Galleria Alessandro De March
Milano
via Ventura, 6
02 6685580 FAX 02 6685580
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Alice Guareschi
dal 20/1/2010 al 22/3/2010
martedi' - sabato 12-19 e su appuntamento

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Galleria Alessandro De March



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Alice Guareschi



 
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20/1/2010

Alice Guareschi

Galleria Alessandro De March, Milano

Quoted values and outer spaces. I lavori presenti in mostra parlano, senza volerle definire, di queste due dimensioni con cui ci confrontiamo silenziosamente ogni giorno: l'infinito irriducibile, l'immensita' dello spazio, il tempo incalcolabile e sovrumano; e il gesto quotidiano e contingente, l'azione inevitabile e costante della scelta e dello sguardo.


comunicato stampa

- I think that, basically, it probably comes out of the same concerns: isolated incidents in space and time, for one.
- Isolated incidents? What do you mean exactly?

(frammento di conversazione tra Robert Barry e René Denizot, Parigi 1980)

La galleria Alessandro de March, presenta la seconda personale di Alice Guareschi.
Quoted values, ovvero lo spazio tra le virgolette di una citazione. And Outer Spaces, gli spazi cosmici, o gli spazi esterni, esteriori. Altrove. La fraseologia del dizionario regala a volte fulminee e sorprendenti associazioni. I lavori presenti in mostra parlano, senza volerle definire, di queste due dimensioni con cui ci confrontiamo silenziosamente ogni giorno: l’infinito irriducibile, l’immensità dello spazio, il tempo incalcolabile e sovrumano; e il gesto quotidiano e contingente, l’azione inevitabile e costante della scelta e dello sguardo. Come in Light Year Ring, ad esempio. Altra fraseologia, altro objet trouvè da dizionario, dove la parola anno lega insieme tra loro la velocità difficilmente afferrabile di un anno luce, e il lento crescere concentrico dei cerchi di un albero. Nel lavoro di Alice Guareschi i contenuti e il soggetto sono spesso lasciati volutamente fuori campo. Restano le forme, la geometria, la durata, e il linguaggio. Così il tempo può essere immaginato, nel suo comporre figure e disegni, simile a un insieme contemporaneamente casuale e inesoralbile di forme fragili, come nel piccolo lavoro in ceramica dal titolo I Giorni e Le Ore.

O pensato semplicemente, nel suo scorrere, come l’alternarsi di luce e di nuvole negli squarci di cielo sulla parete. Centrale la questione del punto di vista, dell’angolazione da cui si guardano le cose. Del pensiero che si sceglie di mettere di volta in volta nello spazio vuoto tra le virgolette. Del movimento che si decide di intraprendere nel mondo, paragonabile nella sua incertezza a quello di qualcuno che si sia inoltrato nella foresta, tra quelle che possono far pensare a rovine del passato ma forse non sono altro che spazi in attesa di portare alla luce, isolandole dalla confusione, riaffermandole, cose nuove. Come strumento di comunicazione con l’esterno, il linguaggio. Linguaggio che per sua stessa natura impone di arrendersi a una distanza tra sé e le cose, e di nuovo implica selezione e scelta, relatività del suono a seconda del contesto, e un sempre possibile (nonché interessante) fraintendimento.

Il titolo dell’oggetto in ceramica stampata posto accanto alla parete, in cui da un piccolo accendino da tasca (frammento di immagine rubata a Ed Ruscha, e dichiarato omaggio al grande artista americano) si sprigiona un’enorme fiamma, è la citazione di un amico che citava Heinrich Von Kleist: The Production of Thougth While Speaking. Nella convinzione che proprio per la natura cangiante della parola, per la sua plasticità piena di riverberi, è possibile a volte, mentre si parla, mentre si cerca di fare luce su sé stessi e sulle cose intorno, afferrare un pensiero, o raggiungere istantanei, quanto provvisori, momenti di consapevolezza.

Inaugurazione 21 gennaio 2010

Galleria Alessandro De March (sede provvisoria
via Massimiano, 25 - Milano
martedi' - sabato 12-19 e su appuntamento
Ingresso libero

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