ES contemporary art gallery
Merano (BZ)
via Portici, 75
0473 426984
WEB
Kiril Cholakov
dal 13/10/2010 al 4/11/2010
mer - ven 16-19, sab 10-13

Segnalato da

Katia Anguelova




 
calendario eventi  :: 




13/10/2010

Kiril Cholakov

ES contemporary art gallery, Merano (BZ)

Piccolo popolo. 4000 figure di cartone nero ritagliate a mano, invadono in gruppi di 100 lo spazio della galleria, raggruppandosi secondo l'arrivo della luce e trasmettendo un senso di vitalita', sensualita' e passione.


comunicato stampa

Piccolo popolo è il titolo del progetto di Kiril Cholakov appositamente creato per Erwin Seppi contemporary art gallery di Merano.
4000 figure di cartone nero ritagliate a mano, invadono in gruppi di 100 lo spazio della galleria, raggruppandosi secondo l’arrivo della luce e trasmettendo un senso di vitalità, sensualità e passione.

Kiril Cholakov, artista bulgaro che da anni vive a Rimini, interessato nella sua ricerca ad argomenti che riguardano lo “spaesamento” interiore crea per la sua prima mostra a Merano una collezione di simboli e gesti pagani atti a trasmettere emozioni. Tutto questo utilizzando la carta, materiale camaleontico pronto a diverse trasformazioni, e le ombre, tipico elemento della ricerca e della costruzione simbolica. Le ombre, nel lavoro di Kiril Cholakov, sono sogni, riflessioni sul mistero, l’enigma e il simulacro. “L’ombra è l’altro da noi, - sottolinea l’artista stesso – un oscuro e sfuggente oggetto/soggetto di desiderio e repulsione, un tentativo di esprimere l’impossibilità di disegnare i contorni di ciò che non è rappresentabile, una situazione limite e un conflitto silenzioso tra mondo rappresentato e tempo presente” (tra la rappresentazione del mondo e la realtà fattuale). Il mondo dell’ombra utilizzato da Kiril Cholakov echeggia un mondo simbolista del primo Novecento. Come il cinema espressionista fa uso di un’illuminazione altamente contrastata per proporre un dialogo fra ombra e luce, così Kiril Cholakov utilizza sagome nere per installare piccoli ambienti immaginari all’interno della galleria.

Le figure, piegate su se stesse, in una posizione impossibile, diventano sonnambuli proto- umani. Un tentativo di tracciare i contorni di ciò che non è rappresentabile, un fascino per il mistero dell’ambiguità del desiderio e di ciò che sfugge alla luce. L’installazione di Kiril Cholakov è infatti anche un richiamo al mito balcanico del vampirismo; le figure nella galleria diventano una sorta di colonia di pipistrelli, piccolo popolo (come lo chiama l’artista), una “pallida ed elegante aristocrazia con mantello”. I vampiri di Cholakov non sono più mostri, ma tormentati gentiluomini che catturano la liminalità dell’esperienza umana. Il limen in latino è la linea invisibile che separa ed unisce l’interno e l’esterno e che metaforicamente permette il passaggio fluido all’interno di diversi universi simbolici; ed il vampiro è una creatura che si muove ai confini tra la vita e la morte, l’immaginazione e la realtà, il corporeo e l’immateriale, il desiderio e la necessità.

È un soggetto di confine che può esistere solo attraverso la sua rappresentazione ed esperienza, la cui raffigurazione, tuttavia, è più una performance, un elemento equivoco, un azzardo, che non una forma a cui poter fare (e a cui poter dare) dei contorni definitivi. Come per il “tenetz” (nome tradizionale dei vampiri nella zona del Danubio), raccontato da Iordan Radichkov (scrittore bulgaro, erede di un importante tradizione letteraria bulgara, un fabulatore-intrattenitore) il corpo è una condizione transitoria ed allo stesso tempo essenziale, così le ombre di Cholakov stimolano a mettere in discussione la costruzione ed il riconoscimento dell’idea di ‘soggetto’ all’interno di una cultura e di un linguaggio. Forse per via del loro richiamo ancestrale e archetipico, le ombre di Cholakov non si limitano a riflettere una superficie, ma diventano veri e propri corpi opachi che si interpongono tra una sorgente di luce e l’oggetto illuminato; figure indistinte o vagamente abbozzate che generano fraintendimenti, curiosità e sospetti. Le ombre, del resto, distorcono facilmente le figure che riflettono, a seconda della luce e della porzione di spazio sulla quale vengono proiettate. Cosi Kiril Cholakov riflette sulle realtà mobili che combinano il quotidiano e l’universale. La moltitudine di sagome diventa una tappa creativa che mette insieme la possibilità di assimilare le influenze straniere, la capacità di ritorno verso le proprie sorgenti e la responsabilità individuale.
Katia Anguelova

Kiril Cholakov (1964, Sofia, Bulgaria, vive e lavora a Rimini, Italia), I suoi lavori sono presentati a: Ludwig Museum Koblenz, Germany /2008/, International biennial of Contemporary Art, Shumen, Bulgaria /2006/, Donumenta, Germany /2005/, Conflict/ Conflict, Sinapsher, Villa Serena, Bologna, Italy /2005/, August in art biennial for visual arts, Varna, Bulgaria /2004/ecc.

Partner della mostra: Bulart Gallery, Varna Bulgaria

Immagine: Senza titolo, installazione, 2010 (dettaglio)

Inaugurazione 14 ottobre ore 18

ES contemporary art gallery
via Portici, 75 - Merano (BZ)
Orari: me_ve 16 - 19 / sa 10 - 13
Ingresso libero

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