Diverse sedi
Sassari

Soffrendo Con Nessuno
dal 1/12/2013 al 19/12/2013
WEB
Segnalato da

Ivan Polcanti




 
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1/12/2013

Soffrendo Con Nessuno

Diverse sedi, Sassari

Mostra d'arte contemporanea nel centro cittadino. Inizio in piazza Azuni con la performance dalla compagnia La Frumentaria intitolata "I Proci".


comunicato stampa

L’Associazione culturale El Fogon presenta dal 2 al 20 dicembre 2013 la mostra di arte contemporanea Soffrendo con Nessuno. La rassegna avrà inizio in piazza Azuni a Sassari il giorno 2 dicembre 2013 alle ore 18 con la performance “I Proci”, eseguita dalla compagnia “La Frumentaria” e proseguirà in alcuni locali commerciali del centro cittadino.

Riportiamo il comunicato stampa del curatore Ivan Polcanti:

“Forse egli [...] si è veramente accorto che le Sirene tacevano,
e non ha fatto altro che opporre, sia a loro che agli dèi,
per così dire a guisa di scudo la finzione precedentemente riferita.”
Franz Kafka

«In una complessa occasione espositiva, ospitata contemporaneamente negli spazi»_ di alcuni locali commerciali del centro abitato cittadino e «dopo intensi anni di mostre sparse per il mondo»_ Nessuno ha deciso di ripercorrere e proporre al pubblico il suo pellegrinare e i suoi patimenti. «Nell’epoca digitale in cui siamo immersi, la scultura è diventata marcatamente interattiva e autoriflessiva, vale a dire che si interfaccia con altri media come la fotografia e il video e il mondo della realtà, concreta e virtuale. Le pratiche scultoree sono quindi aperte e inclusive, non chiuse dentro i ristretti confini delle tecniche tradizionali; confini che sono anzi diventati sempre più baumanianamente liquidi.»_ ed è per questo che l’artista propone la sua originale e schietta «cifra stilistica come un punto di partenza in difesa della singolarità dell’individuo contro la massificazione del mondo contemporaneo»_. Nessuno, sotto la spinta dell’affermazione di Foucault che « L'uomo non può darsi nella trasparenza immediata e sovrana di un cogito.»_, ricerca il contatto profondo con il suo pubblico in un’interazione diretta on-line che parta dalle sue opere vertiginosamente simboliche.

«Ma limitare l’idea del suo lavoro ad un mero linguaggio simbolista non è bastevole a delineare una corretta orografia dei temi presenti nelle sue opere»_: la materia riprodotta è tagliente, chimicamente modificata, organicamente contundente. «È questo dilemma tra materia e immagine che caratterizza le opere dell’artista qui presentate: i suoi lavori non producono cicatrici, sono cicatrici»_. Nessuno, dunque, sceglie volontariamente di decapitare il proprio razionale perché consapevole che «Il pensiero che non si decapita sfocia nella trascendenza sino ad arrivare all'idea di un assetto del mondo dal quale sarebbe eliminata non solo la sofferenza esistente, ma anche revocata quella irrevocabilmente trascorsa»_. «L’esposizione diviene così la testimonianza di un rapporto privilegiato dell’artista con la propria cosmogonia, ponendo l’osservatore di fronte a un equilibrio armonicamente risolto di arte»_e sofferenza, pubblico e autorialità.

Gli oggetti, nella loro cosità, non si offrono quindi «come fotogramma bloccato di una porzione variamente estesa di reale, ma come costruzione sociale, come sovrastruttura culturale e ideologica»_. Rapito dall’idea proustiana che «Le cose esistono solo grazie ad una creazione che di continuo si rinnova»_, «il lavoro propone una discontinuità della visione, una frammentazione traumatica e, con esse, l’opportunità di un sguardo diverso sull'universo cui fa riferimento l'opera»_ «in queste icone d’afflato bizantino, la cui algida apparenza è esaltata dalla precisione e dall'estremo realismo del mezzo materico, l’autore restituisce la propria visione di un'epoca affamata di protagonismo, in cui l'apparenza è centrale nell'affermazione di un sé egolalico»_.
Punto focale della ricerca artistica sono le locations – dato che proprio lì «si analizza il rapporto tra spazio interno-esterno e la proiezione di questi nella dimensione fittizia dell'opera d’arte»_ – e la dimensione virtuale della rete perché in esse l’artista «proclama il radicale bisogno di punti di vista plurali per perseguire una visione molteplice del mondo, più vicina alle dinamiche relazionali che lo dominano. Ad emergere è il tentativo di rendere evidente l’integrazione dei diversi elementi, tangibili e ideologici»_, che costituiscono il mondo contemporaneo.

Inaugurazione 2 dicembre ore 18

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