Rocca Centro per l'Arte Contemporanea
Umbertide (PG)
piazza Fortebraccio
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WEB
Liliane Lijn
dal 28/6/2002 al 12/9/2002
075 9419239 FAX 075 9419240

Segnalato da

Patrizia Cavalletti




 
calendario eventi  :: 




28/6/2002

Liliane Lijn

Rocca Centro per l'Arte Contemporanea, Umbertide (PG)

Light and Memory. Dai primi anni '60 numerose mostre internazionali consacrano Liliane Lijn come una delle protagoniste principali dell'arte cinetica: lavora con la luce, la poesia, il movimento e i liquidi. Una sua costante e' l'uso sia di sofisticati strumenti tecnologici, della luce dell'elettronica, le ricerche ottiche applicate, o materiali particolari


comunicato stampa

Rocca di Umbertide - Centro per l'Arte Contemporanea

Promossa ed organizzata dal Comune di Umbertide, in collaborazione con l'Assessorato alle Attività Culturali - Sistema territoriale per le arti visive contemporanee della Provincia di Perugia e con il patrocinio della Regione dell'Umbria, sabato 29 Giugno 2002, alle ore 18, ad Umbertide (PG) presso la Rocca - Centro per l'Arte Contemporanea, si inaugurerà la mostra "LILIANE LIJN: Light and Memory"

LA MOSTRA DEDICATA ALL'ARTISTA CHE DIVIDE IL SUO TEMPO TRA LONDRA E LA CAMPAGNA UMBERTIDESE PRESENTA LE SUE OPERE PIU' RECENTI: SCULTURE CON NEON E FUOCO, SCULTURE VIDEO, OPERE SU CARTA, LIBRI D'ARTISTA E VIDEO. INOLTRE, SARANNO ESPOSTI ANCHE ALCUNI LAVORI DEL SUO PERIODO CINETICO (1968).

Sin dai primi anni '60, numerose mostre internazionali consacrano Liliane Lijn come una delle protagoniste principali dell'arte cinetica: lavora con la luce, la poesia, il movimento e i liquidi.

Il suo lavoro ha attraversato finora tre periodi distinti. Il primo, quello cinetico delle prime sperimentazioni con i materiali, si può definire "la ricerca dell'energia pura"; il secondo periodo è contrassegnato dal femminismo e dalla esplorazione dell'archetipo femminile; nel terzo, tutt'ora in corso, ha iniziato un viaggio introspettivo all'interno della sua storia personale, con alle spalle una famiglia ebrea coinvolta nel doloroso vortice della migrazione, nella continua minaccia di persecuzione e di morte durante il nazismo.

Una sua costante è l'uso sia di sofisticati strumenti tecnologici per la realizzazione delle sue opere, dalla luce all'elettronica, alle ricerche ottiche applicate, sia di materiali come alluminio, bronzo, vetro, fil di ferro, mica, piumine e fibre pvc.

I suoi lavori sono nelle più importanti collezioni pubbliche: dal MOMA di New York alla Tate Gallery di Londra, dall'Art Institute di Chicago alla Bibliothèque Nationale di Parigi, dal Victoria and Albert Museum di Londra al Museum of New South Wales di Sydney, etc.

Il catalogo, sia in lingua italiana che in lingua inglese, stampato da Adriano Parise Editore di Verona, contiene i testi dei critici d'arte inglesi Guy Brett e Hilary Spurling e degli italiani Lara Vinca Masini ed Enrico Mascelloni; ed ancora, la riproduzione a colori e bianco/nero delle opere esposte ed i riferimenti bio-bibliografici.
Il volume in lingua inglese è edito da Thames and Hudson Ltd, London.

Lara Vinca Masini, in catalogo scrive: "... Anche in questo nuovo ciclo del suo lavoro Liliane Lijn continua la sua analisi del "femminile" come archetipo, della forza e dell'energia che emana, da sempre, dalla donna, intesa nel suo essere più profondo, non tanto, e non solo nella sua individualità, ma nella continuità del suo "essere" nel mondo, nella sua "essenzialità" come generatrice di vita. E' questa forza generatrice, questo erotismo primordiale, questa istintualità che Liliane Lijn vuole esprimere, da sempre, nel suo lavoro, da quando poneva l'attenzione sulla "precisione e sulla struttura matematica", cogliendo nella tecnologia, caratteristica del mondo maschile, quell'energia "voluttuosa e selvaggia" che la donna esprime nei miti preellenici e che essa trasferiva poi nelle sue grandi figurazioni di allusione antropomorfa, cariche di un potere scatenante, che il suo uso esperto della tecnologia evidenziava, facendone delle dee barbariche, matriarche uscite da una fantasia allucinata, ma anche affascinanti e terrificanti mostri fantascientifici. Oggi il tema del suo 'fare arte' è divenuto il suo corpo, la sua persona fisica violata, che essa presenta per frammenti, quasi reperti archeologici, di scavo, da Its s girl ('96-'98), il suo busto spezzato e privato di un seno (forse uno degli eventi scatenanti che l'hanno portata ad una nuova, più sottile riflessione sulla sua vita, sulla sua storia, sulle vicende inquiete e difficili della sua famiglia - si pensi al bellissimo libro d'artista Her Mother's Voice e al film, Look A Doll, su sua madre, protagonista e cronista di una lunga, complicatissima, avventurosa vicenda familiare, durante le vicissitudini della guerra), all'incandescente Lilith: a self portrait with fire, o Earth my body fire my soul, del 2000, reso come traslucido e trasparente dalla fitta intersezione di fogli di mica e luce al neon...

Ci sono momenti e avvenimenti che obbligano a ripensare la propria vita, la propria storia o la storia del mondo (mai come in questo periodo ci siamo accorti come tutto, d'un tratto, possa stravolgere il senso della vita di tutti).
Liliane Lijn, con l'intuizione che caratterizza il fare degli artisti (quella che McLuhan definiva la loro "consapevolezza infinita"), sembra aver presentito, al di là del proprio, il dramma che minaccia tutto il nostro mondo, lo smembramento di tutta la società, che si evidenzia anche, oggi, nell'annientamento di tanta umanità, di tanti corpi di innocenti...

Ed ecco i relitti del suo corpo, quasi parti di sculture classiche spezzate (Liliane parla della sottigliezza del bronzo, come di una pelle quasi traspirante), una spalla immersa in una montagna di fiori di lavanda e mica (Lavender Queen, '99), il collo (Great Neck, '98), il gomito (Seagate: The sea in my elbow, '98), le mani in cristallo che scaturiscono, come farfalle dal bozzolo, da una corteccia d' albero (She me skin of a tree, '99)...E ancora Paradise lost, del '99, e Shoulder Canyon, del '99, che gioca con grumi di mica bruciata e lascia scaturire una luce al neon, e Lilith, del 2000, un autoritratto percorso da gas in fiamme.
Questi lavori, molti dei quali, si è visto, in bronzo, si propongono, in una sorta di dilatazione simbolica, quasi come paesaggi (mi vengono in mente i grandi nudi di De Stael), e racchiudono all'interno caverne che essi difendono, pur lasciandole scorgere, nelle quali si annidano vecchi video amatoriali, filmini realizzati durante la sua infanzia, su di lei e sui suoi, visioni marine...

L'immagine rimanda alla donna pensata come gigantesca (seppure in frantumi), che sembra volersi opporre all'annientamento che essa subisce, ancora, in tanti paesi, annientamento che significa anche distruzione del mondo e della vita, alla quale, forse, solo lei potrebbe metter fine".

NOTIZIE UTILI
Sede: Rocca di Umbertide (PG) Centro per l'Arte Contemporanea
Orario: 10,30 - 12,30 * 16,30 - 19,30 lunedì chiuso
Biglietto d'ingresso: intero 2 Euro - ridotto 1 Euro (fino a 12 anni, oltre 65 anni)
Informazioni al pubblico: Tel.075-9419239 (Assessorato alla Cultura del Comune di Umbertide) Tel.075-9417099 (Azienda di Promozione Turistica) E-mail: g.violini@comune.umbertide.pg.it

Uffici stampa:
"Eventi di Patrizia Cavalletti" * Tel.075-5990443 Fax 075-5990567
Comune di Umbertide - Ufficio Cultura, Gabriele Violini - Tel.075-9419239 Fax 075-9419240

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