Alice Gombacci vive, da piu' di trent'anni, in una casa del Seicento disegnata dall'architetto Bartolomeo Peruzzi, nel centro di Roma. E da questo suo osservatorio privilegiato annota storie di fantastica umanita': un teatro grottesco popolato da fantocci di pezza, esuberanti matrone, domatori, giocolieri, animali stanchi e strizzati.
Curiosa umanità
Alice Gombacci vive, da più di trent’anni, in una casa del Seicento disegnata dall’architetto Bartolomeo Peruzzi, nel centro di Roma. E da questo suo osservatorio privilegiato, tra Largo Argentina, Piazza Navona, Campo dei Fiori annota storie di fantastica umanità. Un teatro grottesco popolato da fantocci di pezza, esuberanti matrone, domatori, giocolieri, animali stanchi e strizzati. Personaggi fissati in pose antiretoriche, che l’artista (triestina di nascita, ma romana d’adozione), trae dal suo onirico rimando d’emozioni. E’ il carattere evolutivo della società che si fa arte e che enuclea situazioni per farle diventare soggetti di una rappresentazione grottesca.
Come nei disegni di Richard Lindner il cui segno caricaturale rileva il carattere personale del soggetto e porta l’osservatore a riflettere sulle relazioni oggettive della società, la Gombacci trasforma, con il suo segno scarno e bidimensionale, figurine in cui la famiglia è un assembramento di molti figli con al centro, statuaria, la madre madrona, la vacanza: un coacervo di amebe vaganti, il circo un vuoto a perdere di gesti stereotipati di quello spettacolo avulso e strano, che da secoli si svolge, immutato, all’ombra dello chapiteau. E’ qui, specie nelle scene circensi, che dal 1992 fa da controcampo e sottolineatura un bambolotto di juta con gli occhi a palla, che Alice chiama Macometto. Storpiatura dialettale di Maometto, una specie di (Zanni) della Commedia dell’Arte.
Antieroe per eccellenza, a cui l’artista affida una seconda verità. Una doppia scena come in molti quadri sacri del ‘600. E’ l’aura mitteleuropea delle sue origini etniche, che i molti anni romani non hanno ancora cancellato, la stessa che fa sentire di casa la Gombacci, quando espone a Parigi (come l’anno scorso alla Semaine intalienne a Paris) o che le crea unanimi consensi in Grecia, a Londra, a Bruxelles come a Tirana. Poiché, nonostante la sua discrezione, la sua riluttanza alla spasmodica visibilità mediatica, Alice Gombacci è una artista internazionale, e le sue opere sono apprezzate dalla critica e dai collezionisti di tutto il mondo.
La mostra è patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Provincia di Perugia e dalla Regione Umbria e - in occasione dell'inaugurazione della stessa, all'artista è stata consegnata una Medaglia da parte del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Napolitano quale suo Premio di Rappresentanza.
Inaugurazione 02 luglio 2011, 18:30
GLI ARCONI
Via Baldassini (di fronte ai civici 46-54) - Gubbio
orario 10 –12,30 / 16 – 19,30
ingresso libero