Spazio Aref
Brescia
piazza della Loggia, 11
030 3752369 FAX 030 48854
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Narumi Harashina
dal 20/9/2012 al 20/10/2012
gio-dom 16-19.30

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Narumi Harashina



 
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20/9/2012

Narumi Harashina

Spazio Aref, Brescia

La magia del nero. La mostra intende illustrare la produzione incisoria definita 'maniera nera' dell'artista che sviluppa un dialogo con gli oggetti del quotidiano.


comunicato stampa

Venerdì 21 settembre alle ore 18.00 presso la Galleria di SpazioAref verrà inaugurata la mostra La magia del nero, incisioni alla maniera nera dell’artista giapponese Narumi Harashina. L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale italo-giapponese Fuji, patrocinata dal consolato Generale del Giappone a Milano e dal Comune di Brescia.

All’inaugurazione interverranno la curatrice dott.ssa Daniela Copeta, l’artista con la moglie, il presidente dell’associazione Fuji dott. Rosario Manisera, il presidente dell’Aref Roberto Ferrari, oltre ad alcuni rappresentati delle autorità giapponesi e cittadine. Per risaldare un’amicizia di lunga durata con il maestro Harashina, la celebre cantante lirica Monica Minarelli eseguirà alcuni brani famosi del proprio repertorio.

Seguirà un rinfresco nel quale saranno proposte alcune specialità della cucina giapponese. La mostra rimarrà aperta ad ingresso libero dal giovedì alla domenica dalle 16.00 alle 19.30 fino a domenica 21 ottobre. “L’associazione Fuji si impegna da diversi anni a diffondere la conoscenza e lo scambio tra le culture italiana e giapponese per favorire maggiore tolleranza e comprensione tra i popoli e anche questo progetto - nato da una sincera amicizia - si propone come dialogo e mediazione tra i due paesi utilizzando il linguaggio dell’arte.

La mostra intende illustrare la produzione incisoria definita “maniera nera” del maestro giapponese Narumi Harashina che, mediando tra le culture orientale ed occidentale alla base della propria formazione, sviluppa un dialogo personalissimo con le umili e semplici cose che fanno parte del vivere quotidiano. La tecnica, che risale alla tradizione germanica seicentesca, è poco praticata ai giorni nostri perché richiede molta pazienza e un notevole sforzo fisico. La lastra di rame da cui sarà cavato il segno deve presentare una texture di solchi tracciati con un berceau - una specie di mezzaluna di metallo durissimo - che restituiranno allo sfondo, nel trasferimento sulla carta, il tipico aspetto morbido e vellutato.

Dal fondo nero pochi tocchi di colore sono svelati da una luce graduale e misurata. Le forme si distribuiscono in composizioni eleganti e ricercate e gli oggetti indagati, descritti con insistita minuziosità, assumono un’aura di preziosità e si collocano in una dimensione onirica e straniante. Gli equilibri sono instabili, le visioni prospettiche rigidamente frontali spesso si ribaltano invadendo lo spazio dello spettatore e i pochi oggetti rappresentati si rivestono di magia.

Nella propria indagine l’artista valorizza le componenti materiali di ogni cosa, indugia nelle descrizioni di merletti, preziosi e delicati ricami, intrecci di paglia, vetri pregiati accesi da sottili luminescenze e superfici trasparenti che veicolano luoghi e paesaggi reali, identificabili e riconoscibili, oppure le loro poetiche proiezioni immaginarie.

Il tempo segnato da orologi antichi sembra fermarsi e, infatti, per accostarsi al mondo di Narumi, ai suoi piccoli “ritagli di vita”, bisogna concedersi il tempo di un’attenta e quieta osservazione. Bisogna soffermarsi davanti ai suoi dettagli che, usati come pretesti ci trasporteranno in una realtà altra. La bellezza e la meraviglia stanno negli occhi di chi guarda e l’artista così come il poeta è colui che è in grado di tradurre e comunicare l’incanto del mondo che ci circonda.

Lo sguardo di Narumi si sofferma sulle piccole cose ricercando e tentando di svelarne l’anima e i soggetti sembrano ripetersi ogni volta reinventati quasi a mostrare l’inesauribilità degli stimoli che sono in grado di offrire a chi li sappia cogliere. La calma e la pazienza che traspaiono dal suo lavoro ci ricollegano alla tradizione dell’artigiano dove il valore assoluto è riservato all’operare dell’uomo. Le mani che si muovono nelle composizioni compiono gesti quasi sacrali creando, modellando, accogliendo...

Nelle nostre vite ormai frenetiche e convulse le incisioni dell’artista giapponese sono un invito alla quiete, al recupero di un diverso senso del tempo che deve permetterci di riscoprire e godere delle bellezze del vivere e del mondo circostante. Seguendo il suo suggerimento saremo portati a soffermarci davanti ad una tazzina caffè, a sognare lasciando spazio all’immaginazione mentre il tempo per un attimo si fermerà.”
(Daniela Copeta)

Narumi Harashina nasce in una famiglia di imprenditori nel 1947, a Ibaraghi nei dintorni di Tokio. Nel 1969 si laurea in pittura all’Università di Musashino e si trasferisce in Italia, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Negli anni seguenti viaggerà per conoscere l’Europa e a Parigi, seguirà i corsi dell’Ecole des Beaux-Art apprendendo contemporaneamente, dal Maestro giapponese Motomura, la tecnica incisoria del “mezzotinto” o “maniera nera”.

Il maestro ha partecipato a numerose mostre collettive e personali organizzate in tutto il mondo. Vive e lavora a Tokyo dove dal 1980 è insegnante di pittura. In Italia ha tenuto corsi di incisione alla Scuola Internazionale di Grafica d'Arte “Il Bisonte” e dagli anni ‘90 alcune sue opere sono entrate a far parte delle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze.

Inaugurazione venerdì 21 settembre | ore 18.00

Galleria di SpazioAref
Piazza Loggia 11/f
Apertura giovedì - domenica | ore 16.00 - 19.30
ingresso libero

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