Professione Ladra. I suoi scatti sono proprio 'concetti' di cui Rita diventa esecutrice, trasformando il 'blick' (sguardo, occhiata) in 'click'.
In un mondo ammalato di protagonsmi e narcisismi, un'artista che, fra l'altro si definisce "solo medium" o "ladra di idee" per la consapevolezza di non inventare niente di nuovo, ha deciso di non apparire lasciando che ognuno diventi interlocutore unico delle sue opere interpretandole, come meglio gli aggrada e percepisce con la sua sensibilità.
Rita Nanni non spiega, non teorizza, non pontifica. Non ha alcun curriculum pur essendo, paradossalmente, interprete attiva nel mondo dell'arte ma, nasce con uno pseudonimo, come artista vergine e anticonformista, provocatrice del sistema, ma anche "progressista" di alternative poichè, potendo vivere d'altro e altra professione, decide di vendere le sue opere a prezzo politico, praticamente da Ikea, pur essendo opere originali e uniche (tutte rigorosamente in tiratura 1/1) e devolvere il ricavato al progetto di storicizzazione di exfabbricadellebambole in atto su e per Gustavo Bonora divenendone sponsor fiduciario e ufficiale.
Il titolo della mostra è altrettanto sedizioso: "professione: ladra" perchè, appunto, ruba. Ruba idee e concetti, dal mondo, dalle notizie, dalla tecnologia, dai Maestri, dalla storia e dal vissuto.
Sostiene, e lo dimostra, che non c'è bisogno di andare in giro per il mondo per essere ispirati e per avere foto insolite, basta guardarsi attorno, basta un attimo e la strada che si attraversa tutti i giorni diventa un mondo nuovo e misterioso, la luce che taglia l'aria illuminando riesce a dare vita nuova all'oggetto, anche se solo per un secondo, trasformandolo e facendolo diventare in tutto e per tutto "il vero protagonista", procacciandosi, a sua volta, una mini-frazione di "eternità".
Se l'arte e il suo manufatto sono, prevalentemente e, innanzi tutto, un "concetto" divenendo "dopo" in un secondo tempo esecuzione e produzione tecnicistica, i suoi scatti sono proprio questo: "concetti" di cui Rita ne diventa "solo" esecutrice mediatica che trasforma il "blick" (sguardo, occhiata) in "click" che cattura rendendo visivo il "concetto".
Rita apre solo delle porte. Cosa c'è oltre quella porta? Solo immaginazione.
Anche i titoli sono provocazione. Volutamente in una lingue straniere, proprio per dimostrare che l'arte è "linguaggio" e per capirla, deve essere interpretata, decodificata e interiorizzata. Rita ha sposato la filosofia di exfabbricadellebambole che sostiene, paradossalmente, che: "L'arte è di tutti ma non per tutti".
Giovanni Malgrado
Inaugurazione 10 marzo ore 18
Officina Coviello
via Tadino, 20 Milano
ingresso libero