Palazzo Ducale
Genova
piazza Matteotti, 9
010 5574065 FAX 010 5574001
WEB
Margherita Marchese Scelzi
dal 27/5/2010 al 27/6/2010
mart-dom 17-20

Segnalato da

Cosimo de Mercurio




 
calendario eventi  :: 




27/5/2010

Margherita Marchese Scelzi

Palazzo Ducale, Genova

I vizi capitali e l'astinenza. In mostra 40 fotografie dell'artista, tratte dall'omonimo libro, e presentate in occasione dei dieci anni della casa editrice 'liberoedizioni'.


comunicato stampa

Da venerdì 28 maggio a lunedì 28 giugno nella sala Mercurio del cortile maggiore di Palazzo Ducale a Genova, saranno esposte 40 splendide immagini per i dieci anni di liberodiscrivere® dal libro “I vizi capitali e l’astinenza” dell’artista fotografa Margherita Marchese Scelzi (liberodiscrivere® edizioni, direttore artistico Antonello Cassan, testi di Annamaria D’Ursi, Horacio Ferrer, Claudio Pozzani).

“Senza il confronto con il vizio non puoi accedere alla Virtù e senza la Virtù non puoi ritenerti un autentico vizioso”. Parola di Margherita Marchese Scelzi.

Le sue fotografie, in successione, riprendono “peccatori” nel loro farsi personaggi del vizio, in un percorso dove allo “spettatore” è chiesto, a patto che lo spettacolo abbia luogo, di prendere parte a una storia in cui gli attori, interpreti delle scene “viziose”, si esprimono fino in fondo, solo se sottoposti a giudizio, con l’indice puntato, o con immedesimazione colpevole o simpatetica o solo indulgente e divertita. È lo “spettatore”, peregrinante nelle fotografie, a ridare vita alle scene, progettate meticolosamente da Margherita, a riconoscere le strade del vizio o solo le scorciatoie di piccoli illeciti grotteschi, o brevi momenti di libero arbitrio contro la pubblica morale, messe in scena per quel che sono o solo di quello che tale appare. Annamaria D’Ursi

Vi sono soggetti, non importa se luoghi, oggetti o esseri umani, e situazioni, con i quali non è possibile stabilire aprioristicamente, come crearne il racconto per immagini; è impossibile e pretenzioso prevedere l’impatto emozionale. Tutto, ma proprio tutto quello che credi di sapere, te lo devi ficcare su per il viadotto dell’oblio. è necessario e obbligatorio, in quei momenti, fare tabula rasa. Quel che accade è assolutamente destabilizzante, vorresti andartene aff…

È straordinariamente terribile e travolgente sentirsi destabilizzati, i tuoi patetici schemini ideologici se ne vanno dritti-dritti giù per la tromba delle scale dell’ignoto, insieme alle tue false certezze… è solamente in questi istanti che hai l’inconsueta possibilità di dissolverti in quello che stai realizzando, di sferrare un attacco profondo alla struttura fondante della maniera e un calcio nel culo al fottuto ritornello del IO mi ESPRIMO (come se il mondo avesse l’obbligo di interessarsi alla tua supponente e infantile urgenza comunicativa, se non hai l’umiltà di denominarla punto di partenza, non sei in grado di farle attuare una metamorfosi e sopratutto se non parla un linguaggio che travalica i confini della soggettività… appunto) e ridurlo al silenzio…

Ecco un altro attacco, stavolta con un calcio sui denti, all’ammuffito conformismo della trasgressione, così perdi la tua vischiosa, prepotente identità, per un istante, dimentichi l’orpello della tua preziosa originalità del c... , nello scatto dell’otturatore, o nel finto sparo della digitale, o in quant’altro. Si manifesta quella trance ipnotica che ti proietta al di là dell’Io. Avviene un transfert col soggetto, e tu sei l’oggetto, non resta la benché minima traccia di autocompiacimento né di autoreferenzialità, o di senso di inadeguatezza. Quando e se, finalmente, riesci a porre sulla stessa linea gli occhi, la mente, il cuore, come diceva il poeta Cartier Bresson, e a proiettarti oltre il consentito, hai centrato il bersaglio e HAI SENSO.

In quei momenti ti senti capovolto e assolutamente svuotato. Tutto quel che ti eri prefissato va a puttane, grazie a Dio… e dedichi un ampio gesto d’ombrello ai teorici! Quando guardo, e mi smarrisco, nelle immagini di alcuni colleghi, in cui percepisco questo incanto, mi sento felice e indulgo nel privilegio di questo struggimento, e ho voglia di scaraventare la macchina fotografica nel cesso… poi la prendo, faccio pace e ricomincio a dialogare, dal basso, in devoti e umili tentativi di stare insieme senza sovrapporci, io e lei.
Margherita Marchese Scelzi

Inaugurazione 28 Maggio 2010, alle ore 21,30

Sala Mercurio del cortile maggiore di Plazzo Ducale
piazza Matteotti, 9 - Genova
orari: dal martedì alla domenica dalle ore 17 alle ore 20
ingresso libero

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