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Juliet Anno 31 Numero 153 giugno-luglio 2011



English breakfast

Matilde Martinetti

Intervista a Susan Collins, Direttrice della Slade School of Fine Arts



Art magazine


SOMMARIO N. 153
INCHIESTA - DIBATTITO

40 | L’arte delle sopravvivenza / Luciano Marucci

INTERVISTA
44 | Alberto Di Fabio. Un visionario della Materia / Rosanna Fumai

53 | English Breakfast [5] / Matilde Martinetti

54 | Mimexity. La democrazia dei riferimenti / Mauro Ventura

56 | Moido / Fulgor C. Silvi

66 | M2020COLLECTIVE / Giovanni Ortolani

70 | Fiona Biggerio / Chiara Massini

77 | Chiara Pergola / Massimo Marchetti

78 | Giulio De Vita / Serenella Dorigo

CRITICA

46 | Photografy of physical states / Matthias Harder

62 | Stupidè. Ragionamenti di varia natura / Giacomino Pixi

RECENSIONE

48 | Diego Scroppo. Per un’estetica del vuoto / Maria Cristina Strati

58 | Anna Bandelli. Tracce / Adriano Perini

60 | Michael Beutler. Invito ad agire / Ch. Schloss

75 | Fondazione Peano. Sogni millenari e l’arte del 150° / Ivana Mulatero

76 | Extended painting 011. Cecatti, Squillaci, Venuto / Maria Campitelli

REPORTAGE

50 | Mappamundi. La cartografia in discussione / Emanuele Magri

FOCUS

63 | Yiftach Belsky

64 | Brian Belott. Rovistare, collezionare, assemblare / Antonella Palladino

67 | Richard Woods e i mattoni rossi / Alessio Curto

68 | Continental Breakfast. World Room Project / Massimo Premuda

69 | Luca Bonfanti. Paesaggi dell’anima / Ilaria Bignotti

72 | Davide Nido. Futurbolla / S. P. Gorney

73 | Emilio Patalocchi / Gabriele Di Francesco

80 | Carmine Calvanese

PENSIERO D’ARTISTA

65 | Appendice. All’insegna del silenzio / Claudio Borghi

FOTORITRATTO

71 | Christiana Viola

74 | Tobia Ravà

79 | Ivana Mulatero

83 | Riccardo Bottino

85 | Laura Bulian

RUBRICA

81 | P . / Angelo Bianco

.P

82 | H / Angelo Bianco

84 | Colliders 11 / Luca Casonato

SPRAY

86 | Recensione mostre
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Viola Cangi, At home, 2010

Mike Tuck, MFA Fine Art Degree show 2008

Tessa Power, MFA Fine Art Degree show 2010

Quali sono, a suo avviso, i punti di forza del Dipartimento di Arte del Goldsmiths College?
Sin dalla sua fondazione, nel 1871, la Slade è sempre stata all’avanguardia nel seguire gli sviluppi della pratica dell’arte contemporanea. I suoi laureati vantano importanti personaggi della Storia dell’arte britannica quali Augustus e Gwen John, Stanley Spencer, Edouardo Paolozzi, Derek Jarman, Richard Hamilton e Paula Rego e pure un significativo numero di recenti vincitori e candidati al Turner Prize come Rachel Whiteread, Antony Gormely, Mona Hatoum, Catherine Yass, Tacita Dean, Douglas Gordon, Martin Creed, Tomoko Takahashi ed Angela De La Cruz. È una scuola d’arte gestita da artisti per gli artisti che gode anche dei vantaggi e delle opportunità derivanti dall’essere dipartimento di una importante università multi-facoltà, la University College di Londra. È una scuola molto internazionale con studenti che vengono a studiare qua proprio da tutto il mondo e che sviluppano le loro opere e il loro pensiero in relazione a una prospettiva globale. L’insegnamento si avvale principalmente della guida di tutors e si articola in seminari, dibattiti e confronti. Viene tenuta in alta considerazione l’indipendenza di pensiero e viene dato molto risalto allo sviluppo individuale. Il lavoro che viene svolto in tutte le aree della scuola è estremamente vario e a ciascuno studente, sin dal primo giorno del primo anno, è richiesta una buona dose di iniziativa personale per sviluppare il proprio percorso di studi. Abbiamo anche il vantaggio di essere nel centro di Londra per cui ci sono tantissime mostre da visitare e la possibilità di conoscere gli artisti più importanti che vivono in città o sono di passaggio; tra l’altro molti di questi già insegnano nella nostra scuola o ricevono l’invito di vernici a trovare.

Come sta cambiando il sistema della formazione artistica negli anni, e come cambia la didattica per adeguarsi alle necessità e al linguaggio articolato della produzione artistica contemporanea?
La Slade è sempre stata focalizzata sul fatto che l’insegnamento deve svolgersi in uno studio vero e proprio. Ogni studente ha infatti un proprio spazio all’interno della scuola nel quale poter lavorare. Negli anni recenti è stata posta una più grande enfasi sulla flessibilità con l’introduzione degli spazi progettuali e con un certo numero di opportunità collaborative a cui danno inizio gli studenti. Mentre abbiamo tenuto delle aree distinte all’interno della scuola di Pittura, Scultura e altri Media artistici, a tutti gli studenti viene richiesto di valutare il proprio lavoro all’interno del più ampio contesto delle Belle Arti e la scuola offre molte opportunità per dibattiti e confronti interdisciplinari. Molti studenti si muovono fluidamente e con successo attraverso le discipline e l’introduzione di nuovi media e di nuove tecnologie ha incoraggiato e continua ad incoraggiare una maggiore convergenza e ibridismo di media e forme. Abbiamo laboratori ben attrezzati a sostegno di un’ampia gamma di media (compresi la stampa, il legno, il metallo, il suono, i media digitali, la fotografia, i video, i film) mentre i corsi guidati da tutors restano uno strumento chiave del nostro metodo di insegnamento. Oltre ai tutorials, che vedono il classico gruppo di insegnanti, gli studenti hanno l’opportunità di incontrare un gran numero ospiti, molti dei quali contribuiscono anche alla nostra attivissima serie di Lezioni sull’Arte Contemporanea.

Con quale approccio il Dipartimento si rivolge al sistema artistico londinese e come viene stimolata l’attenzione di critici, curatori, galleristi nei confronti delle nuove generazioni di artisti?
La presentazione dei diplomati – sia degli studenti sia dei laureati – è un momento chiave nel calendario dell’Arte Contemporanea a Londra. Le presentazioni sono molto attese dai galleristi, dai curatori e dai collezionisti. Gli studenti si attivano molto per questo evento, organizzano le loro mostre in molti spazi alle opportunità specifiche offerte dalla Slade quali la Slade Artists Residency ad Heal (gli studenti sono stati in ospitati nelle vetrine di un importante negozio di design e arredamento nel centro di Londra per una settimana a febbraio) e una performance serale al Bloomsbury Theatre.

Quali sono, a suo avviso, gli orientamenti artistici più aggiornati in materia di arte contemporanea, e come risponde la scuola alla necessità di aggiornamento linguistico?
Fino allo scorso novembre avrei detto la nascita di nuove forme artistiche grazie ai media attuali. Andando oltre internet e alla più generale evoluzione di queste forme grazie ai media elettronici, i recenti progressi della scansione e della stampa in 3d ci stanno conducendo a imprevedibili e, una volta, impensabili possibilità, sia riguardo alla forma sia al materiale. Avrei anche segnalato la proliferazione di ricerche interdisciplinari, in particolare arte e scienza. Comunque, lo scorso novembre, qui in Gran Bretagna abbiamo assistito a un importante risveglio politico che ha coinvolto questa generazione di studenti di arte. Le proteste e le occupazioni portate avanti dagli studenti, quale indiscutibile conseguenza dei tagli ai fondi destinati all’insegnamento delle Arti e delle materie umanistiche (e il conseguente aumento delle tasse universitarie), hanno per forza di cose portato questi ragazzi a interrogarsi sul sistema nel suo insieme, inclusa la rilevanza del mercato artistico. In sintonia con quanto si propone il movimento studentesco, gli studenti del settore artistico stanno prendendo coscienza di una politica nuova e stanno maturando una certa consapevolezza dettata dal buonsenso. Rimane da vedere se questo sortirà un certo impatto e sarà di stimolo per concretizzarsi successivamente in momento significativo per l’arte contemporanea.