L'artista dona, attraverso le sue immagini fotografiche, in scala 1:1, una vita autonoma agli oggetti. Di volta in volta sono protagoniste dei suoi lavori le diverse parti frammentate del corpo assente.
Benedetta Alfieri dona, attraverso le sue immagini fotografiche, in scala 1:1, una vita autonoma agli oggetti. Di volta in volta sono protagoniste dei suoi lavori le diverse parti frammentate del corpo assente. Per un’operazione come questa il medium fotografico, in grado di registrare la realtà oggettivamente, è in effetti imprescindibile.
Tutti i momenti della ricerca sono strettamente legati gli uni agli altri con un’esplicita coerenza visiva e di intenti. I protagonisti delle immagini sono collegati alla contingenza sociale, geografica, storica dalla quale provengono: in India, in Africa le cose sarebbero profondamente diverse. Là gli abiti non sono di foggia antropomorfa, sono piuttosto grandi teli che si adattano al corpo di chi deve vestirsi. Una volta vuoti se ne coglie soprattutto il tessuto e non certo la fattura, il modello. Da noi l’abito ha una foggia, un taglio, una chiara personalità. Siamo noi che ci dobbiamo adattare ad esso e non viceversa.
Inaugurazione 22 maggio ore 18
Skin Gallery
contrada Soncin Rotto, 1 - Brescia
Orario: martedi-sabato 15.30-19
Ingresso libero