Ludovico Pratesi
Roma
Via Principe Amedeo 126/b

Matia
dal 11/6/2002 al 12/7/2002
06 49412222

Segnalato da

Mascherino - Roma




 
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11/6/2002

Matia

Ludovico Pratesi, Roma

L'opera qui proposta in mostra si puo' considerare una vera e propria 'Antologica' dei Matia. Si compone infatti di singoli quadri appartenenti a diversi periodi storici degli artisti sino a oggi. Una sorta di puzzle...


comunicato stampa

"ANTOLOGICA"
presentata da Barbara Martusciello

I Matia (Laura Della Gatta e Pino Giampà) sono una coppia di artisti che ha fatto dell'enigmaticità un elemento importante del proprio lavoro. La scelta di usare un nome unico, al singolare e quasi "di copertura", che deriva dal titolo di una loro mostra -"Telematia", ....- e la capacità di non far mai emergere due stili diversi ma un singolo carattere pittorico in ognuno dei loro quadri conferma la loro intenzionalità a giocare concettualmente sull'equivoco.
Questa volontà è sottolineata dalla tecnica pittorica sulla quale è costruito il loro lavoro. I Matia dipingono, ma la loro pittura rimanda all'immagine fotografica tanto che spesso si confonde con essa.
Il legame con la fotografia è tutta una questione linguistica: questa scelta è evidente già nella perizia della realizzazione pittorica quasi iperreale, e si concentra sulla resa dei fuori fuoco e sull'eccesso di fuoco fino al limite del sopportabile. Tale ricostruzione non è pedissequa ma è a tratti alterata tanto da rendere l'immagine atipica, sintetica, nella quale sono intensificati l'uso teatrale e artificiale della luce e gli effetti scenografici. La composizione che ne risulta è interamente dipinta ma ha forti legami tecnologici: il più delle volte, per esempio, mantiene una labile traccia di elaborazione al computer a bassa risoluzione sotto gli strati della materia pittorica; il più delle volte, si è detto, ma non sempre, e tale alternanza acuisce l'ambiguità della loro pittura.
Il procedimento su cui si fonda il lavoro dei Matia è complesso, prevede molti passaggi per giungere al prodotto finale. Organizzati i set che faranno da base per i loro quadri, i due artisti fotografano l'allestimento per poi rielaborarlo al computer con variazioni e ripensamenti; trasferiscono con ausili digitali tale immagine su tela e, quando non lo fanno, la "riproduzione" è resa con metodi di antica memoria, manuali e maniacali. A questo punto la pittura segue ciò che è stato tracciato, ancora una volta con la libertà di ripensare alcuni dettagli, di modificare luci e ombre, di reinterpretare singoli particolari. Ne deriva un'immagine perfettamente credibile eppure anomala, plausibile e tutta ideale. In essa, infine, sembra avere molto peso il tema, il soggetto prescelto -il viaggio, la fantascienza, il mito, paesaggi surreali e inquietanti, personaggi anomali, strane storie- che è invece pretesto, seppure importante e accattivante, per altre riflessioni. La ricerca dei Matia, infatti, si basa sull'analisi e quindi sull'uso del linguaggio della pittura, della fotografia, del computer e per questo è costruita sulla contaminazione -anzi: sull'indistinzione- delle tecniche e dei riferimenti. Perchè l'arte è sempre una questione di linguaggio, mai di pura riproduzione o semplice narrazione.

Al fine di comprendere meglio questa loro ricerca e le diverse fasi che l'hanno caratterizzata e chiarita negli anni, l'opera qui proposta in mostra si può considerare una vera e propria "Antologica" dei Matia. Si compone infatti di singoli quadri appartenenti a diversi periodi storici degli artisti sino a oggi. Una sorta di puzzle, questo appositamente realizzato, che mantenendo una coerenza stilistica e concettuale, invita a seguire il percorso tematico degli artisti per approdare al senso dell'intero loro lavoro.

Mercoledì 12 giugno 2002 ore 19.00

Ludovico Pratesi
Via Principe Amedeo 126/b, Roma

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