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E quindi uscimmo a riveder le stelle
dal 22/5/2012 al 6/7/2012
lun-ven 16-19

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Galleria San Fedele




 
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22/5/2012

E quindi uscimmo a riveder le stelle

Galleria San Fedele, Milano

Seconda tappa del percorso dei giovani artisti partecipanti al Premio Artivisive San Fedele sul tema del viaggio. Lavori di Marco La Rosa, Ayumi Kudo, Giorgio Tentolini ed altri ancora.


comunicato stampa

a cura di Andrea Dall'Asta S.I. e Daniele Astrologo, Ilaria Bignotti, Chiara Canali, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Massimo Marchetti, Kevin Mc Manus, Michele Tavola

“E quindi uscimmo a riveder le stelle. Il viaggio”. È questa la seconda tappa del percorso dei giovani artisti che hanno riflettuto sul tema del viaggio, tante volte declinato nella letteratura, nell’arte o nel cinema.
È sembrato importante approfondire questo tema. Viaggiare implica il riconoscere il proprio punto di partenza, il luogo in cui ci si trova e allo stesso tempo presuppone il fare emergere il desiderio di mettersi in cammino verso una meta, un obiettivo. Non si può restare fermi. Certo, occorre arrestarsi per riposare, per riprendere fiato, per valutare il percorso compiuto, ma poi bisogna ripartire. Occorre andare avanti, attraversando i diversi aspetti della vita, anche quelli più complessi e contraddittori. Mettersi in viaggio vuole dire chiarificare i propri obiettivi e domandarsi: verso dove sto andando?
Quali sono i desideri della mia vita e che cosa faccio per realizzarli?
In un mondo sempre più frammentato e senza ideali, è fondamentale chiedersi il senso del proprio viaggio.  Israele compiva il proprio viaggio verso una Terra promessa, Enea verso un luogo in cui fondare una città che sarebbe stata luogo di irradiazione di una grande civiltà, Cristo stesso era sempre in cammino, annunciando la buona notizia di un Dio che ama gratuitamente l’uomo. E noi, quale viaggio siamo in grado di intraprendere?

Diverse sono le modalità con le quali i giovani artisti hanno affrontato la tematica.  Marco La Rosa, per esempio, giunto primo classificato, con l’opera Il migliore dei mondi possibili, presenta una vera e propria riflessione filosofica. Attraverso un’installazione, mostra cinque particolari figure geometriche: i poliedri regolari, meglio conosciuti con il nome di solidi platonici, già citati dal Timeo di Platone. Non si tratta semplicemente di solidi geometrici, ma di figure cariche di fascino e di mistero. Sono solidi, certo. Tuttavia, presentano caratteristiche particolari. Sono solo cinque e inscrivibili in una sfera. Hanno facce, spigoli e vertici uguali. Il numero delle loro facce è tuttavia diverso, in una sorta di viaggio da ciò che è più complesso a quanto invece è più semplice. Non solo, nella cultura dell’Occidente, i poliedri sono stati associati ai quattro elementi fondamentali e alla quinta essenza, per essere poi assimilati alla struttura dell’universo e al moto dei pianeti…
Il materiale scelto per realizzare i solidi è il piombo, metallo molto resistente agli agenti corrosivi che ha un lento processo di ossidazione che ne altera continuamente la patina. Un viaggio compiuto dai metalli, in una loro continua trasformazione, dunque. I poliedri sono esposti in cinque teche dalle medesime dimensioni, quasi fossero stati pensati per una Wunderkammer. Tuttavia, variano le altezze, concepite secondo alcuni parametri, in relazione all’elemento fondamentale che rappresentano: l’universo, la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua – oppure l’orbita dei pianeti ai quali sono associati (Saturno, Giove, Venere, Terra, Marte). Si tratta dunque di “pure forme” che permettono di compiere un viaggio complesso, nella filosofia, nella storia, nella nostra percezione, attraverso il cosmo…

Molto diverso è il viaggio che Ayumi Kudo, giunta seconda classificata, con un libro illustrato,  Il giromondo di Ayumi, compie attraverso 195 paesi del mondo. Nelle sue innumerevoli e bellissime illustrazioni, frutto di un grande lavoro, la giovane autrice giapponese fa emergere emozioni, speranze, nel desiderio di suscitare un sorriso a chi lo guarda. Per ogni paese è colto un tratto specifico dalla religione, dalle singole tradizioni. È un viaggio pieno di vitalità, di speranza e di dolcezza. In una sorta di grande festa collettiva, la giovane giapponese ci invita a eliminare le barriere tra i diversi popoli, nel riconoscimento di una fanciullezza comune, da cui riprendere un dialogo che troppo spesso si interrompe.

Completamente diversa è l’opera di Giorgio Tentolini, giunto terzo classificato e vincitore del Premio Rigamonti con il lavoro L’uomo che cammina. È un lavoro che elabora numerosi riferimenti artistici, da Masaccio a Pellizza da Volpedo, a Giacometti. È la rappresentazione di un giovane uomo nudo che avanza, deciso, come se si inoltrasse verso il futuro, in un viaggio per una presa di consapevolezza di se stesso, delle sue possibilità. È un viaggio alla ricerca di un senso, di un significato da dare all’esistere. Si dirige verso lo spettatore. Tuttavia, cosa vuole suggerirci? Che cosa ci sta dicendo? Il suo diritto a crescere, a solcare i sentieri della storia? L’opera è costituita dal sovrapporsi di numerose reti che, forate dall’autore, lasciano intravedere un corpo umano, trasfigurandone la figura e dando allo stesso tempo l’impressione di un continuo movimento. Il lavoro si presenta dunque come una sindone che dal passato raggiunge il nostro presente.

Ancora molto diverso è il viaggio che Aliza Veneziano, segnalata dai curatori, compie a San Salvi, ex-ospedale psichiatrico di Firenze. Se Dante, compiuto negli Inferi un viaggio attraverso le tenebre, ritrova le “stelle”, simbolo dell’armonia divina, la giovane fotografa ci fa sprofondare in questo “Inferno”, per rivelarci tuttavia un ordine, una bellezza. È come se attraverso la macchina fotografica tutto fosse trasfigurato. Da luogo di sofferenza il manicomio abbandonato si trasforma in spazio capace di sprigionare serenità e pace, come a suggerirci che le stelle possono essere ritrovate anche in un luogo carico di dolore.
I lavori degli altri artisti selezionati (Francesco Arecco, Mirko Canesi, Ettore Frani, Silvia Inselvini, Elisa Leonini, Mikayel Ohanjanyan, Alice Pedroletti, Antonio Piga, Paolo Richetti, Claudio Rivetti, Lucia Veronesi), compiono ancora viaggi molto diversi grazie alla scultura, alla pittura, al video, a installazioni… Qualunque sia la tecnica, si tratta di viaggi che cercano di interpellarci sul cammino che stiamo compiendo nella nostra vita, invitandoci a riflettere quale percorso intraprendere.
(Andrea dall'asta)

Primi tre artisti classificati
1. Marco La Rosa
2. Ayumi Kudo
3. Giorgio Tentolini

Con il contributo di Fondazione Cariplo

Immagine: Installazioni di Marco La Rosa

Inaugurazione mercoledi' 23 maggio ore 18 durante la quale saranno premiati i vincitori.

Alle ore 20,30 in Auditorium ci sarà il concerto conclusivo del Premio Castiglioni con inoltre le musiche dei sei finalisti: Maurizio Azzan, Yair Klartag, Samy Moussa, Naomi Pinnock, Manuel Contreras e Tom Coult.

Galleria San Fedele
Via U. Hoepli 3a, Milano
lun-ven 16-19
Ingresso libero

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