Damatra'. Carnisio rappresenta la memoria storica di Milano, fotografata dagli anni Sessanta. Galimberti, attraverso i suoi scatti, fornisce una visione della citta' e delle sue trasformazioni.
a cura di Denis Curti
Inaugura il 10 dicembre la mostra fotografica intitolata Damatrà, che potremmo
definire un vero e proprio omaggio alla città di Milano.
Dopo l’opening autunnale, STILL, nuovo spazio di progetti e pensieri legati al
mondo delle immagini, sceglie ancora il dialogo tra due grandi Fotografi.
Virgilio Carnisio rappresenta la memoria storica di Milano, fotografata dagli anni
Sessanta, alla ricerca della sua storia e dei suoi scorci più inediti. “Fotografo di
strada” – come lui stesso si definisce –
Carnisio immortala luoghi che ci restituiscono
un documento eccezionale delle trasformazioni
della sua città natale. Carnisio è testimone di
un periodo di fervore culturale senza
precedenti e sceglie di ritrarre l’aspetto meno
conosciuto di Milano, escludendo a priori i
monumenti “perché già bene illustrati e
indistruttibili” e tralasciando anche le vie più
moderne e commerciali. Si ottiene quindi un
“archivio della memoria” in cui si predilige il
bianco e nero di muri scrostati, insegne
commerciali, campi da bocce, cortili, ballatoi e
le celebri “ringhiere” che ancora oggirappresentano l’anima di Milano.
In mostra, accanto alle modern print valorizzate nella loro serialità, una serie di
vintage di scorci nostalgici e incantati, volutamente scelti da Carnisio poiché:
“Essendo Milano una città non propriamente bella ma che alterna angoli deliziosi
con altri più bruttini, l’ottica 75 mm che c’è sulla Rolleiflex mi permette di
inquadrare i primi escludendo i secondi”.
Se per Carnisio “fare fotografia è fare documentazione”, secondo Maurizio
Galimberti è “una questione di pancia”. Il risultato resta comunque una visione,
un punto di vista sulla città e sulle sue trasformazioni. Con Galimberti in verità
sarebbe meglio parlare di più punti di vista, grazie ai suoi celebri mosaici di Polaroid
che ne caratterizzano ormai
universalmente la cifra stilistica.
Le Polaroid sono infatti il suo
strumento di lavoro e questa
mostra
ne
consacra
la
spettacolarità. Una decina di
opere
di
grande
formato
sembrano proiettarci in una
dimensione futura: “animale da
strada” – secondo una sua
definizione - cerca l’odore e il
profumo delle immagini.
Per
questo sia i monumenti storici che i palazzi di Porta Nuova hanno una poetica che
si fa specchio delle emozioni del fotografo e anche dello spettatore. Tutta l’opera
di Galimberti è ricca di contaminazioni con le avanguardie del Novecento:
dadaismo, surrealismo e futurismo entrano nella sua fotografia e il risultato non
può che essere inedito.
In vista di EXPO2015 questa mostra, curata da Denis Curti, sembra dare il polso di
una città radicata nella sua storia e pronta ad affrontare il futuro: Damatrà.
Inaugurazione 10 dicembre alle 18.30
STILL
Via Balilla 36, Milano
Orario: lun-ven 14-20, sabato e domenica su appuntamento
Ingresso libero