Galleria d'Arte Moderna - GAM
Bologna
piazza Costituzione, 3
051 6496611
WEB
Tre mostre
dal 10/9/2003 al 2/11/2003
051 502859 FAX 051 371032
WEB
Segnalato da

Ufficio Stampa GAM




 
calendario eventi  :: 




10/9/2003

Tre mostre

Galleria d'Arte Moderna - GAM, Bologna

Una grande retrospettiva dedicata a Friedrich Durrenmatt, scrittore e drammaturgo svizzero di fama internazionale. Un'ampia rassegna antologica della fotografa messicana Flor Garduno divisa in due sezioni: Testimoni del Tempo, opere dal 1987 al 1992 e Flor, che raccoglie opere dal 1992 ad oggi. Lo Spazio Aperto della GAM dedica una prima ampia mostra istituzionale alla poliedricita' artistica di un autore molto particolare, con Pneuma, personale di Pasquale Martini.


comunicato stampa

Friedrich Dürrenmatt
A cura di: Peter Erismann

La Galleria d'Arte Moderna di Bologna in collaborazione con CCS - Centro Culturale Svizzero dedica a Friedrich Dürrenmatt, scrittore e drammaturgo svizzero di fama internazionale, una grande retrospettiva che ripercorre tutte le 'stagioni' creative dell'artista.
La mostra di Bologna, dopo quella di Locarno, intende dare visibilità all'opera pittorica di un grande artista conosciuto più come scrittore e letterato che come disegnatore e pittore. Una grande retrospettiva ordinata per temi e tecniche, su un'estensione cronologica che si sviluppa dal 1939 all'anno della morte dell'artista, che comprende circa un centinaio di opere e ripercorre i grandi cicli tematici dell'autore: 'Crocifissione e Resurrezione', 'Labirinto e Minotauro', 'Apocalisse' oltre ai numerosi ritratti, caricature e collage.
La proiezione di video, numerose fotografie e una presentazione del Centre Dürrenmatt di Neuchâtel, progettato da Mario Botta, completano la mostra.
'I miei disegni non sono lavori accessori rispetto alla mia attività letteraria, ma i campi di battaglia disegnati e dipinti dove si consumano le lotte, le avventure, gli esperimenti e le sconfitte letterarie.'
'Il solo modo per superare il conflitto è viverlo. L'arte e la letteratura sono, come qualunque altra cosa, un confronto col mondo. Una volta afferrato questo, ne potremo intravedere anche il senso'. Scrive lo stesso Dürrenmatt.
Esistono rapporti stretti fra la creazione letteraria e i disegni dürrenmattiani, che presuppongono un sottofondo fatto di impressioni, immagini e pensieri. Lo scrittore, come il pittore Dürrenmatt cercano ogni volta di trovare forme figurativamente sempre più definite per ritrarre e rappresentare il mondo. Il punto di partenza della sua ricerca sono immagini e metafore che gli permettono di descrivere astrattamente la realtà, poiché ciò che non è rappresentabile non può essere reso che attraverso delle metafore. In questo senso i suoi quadri e disegni rappresentano il complemento della sua scrittura e non possono essere scissi, essendovi all'origine sempre l'immagine, la situazione, il mondo.
' Nel rappresentare il mondo, al quale mi sento esposto, come un labirinto, tento di prenderne le distanze, di fare un passo indietro, di guardarlo negli occhi come un domatore guarda una bestia feroce. E questo mondo così come lo percepisco io lo metto a confronto con un mondo contrapposto ad esso e che io m'invento'. Scrive Dürrenmatt in 'Werkausgabe in siebenunddreißig Bänden'.
La pittura e la letteratura di Dürrenmatt rispecchiano infatti il suo modo di percepire il mondo come un labirinto, tema che ricorre come una costante nell'opera dürrenmattiana e che si esprime nella sua produzione attraverso tutto un caleidoscopio d'interessi, passioni, inclinazioni, ricettività, ossessioni e tormenti che emanano da tutte le sue opere.
Nel mese di ottobre, durante l'apertura della mostra di Friedrich Dürrenmatt, la Cineteca di Bologna, in una proficua collaborazione e sinergia con la GAM che sarà sempre più forte grazie anche al trasferimento della Galleria nella nuova sede dell'ex Forno del Pane, propone una rassegna dedicata all'artista a cura del CCS - Centro Culturale Svizzero.

La mostra è realizzata con il sostegno di: Pro Helvetia, Cisalpino e Circolo Svizzero di Bologna

Friedrich Dürrenmatt è certamente fra i più noti drammaturghi e narratori dell'area linguistica tedesca. E' nato a Konolfingen nel 1921 ed è morto a Neuchâtel nel 1990. Trascorse la sua gioventù a Berna dove intraprese gli studi di letteratura e filosofia che finì per interrompere quando sposò l'attrice Lotti Geissler e iniziò la sua attività di scrittore e disegnatore.

Ente organizzatore: Galleria d'Arte Moderna Bologna

Periodo: 12 settembre - 2 novembre 2003

Inaugurazione: 11 settembre ore 19.00

Orario: 10 - 18 chiuso il lunedì

Ingresso: intero euro 4; ridotto euro 2

Catalogo: Edizioni Casagrande, Bellinzona

Nell'immagine un'opera di Friedrich Dürrenmatt
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FLOR GARDUÑO 'Testimoni del tempo - Flor'
A cura di: Adriano Heitmann

La Galleria d'Arte Moderna in collaborazione con CCS - Centro Culturale Svizzero dedica alla nota fotografa messicana Flor Garduño un ampia rassegna antologica divisa in due sezioni: Testimoni del Tempo, opere dal 1987 al 1992 e Flor, che raccoglie opere dal 1992 ad oggi. E' la prima volta in assoluto che le due mostre vengono presentate in contemporanea in Italia.

Il linguaggio fotografico di Flor Garduño nasce dalla riflessione e dall'interiorizzazione del dolore per il destino degli indigeni del centro America e per la perdita delle radici della propria tradizione. Un'abilità narrativa capace riunire in se il lento tempo contemplativo con l 'immediatezza dell'istante che cristallizza la memoria. Come Carlos Fuentes afferma 'penetrare ambedue i tempi (l'immenso e il minimo, il presente e l' appena trascorso, senza perdere il contatto con il tempo passato ed il tempo a venire) è il segreto dell'arte di Flor Garduñox{2026} Testimoni, guardiani, retaggio d'altro tempo, di segni perduti e realtà che per i nostri occhi sono diventate invisibili, i ritratti di Flor Garduño meritano la definizione commovente che del Tempo ci ha dato Socrate: è il ritratto mobile dell'eternità'.

Nelle opere della Garduño, attraverso un affascinante gioco di tonalità bianche e nere, l'artista ci rimanda un eco sottile intimamente connesso al mito, alla storia degli indios e alla loro sofferta vicenda storica. I suoi personaggi sono alla ricerca di un proprio destino personale e attraverso le immagini l'artista restituisce un volto e un nome ai protagonisti di questa ardua ricerca. Nelle sue opere Flor Garduño compie un'operazione estetica estremamente raffinata: la bellezza dell'eternità conferisce ai suoi protagonisti una inconfondibile aura d'irripetibilità e di unicità.

Negli ultimi lavori, la fotografa messicana ha concentrato la sua attenzione sull'interno, su uno spazio domestico che si configura come spazio di lavoro, dove mondo reale e mondo interiore divengono gli scenari privilegiati entro cui accadono le cose. La donna e il suo corpo sono allora il terreno di confronto, un mondo, tutto al femminile, dove simboli della creazione, della fertilità, del femminile si oppongono ai simboli del maschile creando una dualità di rimandi iconografici. E' un universo contraddistinto dalla seduzione, dove sbocciano fiori e nel quale si intersecano i valori fondamentali dell'universo femminile.

Flor Garduño (*1957) ha iniziato come allieva e assistente di Manuel Álvarez Bravo, lavorando poi come fotografa indipendente dal 1980. Si è confrontata criticamente con l'opera dei grandi maestri che, prima di lei hanno lavorato in Messico e America Latina: Weston, Strand, Álvarez Bravo. Numerose sono le sue immagini presenti nelle principali collezioni in giro per il mondo: al MoMa di New York, al J. Getty Museum di Los Angeles, alla Stiftung für Fotografie di Zurigo. Flor Garduño è rappresentata in Italia dall'Agenzia Grazia Neri.

La mostra è realizzata con il sostegno di: Pro Helvetia, Conaculta - Fondo Nazionale per la Cultura e le Arti del Messico.

Simona Di Giovannantonio - Chiara Pilati Ufficio stampa GAM Bologna
Tel. 051.502859 - Fax. 051- 371032

Ente organizzatore: Galleria d'Arte Moderna Bologna

Periodo: 12 settembre - 26 ottobre 2003

Inaugurazione: 11 settembre ore 19.00

Orario: 10 - 18 chiuso il lunedì

Ingresso: intero euro 4; ridotto euro 2

Cataloghi: le mostre saranno accompagnate dal volume 'Flor' edito da Peliti Associati e Testimoni del Tempo edito da Federico Motta Editore
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Pneuma
Pasquale Martini

A cura di: Peter Weiermair

Lo Spazio Aperto della Galleria d'Arte Moderna di Bologna dedica una prima ampia mostra istituzionale alla poliedricità artistica di un autore molto particolare. Il 12 settembre inaugurerà infatti la personale di Pasquale Martini dal titolo Pneuma. Martini è in grado di utilizzare le diverse forme espressive, dal video alla fotografia, dalla scultura alla performance e tutte le sue opere sono caratterizzate da un'alta qualità formale dell'immagine raggiunta attraverso il gioco del linguaggio del corpo.
Personaggio non solo eccessivo ma anche stupefacente, Pasquale Martini non ha scelto un mestiere qualunque come l'insegnante o il professore, attività che avrebbe potuto svolgere senza difficoltà, ma un lavoro dal quale, per quanto possa sembrare difficile, trae ispirazione e idee, Pasquale Martini fa il guardiano di porci. Attraverso la macchina fotografica e la sua opera innalza l'animale più bistrattato del creato e un mestiere all'apparenza umile a opera d'arte.
Non è facile separare il vissuto di questo artista dai suoi lavori, che fa del suo mestiere il soggetto delle sue fotografie, dando alle opere titoli con frequenti riferimenti al sacro come 'Annunciazione' o 'Altare al sole'.
Pasquale Martini è come quegli scrittori che impegnano giorni a sperimentare parole per cercare un linguaggio che sembra a prima vista spontaneo ma che è in realtà frutto di attenta riflessione.
Pasquale Martini usa la fotografia e il video come documentazione di azioni e performance delle quali lui stesso è sempre il protagonista insieme ad animali ed elementi della natura. Il suo è un viaggio interiore, misterioso e romantico di un amante della natura che documenta attraverso immagini le impressioni che il mondo esterno lascia su di lui con un linguaggio che si avvicina a quello espressionista, in cui il patos di tutti i momenti della vita è raccontato con forza e senza la paura di esprimere anche i momenti e le sensazioni spiacevoli e dolorose che la natura riserva all'uomo, dalla sofferenza alla morte.
Nelle sue opere non c'è un riferimento preciso né ad un periodo storico né ad alcuna società civile, si assiste invece ad un ritorno alla natura ed alla sua sempilcità, anche la nudità del corpo dell'artista che compare nelle immagini non fa riferimento a nessun genere di erotismo o di voierismo ma si traduce nell'esperienza radicale e difficile della primitiva nudità dell'animale di cui è fatta la natura.

La mostra è corredata da un catalogo, edito da Edizioni Essegi, contenete sessanta immagini delle opere di Pasquale Martini e un testo del Direttore della GAM,curatore della mostra, Peter Weiermair.

Ente organizzatore: Galleria d'Arte Moderna Bologna

Periodo: 12 settembre - 26 ottobre 2003

Inaugurazione: 11 settembre ore 19.00

Orario: 10 - 18 chiuso il lunedì

Ingresso: intero euro 4; ridotto euro 2

Catalogo: Edizioni Essegi

Sede: Galleria d'Arte Moderna, Piazza della Costituzione, 3 - Bologna

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