SpazioZebra
Genova
piazza Grillo Cattaneo 1/6a
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Mathilde Seguin
dal 17/1/2003 al 21/2/2003
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Segnalato da

Federico Rolla



approfondimenti

Mathilde Seguin



 
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17/1/2003

Mathilde Seguin

SpazioZebra, Genova

Nell'ambito del Progetto di incontri sperimentali interdisciplinari ''Sodaglie'', si terra' un primo evento, con la venuta a Genova di Mathilde Seguin da Rennes, Francia. Questa permanenza le consentira' di avviare le fasi preliminari alla collaborazione sperimentale con artisti italiani che, secondo il principio degli incontri ''Sodaglie'', mira alla produzione di realizzazioni interdisciplinari.


comunicato stampa

Mostra-Incontro

Nell'ambito del Progetto di incontri sperimentali interdisciplinari ''Sodaglie'', si terrà un primo evento, con la venuta a Genova di Mathilde Seguin da Rennes, Francia.

Questa permanenza le consentirà di avviare le fasi preliminari alla collaborazione sperimentale con artisti italiani che, secondo il principio degli incontri ''Sodaglie'', mira alla produzione di realizzazioni interdisciplinari.

Lo SpazioZebra vi invita sabato 18 gennaio 2003 alle ore 19.00 al vernissage per l'inaugurazione della mostra che presenta il lavoro di Mathilde Seguin nella sua diversità: incisioni, acqueforti, gioielli, oggetti, in presenza dell'artista.

Una 'touche-à-tout' con 'due mani sinistre'

Il viaggio
Mathilde Seguin lavora soprattutto con l'acquaforte. La sua prima sfida fu di portare parte del processo, il disegno, fuori dal laboratorio.
Le sue acqueforti sono impressioni di viaggio, raccolte come carnet di croquis. Schizzi fatti su una tavola delle dimensioni di un francobollo, con un pennello bagnato nell'acqua zuccherata, materiale trasportabile, sempre pronto ad essere tirato fuori dalla tasca; tecnica che per semplicità e velocità d'uso permette di cogliere l'instante.
La fase di rielaborazione avviene in laboratorio, con la rivelazione, spesso sorprendente, dei contrasti, delle ombre, delle luci e della profondità dell'immagine.
La tecnica dell'acquaforte viene reinterpretata, divenendo non più una pratica statica ma un modo di vivere, di sentire, di interpretare il viaggio. La sua curiosità la spinge agli incontri più vari, sia durante i suoi viaggi che per le strade della sua città.

L'humain
Sperimentando nuove applicazioni per tecniche tradizionali, spesso attraverso una dimensione ludica che coinvolge l'intero iter progettuale e realizzativo, Mathilde ricerca l'umano attraverso oggetti di uso quotidiano: gioielli, cappelli, lampade' Quando si sofferma su di un viso intravisto in un locale o per la strada ci comunica quello che è il reale spirito del viaggio.

Alcuni dei suoi ''Carnets'' sono esplicitamente dedicati a questi temi: ''Dormeurs'', ''Gens'' 1 e 2, dove giovani e vecchi si affiancano come nei ritratti parigini di Baudelaire.
Quando Mathilde reinventa gli oggetti, utilizza quelli d'uso più quotidiano per evocarne una funzione esclusivamente poetica: un barattolo d'olio per motore diventa una lampadina che proietta un cielo blu, una torcia diventa una ''Luna da tasca'', il soffitto illuminato di una cabina telefonica un cielo mutevole.
L'acquaforte stessa diventa oggetto, la tavola usata per l'incisione e quindi la stampa dell'immagine si ripiega su se stessa, e diventa un'anello che nel suo giro interno, nascosto agli sguardi, contiene la matrice dell'immagine che il portatore dell'anello espone sui muri di casa.

Interno/esterno
Per Mathilde Seguin, rimane fondamentale la definizione e lo sviluppo di ciascuno degli spazi fondamentali: quello interno, e quello esterno.
L'aprirsi agli altri nasce dalla necessità di condividere certi aspetti legati all'intimo. I gioielli sono la preziosità di un'immagine che ha sedotto chi la indossa di nascosto. La creazione dell'incisione-annello con la sua immagine segreta consente di intuire l'importanza dell'opposizione interno/esterno.
La poeticità dei suoi oggetti è rivolta al modo di abitare nella propria intimità.

Il corpo: vestito, gioiello
Il prolungamento di questo rapporto così particolare con l'intimo è la via naturale del vestire il corpo, con vestiti e goielli emblematici del rapporto col mondo.
I cappelli ludico-pratici, attingono al mondo dell'infanzia ed insieme ad un'epoca che non aveva ancora dimenticato il couvre-chef.
Alcuni gioielli necessitano della luce per rivelare il loro potenziale poetico attraverso proiezioni sul corpo; altri sono più intimi, come il ciondolo con la mano incisa che oscilla sul petto della bella, l'unica ad esserne consapevole'

SpazioZebra
p.za Grillo Cattaneo 1/6a
Genova

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