunha, Detanico & Lain, Leandro Erlich, Dario Escobar, José Antonio Hernández-Diez, Geraldine Juárez, Marcos López, Rafael Lozano-Hemmer, Jorge Macchi, Leo Marz, Cildo Meireles, Vik Muniz, Dulce Pinzón, Liliana Porter, Wilfredo Prieto, Paul Ramirez Jonas, Sara Ramo, Miguel Angel Ríos, Adriana Salazar Vélez, Martin Sastre, Pablo Serra Marino.

a cura di Laura Bardier

Per molti secoli in tutte le società costituite la politica è stata essenziale per definire le forme di governo, la struttura delle relazioni sociali, la regolazione dei rapporti economici. Ovviamente nella percezione dei cittadini essa è una nobile arte o un’ignobile pratica, a seconda del punto di vista, dello spessore culturale di chi esprime il giudizio o della sensibilità personale. Naturalmente non esprimo una valutazione di merito riguardo alle opinioni relative alla politica. Negli ultimi anni, sia la filosofia che la filosofia politica hanno cominciato ad evidenziare il pericolo della dissolvenza della politica stessa come forma essenziale di relazione tra le persone al fine di definire i contorni e gli ambiti dello spazio sociale. Ora di questa dissolvenza e la sempre meno nitida essenzialità della politica, si occupa l’arte.

Questa mostra è dedicata al concetto di ciò che è al di là della politica comunemente intesa in alcuni paesi delle Americhe che condividono un retroterra storico culturale. Si badi bene non è dedicata all’antipolitica o alla apolitica ma a ciò che non sembra rientrare nei canoni ordinari che la politica propone. Dunque si tratta di una attenzione rivolta a ciò che è politicamente non corretto. Dunque potrebbe trattarsi di una nuova politica o della fine della politica stessa. Ma questo è un discorso un po’ più ampio.

Nicola Oddati
Assessore alla Cultura del Comune di Napoli


Los impolíticos si manifestano al PAN in una collettiva che espone quaranta opere della contemporaneità artistica di quell’America invertida, impressa nella memoria dall’immagine in sospensione di Joaquín Torres García (28 luglio 1874 – 8 agosto 1949): forse, tra le innumerevoli, grandi e stringenti espressioni poetiche che il Novecento latinoamericano ci consegna – tra arti visive, letteratura, cinema – è questa la più aderente all’atmosfera lievemente surreale conferita agli spazi di Palazzo Roccella da questa mostra.

Una mostra prodotta dal PAN, che attrae e riconfigura idee, visioni, ricerche e pratiche artistiche, intorno ad un nucleo tematico forte, ispirato certamente dalla cultura ispanoamericana della stessa curatrice Laura Bardier, ma che qui intesse un originale ed insolito confronto con una possibile lettura della trasformazioni del pensiero politico contemporaneo, suggerita dagli studi del filosofo napoletano Roberto Esposito. Los impolíticos prova a simulare un’instabile mappa mentale delle questioni cruciali sollevate dalla storia recente di quelle Americhe, mettendo al centro gli artisti che, è questa la tesi proposta, guardano impoliticamente anche alla realtà dell’arte. Con un pensiero condiviso e stratificato, che da enorme e raggelata distanza, considera obsoleta l’apologia della politica quanto quella dell’arte.

Marina Vergiani
Direttore PAN | Palazzo delle Arti Napoli


introduzione

Le parole e le espressioni con le quali solitamente si definisce la politica, fondamentale attività umana, lasciano ai margini delle zone impossibili da pensare e da esprimere. Ci troviamo a circolare in spazi dove si incontrano impedimenti del pensiero nell’ aderire completamente alla realtà della politica, una condizione che si definisce attraverso l’impossibilita’ di individuare ed esprimere termini e concetti idonei.

Così, lentamente, si genera una nuova configurazione. Non però attraverso una prospettiva riduzionista, come può essere l’atteggiamento apolitico o antipolitico; ma piuttosto in relazione ad una situazione complessa e multiforme, ovvero la riconfigurazione della stessa politica.

Seguendo le tracce del filosofo napoletano Roberto Esposito, la mostra “Los impolíticos” offre un lavoro di dissezione e analisi, alla ricerca della costruzione di un lessico politico adatto a definire i fatti e le cose della realtà contemporanea da un punto di vista particolare e non generico. È proprio in questo senso che focalizziamo la nostra attenzione su alcune zone delle Americhe, collegate da caratteristiche culturali, politiche e storiche, che soprattutto recentemente hanno sviluppato un senso critico e demistificante dell’atteggiamento autolegittimante della modernità.

Paesi come Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Porto Rico, Uruguay e Venezuela condividono – senza escludere proprie peculiarità e regionalismi indispensabili – simili problematiche, ma anche simili possibili soluzioni.

In queste regioni c’è stata e c’è spesso una costante richiesta di allineamento politico, di una chiara definizione di appartenenza e collocazione dei propri orientamenti e tendenze ideologiche.Dall’inizio degli anni ‘90, i nuovi modelli di mobilitazione sociale hanno incoraggiato cambiamenti di governo e di sistemi di valori, in certi casi con utili risultati, in altre occasioni invece senza chiare referenze storiche e, probabilmente, senza una visione critica d’insieme. In ogni caso, questi movimenti, con la loro diffusa funzione politicizzante, hanno storicamente determinato il ruolo e gli obiettivi della produzione artistica. Però, come effetto del caos pubblico in cui sono stati generati gli ultimi e più recenti movimenti, è lentamente comparsa una fascia di popolazione con una visione profondamente critica, sarcastica, dissacrante, dei sistemi organizzativi, delle funzionalità sociali e soprattutto dell’essenza stessa del pensiero politico.

los impolíticos visualizza una serie di lavori e pratiche artistiche che affrontano temi complessi e intricati su certe condizioni, circostanze e questioni che accomunano queste regioni e paesi delle Americhe. Uno di questi temi è quello dei circoli migratori, i movimenti d’immigrazione ed emigrazione – una costante storica, che ha origini sia locali che globali. Più recentemente, le ragioni possono essere localizzate in circostanze che vanno dall’instabilità economica all’iper-urbanismo esacerbato. Altre aree tematiche sono quelle che comprendono le condizioni di comunicazione parziale, tendenziosa e manipolata dai sistemi di controllo e di governo su diverse scale; il degrado urbano e sociale; la costrizione al consumismo esasperato. Condizioni come queste generano un forte senso di impotenza. L’impotenza di individuare la vera origine dei problemi, l’incapacità di rispondere in maniera coerente a queste problematiche, l’incapacità di trasformare le condizioni d’instabilità. Questa impotenza si trasforma a volte in espressioni e forme violente; in altre occasioni, genera il sincretismo caratteristico di questi paesi, una reazione positiva a questa impotenza di reazione è l’appropriazione delle stesse condizioni che creano sconforto, la reinterpretazione della cultura e dell’iconografia importate.

L’espressione los impolíticos indica la natura d’insieme della mostra: un’insieme dei diversi percorsi, dà forma ad uno spazio condiviso che contribuisce a creare una memoria collettiva del presente. Una narrazione sensoriale inserita nello spazio, di una collezione di opere ritenute significative, che articolano risposte possibili ad argomenti che ci coinvolgono tutti, tuttavia proposte da una visione regionale, locale, personale.
Laura Bardier

Ufficio stampa:
Adelaide Auriemma T +39-081-7958630-52 adelaide.auriemma@palazzoartinapoli.com

Prewiev stampa: Sabato 19 dicembre 2009 ore 12,00

Inaugurazione: Sabato 19 dicembre 2009 ore 19,00

PAN| Palazzo delle Arti Napoli
Palazzo Roccella Via dei Mille, 60 - 80121 Napoli
Orari: feriali: 9.30 > 19.30 | festivi: 9.30 > 14.00 | chiuso il martedì
Ingresso:
Intero euro 5,00
Ridotto euro 3,00
- gruppi di minimo 15 visitatori
- visitatori di età compresa fra i 18 e i 25 anni previa esibizione di documento d’identità
- titolari di tessere CTS/ISIC (International Student Identity Card)
Gratuito:
- cittadini dell’Unione Europea che non abbiano compiuto il 18° anno o che abbiano superato il 65° anno di età.

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Nicola Pagliara
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