Fondazione Morra - Palazzo Bagnara
Napoli
piazza Dante 89 (Palazzo Ruffo di Bagnara)
081 5641655, 081 454064
WEB
Melita Rotondo
dal 8/12/2002 al 25/1/2003
081 454064 FAX 081 454064

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Melita Rotondo



 
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8/12/2002

Melita Rotondo

Fondazione Morra - Palazzo Bagnara, Napoli

''through''. Viaggio nella morte, memoria, metamorfosi di cio' che noi chiamiamo corpo. L'artista presenta quattro ambienti percorribili in cui fotografie, oggetti, video, luce, odori, suoni, persone, matasse e gomitoli di lana ci vengono incontro come frammenti e ci rimandano un universo fatto di introspezione, emozioni.


comunicato stampa

Il giorno 9 dicembre 02, alle ore 19,30, presso la Fondazione Morra a Napoli, sarà inaugurata la personale dell’artista Melita Rotondo, dal titolo ''through'' viaggio nella morte, memoria, metamorfosi di ciò che noi chiamiamo corpo.

L’artista presenta quattro ambienti percorribili in cui fotografie, oggetti, video, luce, odori, suoni, persone, matasse e gomitoli di lana ci vengono incontro come frammenti e ci rimandano un universo fatto di introspezione, emozioni; eppure, contemporaneamente, è uno sguardo aperto verso il mondo, disponibile all'altro ed al 'diverso': proprio per questo, capace di parlare una lingua universale.

''L’essere corporeo - il corpo è una fetta di carne attivata dalle scosse elettriche del desiderio'', scrive la filosofa Rosi Braidotti nel contributo di presentazione alla mostra.
''Né sacro spazio interiore, né un'entità puramente sociale, questo spazio corporeo interattivo è un luogo di transizioni e di contrattazioni. È uno spazio intermediario, dove si attivano affetti e si strutturano influenze che spiazzano la distinzione tra l'interno e l'esterno del soggetto. Il corpo è un'entità dinamica e mobile, dotata di una memoria incarnata, un'intelligenza della materia che, come insegna Bergson, è collegata alla capacità di ricordarsi. Ri-cordare vuol dire saper ripetere, ri-trovare nello spazio incarnato del tempo vissuto: è una forma di ripetizione vitale che non deve nulla alla coscienza e tanto invece alla sensibilità. Il corpo è quella materia dotata di memoria che, grazie alla capacità di ricordare, e quindi di ripetere, riesce a restare fedele a se stessa, attraverso i molteplici cambiamenti e le varie influenze subite.

La facoltà che consiste nell’essere "fedele a se stessa", non deve essere letta come una dipendenza - più o meno sentimentale - dalla propria identità nel senso psicologico del termine. Io non la riallaccerei neanche alle interminabili discussioni sull' "autenticità" del sé. Fa invece parte di un diagramma della soggettività fondata sul concetto di durata, cioè di sostenibilità nel tempo e nello spazio. L’opera di Melita Rotondo insegna così''.

Melita Rotondo, napoletana del 1954, lavora dalla metà degli anni Ottanta utilizzando prevalentemente la fotografia, il video, oggetti di uso quotidiano, il suono, gli odori, lo spazio per mostrare realtà trasfigurate. Nota per aver usato la fiamma ossidrica su stampe fotografiche raffiguranti immagini simbolo di Napoli e Berlino, ha creato nuove immagini disancorate dalla cosiddetta oggettività della visione, le ha rifotografate e quindi stampate su cibacromes di grande formato, provocando nel pubblico emozione e spaesamento. Successivamente ha incominciato a conservare 'memorie materiali' - frammenti veri di corpi umani - all’interno di telai di vetro, composti come fotografie.

Dal 1997 è direttrice artistica del progetto In Opera, nel quale ragazzi dai 5 ai 18 anni ed artisti contemporanei lavorano insieme e realizzano opere d’arte.

dal 9 dicembre 2002 al 25 gennaio 2003
Fondazione Morra, via Vergini 19 Napoli
orario: lun.-ven. 10.30 - 13.00 / 16.00 -19.00

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