Officina Solare Gallery
Termoli (CB)
via Marconi, 2
329 4217383
WEB
Francesco Boschi e LVCE 1807
dal 22/11/2013 al 4/12/2013

Segnalato da

Nino Barone




 
calendario eventi  :: 




22/11/2013

Francesco Boschi e LVCE 1807

Officina Solare Gallery, Termoli (CB)

Finzioni. Le immagini diventano racconto, caricandosi dell'infinita suggestione degli oggetti e delle ombre. I due artisti lavorano sul corpo, sugli oggetti e sull'estetica dell'inganno.


comunicato stampa

Ragionare sulla rappresentazione apre a impressioni trasversali che riguardano l’arte e la fotografia in quanto meccanismi di fissazione e riproduzione del senso. La foto, in particolare, nelle dinamiche sottili della scelta dissolve il reale rendendolo instante trasfigurato, capace di suggerire l’interno e l’esterno dei corpi e degli spazi.
La dinamica dello svelamento circonda l’occhio dell’obiettivo chiamato a sezionare e mostrare, in potenza, l’identità artistica del fotografo. Ogni scatto in questo modo è una finzione in quanto nella simulazione di un reale immaginario non fa che comunicare le azioni dell’artista, che basa le sue “menzogne” sui limiti della dissimulazione. Le immagini, pertanto, diventano racconto, caricandosi dell’infinita suggestione degli oggetti e delle ombre. Proprio la riflessione sull’esposizione, in quanto meccanismo di auto proiezione, rende interessante questa mostra nell’accostamento dei lavori dei due artisti, Boschi e LVCE 1807, che lavorano sul corpo, sugli oggetti e sull’estetica dell’inganno.

Francesco Boschi da diversi anni si è indirizzato verso una forma d’espressione che unisce body painting, action painting, fotografia digitale e pittura classica e che riguarda soprattutto il corpo femminile come supporto principale di elaborazione dell’immaginazione. Il pittore lavora su vari livelli di senso, cercando di giungere ad un’unità d’azione capace di sintetizzare le molteplici implicazioni del processo creativo, ovvero lavora prima sul corpo nudo e sulla forma delle modelle e successivamente sullo scatto, sull’immagine ottenuta dal gesto, poiché tutto, in sintesi, si riduce a figura e aspetto. Lo sguardo del fotografo inizia dove finisce la pennellata dell’artista e solo allora forme, linee e colori diventano senso e sogno, presentando una dimensione oggettiva ma anche sensuale e onirica nel contrasto tra elettricità dei colori e carica perturbante dei corpi.

Il nudo, evidenziato dalle configurazioni cromatiche che si adattano sapientemente alle caratteristiche dei profili e del soggetto, diventa messaggio di impulsi e forme contrastanti. Il limite della superficie viva da rendere arte diventa quindi l’emergenza più significativa del racconto cromatico, sempre in bilico tra astrattismo, pittura gestuale e surrealismo figurativo. Se le pitture di Boschi sono illusioni del corpo, nel tentativo di camuffare le fattezze per mostrare un’immagine indipendente dal confine delle forme, le fotografie di LVCE 1807, dal ciclo Wargames, sono autentiche finzioni di guerra che sommano la drammaticità del conflitto alla surrealtà del divertimento. L’effetto è spiazzante e allo stesso tempo onirico poiché l’artista, nel giocare con la luce, gli effetti d’ombra e la distorsione della prospettiva non fa che trasportare i soldatini di plastica in una dimensione diacronica e diatopica con risultati visivi spiazzanti.

Dall’elementare interpretazione della guerra come gioco si passa allora all’impressione della crudezza del gioco in sé, capace di assumere, delle volte, meccanismi spietati che rendono i bambini dei piccoli adulti inconsapevoli. Forse è proprio la non consapevolezza della violenza e della morte che trasfigura le visioni di LVCE in un irreale divertimento, in un racconto immaginato o in un sogno svelato dalla fotografia, la quale ci aiuta forse a ricordarci di non prendersi troppo sul serio. Anche quando l’artista, nel trittico Chtulhu bride, lavora sul rapporto tra organico e artificiale, celato ed esibito, nell’inquietante citazione lovecraftiana, pur mantenendosi in una dimensione volutamente intimista non si chiude mai nell’incomunicabilità del dramma preferendo l’ironica consapevolezza della finzione e della satira. Perché le interpretazioni, sul corpo o sulla realtà, non sono altro che scherzi silenziosi da prendere sul serio.

Inaugurazione sabato 23 novembre alle 18.30

Solare Gallery
Via Marconi 2, Termoli
Ingresso libero

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