Nowhere Gallery
Milano
via del Caravaggio, 14
329 2153299 FAX
WEB
Stefano Lupatini
dal 10/2/2010 al 9/4/2010
martedi' - sabato 15-19

Segnalato da

Nowhere Gallery




 
calendario eventi  :: 




10/2/2010

Stefano Lupatini

Nowhere Gallery, Milano

Signs. L'artista propone opere realizzate a Sarajevo nel 2008; tre slide show digitali e otto immagini dei segni della guerra ancora oggi ben visibili sulle facciate della case di questa sfortunata citta'. A cura di Marco Scotini.


comunicato stampa

A cura di Marco Scotini

“…Era un biancore straziato e contorto, abbandonato sull’orlo della vita….” Con queste parole William T. Vollman c’introduce al suo soggiorno, da corrispondente di guerra, in un ostello della gioventù, durante l’assedio di Sarajevo; il biancore straziato e contorto è letteralmente l’edificio che all’epoca ospitava circa ottanta studenti. Queste parole ci sembrano perfettamente aderenti alla nuova mostra di Stefano Lupatini che chiude la sua personale tetralogia sulla Violenza umana dopo “La misura del torto subito” e “I was a football player”.

L’artista ci propone opere che ha realizzato a Sarajevo nel 2008; tre slide show digitali e otto immagini dei segni della guerra ancora oggi ben visibili sulle facciate della case di questa sfortunata città. Ferite non ancora rimarginate, il segno della violenza con dentro tutto un sordo furore e il cieco perseguire il male; l’intervento minimale dell’artista è quello del particolare riportato, sottolineato, ai nostri occhi; denunciare il lasciato dell’ultima guerra europea ancora ben visibile, ribaltare così la volontà dI cancellazione, il desiderio di dimenticare la nostra stupidità, la nostra ferocia, erigendo le tracce della guerra ad opera d’arte come finale memento contro di essa e come preghiera affinché possa un giorno cessare la nostra voglia d’uccidere. Durante la Prima guerra mondiale si calcolò che servivano 5000 pallottole per ferire od uccidere un singolo soldato nemico, a Sarajevo ne bastavano meno, c’erano i civili di mezzo e fu una mattanza quotidiana, in quattro anni ci furono più di dodicimila vittime. I segni rimasti valgono più di mille parole, sono i lasciti delle “tempeste d’acciaio” per citare Junger.

“….Le loro mitragliatrici di tanto in tanto saggiavano per breve tempo le mura dell’ostello, ogni pallottola speranzosa di trovare non cemento ma una finestra e la carne…”. W.T.Vollman – Rising Up and Rising Down, traduzione di di Gianni Pannolino, Mondadori.

Nowhere Gallery
Seguirà intervento critico di M. Scotini

Inaugurazione 11 febbraio dalle18.00 alle 21.00

Nowhere Gallery
Via del Caravaggio, 14 - Milano
Martedi' - sabato 15-19
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [29]
Matteo Cremonesi
dal 25/11/2015 al 21/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede