Galleria d'Arte Moderna - GAM
Torino
via Magenta, 31
011 4429518, 011 4429595 FAX 011 4429550
WEB
Tre mostre
dal 23/2/2010 al 22/5/2010
mart-dom 10-18, Lun chiuso, (la biglietteria chiude un'ora prima)
011 4429518, 011 4429523

Segnalato da

Daniela Matteu - Fondazione Torino Musei




 
calendario eventi  :: 




23/2/2010

Tre mostre

Galleria d'Arte Moderna - GAM, Torino

La mostra 'Keep Your Seat: Stai Al Tuo Posto' ha l'obiettivo di indagare il rapporto fra arte contemporanea e design. Ai lavori di Christoph Buchel, Marisa Merz, Tony Oursler, Doris Salcedo, Simon Starling, Adolf Vallazza, vedovamazzei e Chen Zhen, sono accostati 26 lavori di designer internazionali provenienti dalla collezione del Vitra Design Museum e da quella privata del Direttore Alexander von Vegesack. 'Tutta la memoria del mondo' e' una mostra collettiva di artisti italiani e stranieri che indagano nel proprio lavoro i meccanismi di costruzione del racconto storico, le sue implicazioni, gli strumenti della registrazione e dell'archiviazione degli eventi. Il secondo appuntamento nella Wunderkammer della GAM e' dedicato, invece, al significato assunto dal disegno nella pratica artistica di meta' '800 attraverso il nucleo di disegni realizzati da Enrico Gamba che documentano la progressiva messa a fuoco dei personaggi destinati alla grande composizione 'I funerali di Tiziano' del 1855, il dipinto che ne consacro' la fama a soli 24 anni.


comunicato stampa

Keep Your Seat: Stai Al Tuo Posto
a cura di Danilo Eccher con Maria Cristina Didero

La mostra che la GAM inaugura nella sua Exhibition Area al primo piano ha l’obiettivo di indagare il rapporto fra arte contemporanea e design. Ma per analizzare un rapporto così articolato è necessario possedere una precisa consapevolezza della complessità del tema e delle implicazioni storiche e sociologiche che tale compito comporta. Per questo è necessario circoscrivere l’ambito tematico, isolare alcuni aspetti, tracciare alcune fisionomie che consentano la riconoscibilità di un percorso. In questo contesto si è scelto di assegnare l’idea centrale dell’esposizione alla seduta: un soggetto a cui è attribuito un compito preciso e definito. L’oggetto Sedia è analizzato soffermandosi sull’idea di presenza, assenza e solitudine: una scultura dai rimandi infiniti, un luogo fisico dove misurare l’idea di una realtà che non si concede facilmente e che rimanda ad altre verità.

Keep Your Seat: Stai Al Tuo Posto, realizzata con la collaborazione del Vitra Design Museum e della collezione personale del suo direttore, Alexander von Vegesack, è una mostra in cui il protagonismo della sedia è costantemente minacciato dalla sua negazione, dove la necessità di una presenza funzionale è in realtà la denuncia di un’assenza reale.

Il corpo mancante sulla sedia, che nel design rappresenta l’oggetto del suo agire, nell’arte diviene il lato evocativo di un’assenza, di una simbologia esistenziale in cui il corpo dell’opera supplisce e si sovrappone alla mancanza del corpo reale, per questo motivo è la figura assente il vero soggetto di questa mostra. In tale prospettiva l’esposizione prende l’avvio con l’opera di Simon Starling 'Four Thousand Seven Hundred and Twenty Five”, dove il giovane artista inglese, attraverso un video in 35mm, accarezza visivamente una sedia del 1948 di Carlo Mollino soffermandosi sui dettagli delle forme sinuose come se stesse abbracciando un corpo femminile. Accanto al video è anche esposta la sedia originale e altre opere di Mollino.

La correlazione fra interpretazione artistica e utilizzo di precise opere del design storico è anche il tema dell’ambiente realizzato con sedie originali della produzione Thonet accostate agli artisti vedovamazzei, che presentano “Isn’t it romantic”: una Thonet rovesciata su se stessa e imprigionata in una gabbia di plexiglass che perde ogni funzionalità ma acquista una nuova vita intrisa di tragica bellezza. Oppure la storica sedia “Red and Blue” di Gerrit T. Rietveld trasformata in orribile sedia di costrizione da parte dell’artista Christov Büchel. E ancora l’inaspettata presenza di un ‘grande vecchio’ della scultura gardenese come Adolf Vallazza che favoleggia sul leggendario mondo ladino incontrando le fiabe di Sori Yanagi e Charles Rennie Mackintosh.

Una mostra che con leggerezza ed eleganza accende il dialogo fra arte e design in un costante rimando fra emozioni storiche e sorprese contemporanee, fra l’incanto della magia raccolta nell’esperienza delle avanguardie storiche e la sorpresa di una molteplicità di linguaggi su cui si può leggere l’attualità.

Ai lavori degli artisti presentati in mostra tra cui Christoph Buchel, Marisa Merz, Tony Oursler, Doris Salcedo, Simon Starling, Adolf Vallazza, vedovamazzei e Chen Zhen, sono accostati 26 lavori di designer internazionali provenienti dalla collezione del Vitra Design Museum e da quella privata del Direttore Alexander von Vegesack.

La presenza di grandi esponenti del design internazionale come, tra gli altri, Charles Renne Mackintosh, Gae Aulenti, Carlo Mollino, Alessandro Mendini, Gerrit T. Rietveld, Fernando e Humberto Campana e la produzione Thonet, ridefinisce gli spazi della sala mostre in ambienti di pensiero indagando, attraverso l’oggetto sedia, sull’uomo, sull’idea di presenza, assenza e solitudine. Inoltre, per la prima volta in un museo saranno esposti i mobili del famoso fashion designer Rick Owens.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa con testi di: Maria Cristina Didero, Fulvio Ferrari, Rocco Curto e Alexander Von Vegesack.

Artisti in mostra: Ghada Amer, Cristoph Büchel, Felice Castrati, Giuseppe Gallo, Phillip Lai, Marisa Merz, Tony Oursler, Marc André Robinson, Doris Salcedo, Alberto Sartoris, Simon Starling, Adolf Vallazza, vedovamazzei, Chen Zhen.

Designer in mostra: Gae Aulenti, Carlo Bugatti, Fernando e Humberto Campana, Joe Colombo, Martino Gamper, Frank O. Gehry, Coop Himmelblau, Massimo Iosa Ghini, Shiro Kuramata, Charles Rennie Mackintosh, Alessandro Mendini, Carlo Mollino, Jasper Morrison, Olivier Mourgue, Rick Owens, Verner Panton, Gaetano Pesce, Gerrit T. Rietveld, Armando Testa, August Thonet, Herbert Von Thaden, Sori Yanagi, Tokujin Yoshioka.

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Tutta la memoria del mondo
a cura di Elena Volpato
GAM Underground Project

Il GAM Underground project si propone di indagare nell’arco di più mostre la relazione tra l’arte contemporanea e la cultura del passato. Dopo la personale dedicata all’artista inglese Ian Kiaer propone Tutta la memoria del mondo, una mostra collettiva di artisti italiani e stranieri che indagano nel proprio lavoro i meccanismi di costruzione del racconto storico, le sue implicazioni, gli strumenti della registrazione e dell’archiviazione degli eventi. Nell’affrontare questi temi talvolta l’analisi dell’ambigua soglia che separa il vero dal falso li porta a provocatorie costruzioni di pura finzione, a testimoniare storie mai accadute ma allo stesso tempo curiosamente rappresentative del nostro passato.

Gli artisti in mostra: James Beckett, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Haris Epaminonda, Simon Fujiwara, Dani Gal, Sean Snyder.

James Beckett, di origine sudafricana, attualmente residente ad Amsterdam, lavora con la storia materiale di grandi realtà urbane e industriali, fruga nei magazzini e negli archivi e riutilizza, duplicandoli, oggetti e documenti trovati come in un museo etnografico del presente.

Rossella Biscotti conduce approfondite ricerche tra documenti d’archivio. Indaga su personaggi emblematici della storia più segreta e li rintraccia per farli interagire con i meccanismi della sua particolare ricostruzione dei fatti. Nell’installazione presente in mostra The Undercover man, Joe Pistione, meglio noto come Donny Brasco, apparve per la prima volta intervistato e sottoposto al curioso esperimento di recitare se stesso sul set di un film noir.

Patrizio Di Massimo conduce dai propri esordi una ricerca sulla difficile relazione che ogni cultura e ogni artista intrattiene con i propri padri e la propria tradizione. Un ampio settore dei suoi lavori, come l’opera presentata in mostra The secret proceedings in the trial at Benghazi, 15 September 1931, affonda i propri strumenti di analisi nella vicenda del colonialismo italiano in Libia, restituendoci icone, simboli e retoriche di alcune tra le pagine più problematiche del nostro passato nazionale.

Haris Epaminonda sceglie oggetti sempre ricchi di connotazioni storiche, chiaramente provenienti da epoche passate, ma rinuncia a corredarli di qualsiasi datazione, lasciando che liberino il proprio potere evocativo al di fuori di ogni plausibile sequenza cronologica. Utilizza immagini di immagini, sovrapponendo al filtro del tempo il filtro di registrazioni e memorie. Si appropria dei meccanismi espositivi del museo per evidenziarne il valore estetico più che il valore dimostrativo, per riconoscere anche in essi un ruolo di sovrapposizione più che di chiarimento.

Simon Fujiwara ordisce racconti di una storia mai esistita ma possibilissima, in qualche modo più vera di quella documentata. Tesse trame intime al di sotto della facciata politica e pubblica di personaggi storici e istituzioni, mostrando attraverso la finzione come pulsioni e censure fossero facce di una stessa moneta che si ostinava e si ostina a mostrare solo la propria auto-censura.

Dani Gal è un israeliano che vive a Berlino e lavora sugli archivi dei discorsi politici, sugli strumenti storici di didattica sociale e modificandone i meccanismi di costruzione mette a nudo i processi di comunicazione propagandistica.

Sean Snyder porta alle massime conseguenze la riflessione sulla influenza che i mezzi di registrazione e archiviazione usati esercitano sulla possibilità di una memoria storica. Snyder affonda il suo sguardo tra le pieghe di ogni meccanismo, svela i contenuti mancanti e quelli aggiunti in ogni immagine, in ogni traccia audio, in ogni possibile memoria, sia essa analogica o digitale.

La mostra sarà accompagnata da un programma di proiezioni di film e video di Clemens von Wedemeyer, Cyprien Gaillard, Zachary Formwalt, Dani Gal. Archive Books di Berlino pubblica per l’occasione un reader dedicato al rapporto tra arte contemporanea e metodologie storiografiche.

Archive Books contribuisce alla realizzazione della mostra attraverso la realizzazione di una reading room in cui il pubblico potrà consultare alcuni fondamentali libri e cataloghi dedicati all’argomento.

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Enrico Gamba tra purismo e accademia
a cura di Virginia Bertone
Wunderkammer - primo piano

Il secondo appuntamento nella Wunderkammer della GAM è dedicato al significato assunto dal disegno nella pratica artistica di metà Ottocento attraverso un esempio di particolare pregio: il nucleo di disegni realizzati da Enrico Gamba che documentano la progressiva messa a fuoco dei personaggi destinati alla grande composizione I funerali di Tiziano del 1855, il dipinto che ne consacrò la fama a soli ventiquattro anni. Il soggetto dell’opera, di proprietà del Museo ed esposta nel percorso dedicato al Genere, è tratto da Le Maraviglie dell’arte ovvero le vite degli illustri pittori veneti di Carlo Ridolfi che narra, seppure senza fondamento storico, di come durante la peste del 1576 la Repubblica Veneta avesse concesso un’eccezione al divieto che bandiva ogni assembramento, per celebrare con i dovuti onori i funerali di Tiziano, anch’egli colpito dal morbo.

Gamba rappresentò la scena come una solenne processione di gondole, cui prendono parte numerosi gruppi di persone tra cui gli artisti che di Tiziano erano stati allievi, e la ambientò sul Canal Grande entro i punti di fuga del campanile di San Barnaba a sinistra e a destra della basilica dei Frari, dove l’artista è sepolto.

La scelta dei disegni preparatori testimonia il lavoro condotto da Gamba per la definizione dei volti e di talune posture, studiate prima sul corpo nudo e poi abbigliato secondo la tradizione neoclassica, come nel caso dello Studio per il monatto inginocchiato; gli studi di figura venivano spesso integrati da minuziose analisi per definire i gesti compiuti dalle mani: una ricerca di verità che ne rivela le eccellenti doti di disegnatore. Alla descrizione del primo piano si lega lo Studio per la madre piangente che rievoca la memoria manzoniana della madre di Cecilia con l’allusione al corpo del bambino tra gli appestati. In questo caso, così come nello Studio per il patrizio seduto - che è parte dei nobiluomini posti nella gondola più lontana - si tratta di disegni ormai definitivi che verranno trasposti in modo puntuale, mentre lo Studio per la salma di Tiziano presenta delle correzioni sia nella posizione della mano sia nella definizione degli abiti.

Analogamente lo Studio per la testa del giovane gondoliere coincide con quella dell’elegante giovanotto con farsetto e mantellina che conduce l’imbarcazione dei frati minori conventuali, mentre una fase precedente viene restituita dalle varianti dello Studio di figura maschile di spalle in abito rinascimentale, in cui Gamba si avvale del carboncino per studiare l’atteggiamento del corpo, il ricadere del costume e l’impugnatura del remo grazie all’espediente di un tendaggio trattenuto dal modello. Non mancano infine superbe soluzioni scartate, come nel caso della Testa di giovinetto con berretta damascata, dove la tagliente precisione del segno è esaltata dalle parti non finite.

A completare la selezione sono alcuni paesaggi e la descrizione del Cortile del Palazzo del Bargello a Firenze, che testimonia i precoci interessi storicistici di Gamba, e ancora due ritratti: uno dedicato all’amico fraterno, Frederic Leighton, qui raffigurato con l’intensità di una figura biblica che rinvia ad un Davide rappresentato dall’artista inglese e l’altro del fratello Alberto, che fu docente di anatomia artistica presso l’Accademia Albertina di Torino.

I disegni appartengono alle collezioni della GAM e sono parte di un fondo di circa settanta disegni e alcuni taccuini giunti grazie alle donazioni di Carlotta Rambaldi Litt, vedova Gamba nel 1899, e di Virginia Callery vedova Calandra, nel 1920.

Informazioni per il pubblico: 011 4429518

Immagine: Tony Oursler, Blue and White State, 1997. Installazione con tecnica mista, video. 91 x 182 x 91 Collezione Gemma De Angelis Testa, Milano

Ufficio Stampa: Daniela Matteu - Tanja Gentilini tel. 011 4429523
daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it

Anteprima per la stampa: mercoledì 24 febbraio alle ore 12
Inaugurazione delle mostre ore 18,30

GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
via Magenta 31, Torino
Orario: martedì-domenica 10-18, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 7,50 ridotto € 6,00

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Luigi Ontani
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