Carta Canta. Libri d'artista e grandi carte dipinte
La mostra di Sandro Fabbri, introdotta da Alberto Pellegatta, offre allo spettatore singole figure che si inoltrano, coppie di innamorati e un favoloso bestiario. Nelle teche trovano posto tre splendidi libri d'artista, mentre cinque grandi carte dipinte vegliano dall'alto del soppalco. L'uomo descritto da Fabbri e' un individuo semplificato, ricondotto alle proprie funzioni primordiali, alle azioni e agli oggetti quotidiani, ma e' anche un uomo che germoglia come un vegetale. La scelta del segno calcato, grave o delicatissimo, in punta di pennino, e' sempre giustificata dal soggetto o dall'intreccio. Nei grandi lavori a cavalletto, gli scolamenti diventano strumenti, ossature dell'immagine e, in generale, la tinta e' spinta al massimo, fino alla crepa o alla grinza. Il colore e' il muscolo della scena, cosi' si espande negli azzurri ariosi, nei verdi acidi, nei rossi terrigni, nei gialli impazziti. La materia dell'artista, ingentilita e festosa, dimostra come l'arte non sia affatto noiosa o punitiva. E' una ricerca continua sul linguaggio, che lascia emergere l'immagine abbandonando l'intenzione. E il suo humour va ben oltre l'ironia, le immagini si riconoscono, minuziose o nervose, miniate o gigantesche, come prenatali. Il disegno, su carta pregiata o di pasticceria, ha un'impronta precisa e inquieta, che da corpo alle idee riaffermando il diritto alla fantasia.