Chiesa della SS. Trinita'
Trinita' d'Agultu (OT)
piazza 4 Novembre

Salvador Dali'
dal 30/7/2010 al 10/9/2010
tutti i giorni 9-12,30 e 18-21
079 610991

Segnalato da

Antonella Camarda




 
calendario eventi  :: 




30/7/2010

Salvador Dali'

Chiesa della SS. Trinita', Trinita' d'Agultu (OT)

La Divina Commedia. 100 incisioni in mostra. Nate nei primi anni '50, le illustrazioni per la Divina Commedia riflettono le idee espresse dall'artista nel Manifesto Mistico del 1951, unendo l'applicazione del suo metodo paranoico-critico al concetto di estasi e alla fascinazione per la fisica nucleare.


comunicato stampa

a cura di Antonella Camarda

La XVI Rassegna “Orfeo cinto di mirto” presenta a Trinità d'Agultu Salvador Dalì. La Divina Commedia, a cura di Antonella Camarda, organizzata dall'associazione culturale Agostino Muretti con il patrocinio del Comune di Trinità di Agultu e Vignola, Collezioni d'Arte Camù e Acqua Smeraldina. La mostra, divisa nelle tre sedi che si affacciano sulla piazza IV Novembre (Chiesa della SS. Trinità, Sede parrocchiale, Sala Giulia) sarà inaugurata il 31 luglio alle 21.00.

Cento incisioni su legno del maestro catalano, appartenenti alla collezione Paolo Dal Bosco, illustrano le tre cantiche del poema dantesco in modo sorprendente, scandaloso e toccante: due immaginari straordinari, quello di Dante e quello di Dalì, si incontrano, si sfiorano, si sovrappongono ed entrano in competizione, per un risultato che è tra i più grandi capolavori grafici del dopoguerra. Nate nei primi anni Cinquanta, le illustrazioni per la Divina Commedia riflettono le idee espresse dall'artista nel Manifesto Mistico del 1951, unendo l'applicazione del suo metodo paranoico-critico al concetto di estasi e alla fascinazione per la fisica nucleare.

Nel momento in cui si appresta ad illustrare la Divina Commedia, Dalí ne ha già digerito e cannibalizzato il contenuto, piegandolo alle sue esigenze di continua rappresentazione autobiografica. Si riconosce in Dante in virtù della sua fama (che il pittore doveva in qualche modo assimilare alla propria) ma anche per il suo rapporto con la donna amata: Beatrice è per Dante ciò che Gala, sposa e musa amatissima, è per Dalí.
I tre regni danteschi sono il palcoscenico in cui l'artista catalano mette in scena le ossessioni e i grandi racconti psicanalitici del Surrealismo, debitori delle teorie freudiane sull'inconscio individuale e collettivo, sul sogno come riemergere dei desideri repressi dalla società e sul mito come archetipo dell'esperienza umana.

Nell'inferno domina il complesso di Edipo, ovvero il desiderio dell'uomo per la propria madre, e il complementare omicidio del padre, l'ambigua ed ambivalente conflittualità padre-figlio incarnata nel poema dantesco dal conte Ugolino. L'inferno di Dalí è contraddittorio e onirico, debitore della pittura metafisica di De Chirico e legato alle riflessioni sulla quarta dimensione e la matematica non euclidea. Assolato e vuoto, rischiarato dal sole del Mediterraneo e popolato dai demoni del Mezzogiorno - pericoloso momento di contatto con l'aldilà, in cui le ombre si annullano e i morti arrivano sulla terra - si oppone alle raffigurazioni cupe ed ai paesaggi claustrofobici delle illustrazioni romantiche di Gustave Dorè.

Il Purgatorio è caratterizzato dalle ombre, e dal ricorrere di un mito psicanalitico specificamente dell'artista, quello dell'Angelus di Millet, quadro dell'Ottocento francese che innesca il delirio paranoico-critico di Dalí, che scorge in una pia coppia di contadini intenta a pregare enigmi e significati relativi al sesso, la morte e le relazioni uomo/donna. È il regno più vicino alla terra, caratterizzato da uno spazio più naturale, e da una carnalità e sessualità più apertamente esibite, nel quale la figura femminile è una minacciosa mantide religiosa, icona surrealista della pericolosità castratrice dell'eterno femminino.

Il Paradiso appare dotato di una spazialità espansa che trova i suoi modelli nelle cupole tardo manieriste e barocche, o è costruito mediante la sovrapposizione di piani illusori, privati di ogni profondità. L'unità che da origine alla forma è il corno di rinoceronte, nel quale l'artista riconosce la struttura primaria del reale, simbolo mistico e fallico al tempo stesso. Alto e basso, spirituale e carnale sono per l'artista sempre in stretto e morboso contatto e l'abbandono e superamento delle pulsioni terrene è al tempo stesso negato ed affermato.

Emblema di questa dialettica degli opposti è Beatrice che appare già nella seconda tavola dell'Inferno, ariosa e vibrante, identificata con Gala e, per via della sua posa, con la Leda di Leonardo. Leda/Gala/Beatrice è al tempo stesso moglie e madre, guida e perdizione, mantide e Gradiva, colei che avanza, segnale di un desiderio represso che sovrappone al testo medievale i miti psicanalitici propri dell'artista e del suo tempo.
Dalì nella Commedia va oltre le poetiche e l'immaginario surrealisti, pur senza rinnegarli, tiene conto degli sviluppi dell'arte del dopoguerra, assorbendone quanto di compatibile con la propria visione, fonde miriadi di suggestioni letterarie e pittoriche in una visione personale del mondo dantesco, al quale si accosta in modo originale e profondo, creando la più significativa e convincente illustrazione del poema del Novecento.

Ideazione e coordinamento: Giulia Erriu
Catalogo: Agave edizioni, Sassari
Mostra e catalogo a cura di: Antonella Camarda

Inaugurazione 31 luglio, h. 21

Chiesa della SS. Trinita'
Piazza 4 Novembre - Trinita' d'Agultu (OT)
Tutti i giorni 9:00-12:30 e 18.00-21:00

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