Palazzo Tagliaferro
Andora (SV)
largo Milano
348 9031514
WEB
Giuseppe Chiari e Giuliano Galletta
dal 29/3/2014 al 30/4/2014
gio-dom 15-19

Segnalato da

Whitelabs




 
calendario eventi  :: 




29/3/2014

Giuseppe Chiari e Giuliano Galletta

Palazzo Tagliaferro, Andora (SV)

Il nuovo ciclo di mostre di Palazzo Tagliaferro si inaugura con una grande personale di Chiari. Contemporaneamente la mostra di Galletta, artista e giornalista ligure, porta ad Andora il suo work in progress "Museo del Caos".


comunicato stampa

“Il nuovo ciclo di mostre di Palazzo Tagliaferro - dice il curatore del progetto, Nicola Davide Angerame – si inaugura con una grande personale dedicata a una figura storica della “musica d'azione” come Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007) a dimostrazione della vocazione museale e dell'interesse per l'incontro fra discipline che questa “kunsthalle” sul mare intende alimentare. A lato di essa, la mostra di Giuliano Galletta, artista e giornalista ligure, che porta ad Andora il suo storico work in progress “Museo del Caos”, con una mostra curata dalla critica Viana Conti”.

“Il nuovo anno di attività Palazzo Tagliaferro – dichiara il Sindaco di Andora Franco Floris - si apre con un progetto che prevede una mostra d'importanza internazionale, e che sarà visitabile durante tutto il periodo delle feste pasquali e fino al primo maggio, con aperture straordinarie rivolte ai cittadini ed ai tanti turisti che giungeranno in Riviera per i primi ponti primaverili. Andora ha scelto di essere all'avanguardia destinando Palazzo Tagliaferro ad una programmazione continuativa di eventi d'arte e di cultura, che stanno ponendo la città e l'istituzione su un piano d'importanza, e di attività, pari a quello dei capoluoghi di provincia”.

Giuseppe Chiari

La personale antologica di Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007), realizzata con la collaborazione dell'Archivio Giuseppe e Victoria Chiari, attinge ad importanti prestiti per ricostruire il percorso creativo di questa figura storica di snodo, che ha saputo tradurre la musica in un oggetto visivo e concettuale, pur conservandone il valore sonoro ed anzi elevando l'intera realtà a “musica”. “Suonare la città” (1965) e “Concerto per automobili” (1965) sono due opere in mostra che dimostrano come lo spirito utopico di Chiari abbia saputo produrre idee audaci, visioni avanguardiste e creazioni intese a scardinare le certezze accademiche sulla musica, per dar corpo a nuove pratiche e rivoluzionari modi di intendere la musica ed il suo rapporto con l'uomo.
La mostra raccoglie oltre 40 opere di Giuseppe Chiari, e si concentra in buona parte sugli anni Sessanta e Settanta della sua produzione, esponendo: le prime partiture a matita, le partiture fantastiche, i metodi per suonare le mani, le mappe visive per l'esecuzione delle “composizioni”, le istruzioni delle performance, il celebre video “Gesti sul piano” (prima esecuzione 1962, probabilmente la sua opera più famosa), le partiture disegnate e dipinte, le frasi, i collage intesi come musica visiva, gli strumenti preparati; in una sala affrescata di Palazzo Tagliaferro sarà possibile ascoltare la lettura registrata, voluta dal curatore della mostra, di alcuni brani significativi del libro più importante pubblicato da Chiari, nel 1969, “Musica senza contrappunto”, che rappresenta il caposaldo della sua poetica.
La mostra presenta anche due strumenti elaborati da Chiari, che rappresentano idealmente l'apertura e la chiusura di quasi mezzo secolo di lavoro: si tratta di “Senza titolo (Chitarra)”, del 1966, e dell'opera “Pianoforte” risalente agli anni Novanta. I due strumenti sono trasformati in sculture, ready made (oggetti trovati e pronti) che l'artista scompone (nel caso della chitarra) oppure ammanta di segni (nel caso del pianoforte) fino a renderli inoperosi dal punto di vista musicale e dando loro una nuova vita nell'ambito dell'arte visiva.

La mostra è accompagnata da un catalogo che raccoglie contributi e testi critici di coloro che hanno lavorato con Giuseppe Chiari.

Figlio di un macellaio e di una sarta, Chiari studia matematica all'università, ma non termina gli studi, preferisce essere autodidatta, in biblioteca, ad eseguire studi sulla musica e intanto lavorare come sarto egli stesso, prendendo lezioni private di pianoforte. Figura schiva e autonoma, musicologo per passione, ma avulso dagli ambiti accademici, Giuseppe Chiari si delinea come un Marcel Duchamp della musica, nel senso che per lui la musica diventa un oggetto concettuale e fisico.
Per Chiari si può suonare qualsiasi cosa, e lui lo fa componendo partiture che diventano delle mappe concettuali di grande fascino. Dal 1964 Chiari diventa perfomer egli stesso delle proprie composizioni. Intanto, le gallerie d'arte iniziano ad occuparsi del suo lavoro e lo espongono come artista visivo e performer dotato di una straordinaria intensità, grazie alla sua concentrazione e presenza scenica.
Ecco cosa scrive Chiari nel suo libro più importante, “Musica senza contrappunto” (1969): “Ho capito che non sempre avrei trovato un pianoforte e ho deciso di preparare anche dei pezzi per degli oggetti, per alcuni oggetti. Ho capito però che poteva succedere di dover suonare in qualsiasi momento, in qualsiasi condizione, anche improvvisa e che non dovevo mai rifiutarmi di suonare. Dunque ho scritto dei pezzi per qualsiasi oggetto, ho scritto un pezzo per una sedia solo perché sapevo che in qualsiasi posto avrei trovato una sedia. In qualsiasi posto, con qualsiasi compagnia, io potevo suonare. Ho finito per scrivere un pezzo per le proprie mani, ma se queste mani fossero legate ho scritto un pezzo per un uomo nudo con le mani legate”.
Da queste parole si evince la forza utopica della proposta di Chiari, che nel 1962 diventa il componente più importante in Italia del movimento internazionale Fluxus, che andava affermandosi a livello internazionale e che prendeva spunto dalle intuizioni di John Cage avvenute un decennio prima. Le partiture di Chiari sono state eseguite da importanti musicisti in molti musei, sale da concerto e gallerie del mondo. La fortuna critica di Chiari è stata enorme e tutti i più eminenti critici italiani si sono occupati di lui e del suo lavoro, primo fra tutti Gillo Dorfles, con dichiarazioni di stima che hanno trovato un importante riflesso negli inviti che Chiari ha ricevuto a partecipare a tre edizioni della Biennale di Venezia e a documenta5 del 1972, curata da Halarld Szeemann. Alla Biennale di Venezia del 1978, quella immortalata nell'immaginario collettivo dal film con Alberto Sordi “Le vacanze intelligenti”, Chiari presentò un'opera consistente in una delle sue celebri frasi: “L'arte è una piccola cosa” (in mostra si potrà ammirare “Art is easy” di quegli stessi anni”).

Il legame con Fluxus. Nel 1962, Chiari presenta ai Fluxus Festival di Parigi e poi di Wiesbaden uno dei suoi capisaldi: “Gesti sul piano” (in mostra a Palazzo Tagliaferro), una performance musicale in cui egli stesso, o un esecutore che legge una sua partitura, suonano il pianoforte con l'intero corpo. Si tratta di un nuovo approccio allo strumento: più espressivo, fisico, teatrale. In un periodo in cui le avanguardie, in ogni campo artistico, sperimentano l'ibridazione dei linguaggi, Chiari si presenta come uno dei maestri più accreditati di quella “traslitterazione percettiva” che segna l'epoca. La sua “musica d'azione” (come l'ha definita Gillo Dorfles) incontra la body art, la performance, la musica concreta e aleatoria di John Cage e perfino il jazz e l'improvvisazione, di cui Chiari è un appassionato, e che tradurrà in una serie di performance e concerti tenuti in Italia insieme a Steve Lacy durante i tardi anni Sessanta. Nel periodo precedente, l'attività di Chiari sarà fondamentalmente impegnata nello scrivere partiture per suonare qualsiasi cosa: l'acqua, un foglio di carta, una custodia di termometro, una sedia o una stanza, fino ad arrivare a suonare il corpo nudo. “Lettera” (1962) è un concerto che “suona” una lettera scritta da una prostituta che fu eseguita alla Biennale di Venezia del 1970.
Esecutori, tra i molti altri, della musica di Chiari sono stati: Lamonte Young, Sylvano Bussotti, Franco Cardini, Daniele Lombardi. Nel 1963 Chiari scrive “Per arco” per Charlotte Moorman, la quale lo terrà nel proprio repertorio eseguendolo in tutto il mondo.

-----

Giuliano Galletta

La Galleria Civica di Palazzo Tagliaferro ad Andora, con il Contemporary Culture Center di whitelabs, inaugura sabato 8 febbraio alle ore 17, in parallelo ed in interazione con la personale dell’artista storico Fluxus Giuseppe Chiari, a cura di Nicola Davide Angerame, la mostra-installazione Materiali per un romanzo visivo dell’artista-scrittore-giornalista Giuliano Galletta, allestita nella Project Room, a cura di Viana Conti.
Fin dai suoi esordi, alla fine degli anni Settanta, Giuliano Galletta persegue un suo progetto (meglio anti-progetto) di romanzo visivo. Tutto il suo percorso creativo, ormai più che trentennale, può essere quindi letto come unico, interminabile, “racconto ipotetico”, messo in opera con gli strumenti comunicativi più diversi: performance, installazioni, video, collage, fotografia, scrittura; da una mostra all’altra, da un libro all’altro Galletta rielabora in modo quasi ossessivo i suoi temi: la crisi del soggetto, i limiti del linguaggio, il rapporto fra memoria e coscienza, il ruolo sociale dell’artista. In mostra, Galletta propone ai visitatori uno spaccato del suo “metodo” di lavoro; estraendo dal suo personale museo (e archivio) del Caos oggetti eterogenei, reperti di auto-antropologia, siano essi vere proprie opere, testi, immagini, documenti, ma anche resti incongrui di una sindrome accumulativa, resoconti di un’ipnosi oggettuale, resi disponibili, squadernandoli su una specie di “bancarella dell’immaginario”. Il visitatore/spettatore/lettore ha la possibilità di costruire intorno ad essi un proprio percorso, scoprire come in un rebus l’impossibile intreccio del romanzesco. Come spiega l’artista, infatti. “il romanzesco si situa in quello spazio rosso che separa o unisce parole, cose, immagini. Uno spazio che diventa quindi agibile, centro dell’instancabile lavorìo del contingente. Come disse una volta Deleuze, il soggetto perde la sua trama a favore di un patchwork che prolifera all’infinito”.

GIULIANO GALLETTA (www.giulianogalletta.it) è nato a Sanremo nel 1955, vive e lavora a Genova. Artista, giornalista, scrittore è attivo fin dalla seconda metà degli anni Settanta e ha esposto in gallerie e musei italiani e stranieri. Fra le sue mostre più recenti, “Non voglio essere me stesso” (Galleria Silvy Bassanese, Biella, 2012), l’antologica “Il museo del caos” (Museo di arte contemporanea di Villa Croce, Genova, 2010), “You’re the top”, (Galleria Unimediamodern”, 2009), “Giuliano Galletta a Casa Jorn” (Casa-Museo Asger Jorn, Albissola Marina, 2007), “Hotel de l’avenir” (Camec, La Spezia, 2009). Ha pubblicato “tous jours” (edizioni Sileno, 1978), la raccolta di poesie “Un impossibile giorno” (edizioni Sileno, 1990), il saggio “Il televisore. Dal totem casalingo alla realtà virtuale” (Gribaudo, 1995), “Almanacco di un altro anno” (Antilibro-posteditore, 2004), “Sanguineti/Novecento. Conversazioni sulla cultura del XX° secolo” (il melangolo, 2005), ”Sabrina e l’arte della felicità” (il melangolo 2006), “Volti & Risvolti” (con Gianni Ansaldi, Sagep, 2009). “Il mondo non è una pesca” (Socialmente, 2010), “Il museo del caos” (Il Canneto 2010), “Non voglio essere me stesso” (Il Canneto, 2012). Nel 2004 ha vinto il premio Saint Vincent. Del suo lavoro hanno scritto Viana Conti, Bruno Corà, Germano Beringheli, Mauro Bocci, Rossana Bossaglia, Marco Ferrari, Marcelo Frixione, Matteo Fochessati, Riccardo Manzotti, Raffaele Perrotta, Andrea Ranieri, Simone Regazzoni, Valter Scelsi, Sandro Ricaldone, Carlo Romano, Sandra Solimano, Enrico Testa, Giuseppe Zuccarino.

Inaugurazione: sabato 1 marzo 2014
Programma:
ore 17 tavola rotonda su “Giuseppe Chiari e lo spirito utopico”
ore 18 saluto delle Autorità e inaugurazione della mostra
ore 18,20 visita guidata con il curatore Nicola Davide Angerame e saluto di Mario Chiari
a seguire presentazione mostra di Giuliano Galletta: “Materiali per un romanzo visivo”, con la curatrice Viana Conti e Sandro Ricaldone.
a seguire rinfresco a cura di Borghi Ricevimenti

Palazzo Tagliaferro e Whitelabs
Largo Milano Andora (SV)
orario: giovedì | domenica ore 15 – 19 (nei giorni un. 21, mart. 22, merc. 23 Aprile e lun. 28, mar. 29, merc. 30 aprile e giov. 1 maggio ore 15 – 19)
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [13]
Carla Iacono
dal 5/12/2015 al 28/2/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede