Villa Rufolo
Ravello (SA)
piazza Duomo
089 857657, 089 858422
WEB
Franco Cipriano
dal 20/3/2010 al 29/4/2010
tutti i giorni 10-18
089 857621

Segnalato da

Giovanna Dell'Isola



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Franco Cipriano



 
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20/3/2010

Franco Cipriano

Villa Rufolo, Ravello (SA)

Kataphysis. Opere 1995 - 2010. Un excursus sulla produzione artistica degli ultimi quindici anni dell'artista di Scafati con inedite 'camerae pictae' e traiettorie inattese tra le opere.


comunicato stampa

Domenica 21 marzo alle ore 11,00, presso Villa Rufolo a Ravello, sarà inaugurata la mostra d’arte contemporanea Kataphysis. Opere 1995 - 2010 dell’artista Franco Cipriano, patrocinata dalla Regione Campania, la Provincia di Salerno, il Comune di Ravello, Fondazione Ravello e dall'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

L’esposizione antologica, promossa da Bruno Mansi e coordinata da Raffaella Barbato, è un excursus sulla produzione artistica degli ultimi quindici anni del maestro di Scafati. Franco Cipriano propone, per gli spazi espositivi di Villa Rufolo, una mostra che ha l’andamento di una “liturgia della pittura”, un percorso che presenta “rivelazioni” pittoriche, palinsesti di luce materica che “sospendono” tracce, segni e figure nella dimensione della “assenza dipinta”. Nell’ideale spirale spaziale degli ambienti espositivi di Villa Rufolo, Cipriano ha previsto inedite “camerae pictae”, incrociando, in traiettorie inattese, lo spazio con le opere, per cui la loro disposizione acquista la particolarità di una singolare istallazione della “silenziosa” inquietudine della pittura. Con la “interrogante” tensione, creata dall’inclinarsi di un’opera verso l’altra, s’incrocia l’orma epifanica della pittura con il corpo materico della scultura e con la pulsazione segnico-figurale della luce elettronica dei video digitali. “La sua scultura, – dice il filosofo Vincenzo Vitiello -, è pittura tridimensionale.

Pittura della materia sensibile – ove è difficile dire se questo genitivo è oggettivo o soggettivo. Inizialmente, originariamente, direi, è ‘soggettivo’: è la materia sensibile che si espone attraverso la manualità dell’artista. Se questo è vero – voglio dire: reale, e a me sembra che sia così –, allora anche il primo movimento, il movimento dalla superficie al profondo, il movimento che porta alla cancellazione del nero e all’emergere del Neutro, quel far pittura oltre la pittura, è sorretto e guidato dall’opera – dall’opera che è prima di esistere. I movimenti non sono due, ma unico e medesimo. E questo forse intende Cipriano con l’immagine della spirale. L’operare dell’opera fa segno di sé nell’opera, nel contenuto dell’opera. Il tutto si dice in una figura particolare. Ma quale travaglio per l’artista! Quante prove, quanti esperimenti, tentativi, quante ‘scritture’, per dire quello che lo fa parlare, la lingua nascosta che parla in tutte le sue parole, celandosi. È questa la ‘vittoria’ dell’artista sull’opera, che è ‘sua’, che, cioè, gli appartiene, solo perché è lui che appartiene ad essa?”. La mostra realizza un labirintico riflettersi trasmutante dei segni negli altri segni, delle materie in altre materie.

La luce degli schermi elettronici realizza il controcanto alla pittura e alla scultura, in un “dialogo” che fa compresenti e coesistenti le matrici di linguaggio, in una sorta di topologia tecnico-espressiva, dove la persistenza di un “linguaggio” è il portato della differenza con le altre possibilità “mediali”. “La pittura di Franco Cipriano, -afferma nel catalogo Stefania Zuliani -, ascetica nella rinuncia al colore eppure così spessa, emotiva, persino, di gesti ripetuti e ossessivi, si offre insomma non come proposizione, dichiarazione ultima di verità, ma come varco e soglia, diaframma tra mondi che comunque si sottraggono alla forma chiusa. Lo dicono i titoli, un “controtesto” a cui l’artista non ha mai voluto rinunciare, in cui ricorrono frequenti estasi, apparizioni, assenze, miti e lontananze, lo ribadiscono i pensieri affidati agli indispensabili taccuini di pittura: «L’opera è il mostrarsi di un movimento infinito tra l’invisibile e il visibile. L’opera come pensiero-immagine apre nell’invenzione formale interminabili varchi nell’ignoto»”.

La mostra, per una parte con opere realizzate site specific, è composta da pitture su tele di medie e grandi dimensioni, da “piani scultorei” e da proiezioni video. Il catalogo dell’esposizione è a cura della Bruno Mansi Edizioni- Ravello, con testi di Stefania Zuliani, storico e critico dell’arte dell’Università di Salerno e di Vincenzo Vitiello, filosofo dell’Università San Raffaele di Milano.

Immagine: Preghiera, 2009

Info: Ufficio stampa Giovanna Dell’Isola 3393017395 - email: giodellisola@tiscali.it
Segreteria Villa Rufolo tel. 089857621

Vernissage domenica 21 marzo ore 11,00

Villa Rufolo
Piazza Duomo, Ravello (SA)
Orari mostra 10.00 – 18.00 tutti i giorni

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