Sala delle Reali Poste
Firenze
Piazzale degli Uffizi
055 23885

Gianfranco Ferroni
dal 13/5/2015 al 4/6/2015
mar-dom 10-17

Segnalato da

Marco Ferri




 
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13/5/2015

Gianfranco Ferroni

Sala delle Reali Poste, Firenze

L'esposizione ruota intorno alla donazione alla galleria fiorentina di due opere del pittore: 'Senza resurrezione', dipinta per la Biennale veneziana del 1968 e della sua incisione su rame.


comunicato stampa

A cura di Vincenzo Farinella

La mostra che s’è voluto salutasse la donazione d’un autoritratto di Gianfranco Ferroni alla Galleria degli Uffizi porta lo stesso titolo d’una sua opera del 1989: La luce della solitudine, appunto.

È del tutto palese che la luce (e, per naturale conseguenza, il suo contrario) sia da sempre determinante nelle opere di Ferroni. A mutare è semmai la relazione ch’essa instaura con le ombre e col buio. Secondando il tragitto cronologico della sua produzione, ci s’accorgerà – anche qui alle Reali Poste – che ai tempi del suo coinvolgimento più appassionato nell’impegno politico e dell’adesione a un linguaggio energico e veemente, luce e buio si contrappongono con un rigore fiero e financo aspro. Com’è dato vedere nei drammi più vibranti di Caravaggio; la cui evocazione è ricorrente nell’esegesi dei quadri di Ferroni.

E – se anche l’ascendente del Merisi non fosse così manifesto – a chiarire il trasporto del pittore moderno nei riguardi del maestro antico basterebbero gli omaggi espliciti che lo stesso Ferroni gli tributa e che alle Reali Poste s’apprezzano nella quasi letterale citazione dalla Vocazione di san Matteo della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. Si deve dire “quasi letterale” giacché la scena è priva d’ogni presenza umana; che invece nel modello affolla la ribalta. Di presenze, nella replica dei giorni nostri, la sola che rimane è quella divina; quella cioè della Grazia; che, assumendo le sembianze della luce, aveva pervaso la stanza quando Cristo vi era entrato e aveva additato l’esattore, intento a contare sul tavolo i danari delle tasse.

È come se Ferroni avesse atteso l’uscita degli attori dal teatro, e dalla platea guardasse il palco; o, meglio, il fondale su cui prima si schieravano protagonisti e comprimari. Ecco la solitudine; che la luce – dismesse le asprezze d’una stagione ormai superata – rivela, illuminandola d’una chiarità più soave. Ecco il silenzio: la poesia assorta del silenzio. Ecco il deserto dei luoghi; che poi è lo stesso vuoto delle tante stanze (quasi sempre le sue) che Ferroni per decenni si figura, di tanto in tanto dotandolo della sua unica presenza (ripresa talvolta in transito fugace; magari fermando sul margine della tela un brano di jeans che copre il polpaccio d’una gamba in procinto d’uscire fuori campo, per scomparire – si presume – in un altro vuoto). Sicché s’indovina che la solitudine è segnatamente la sua.

Immagine: Gianfranco Ferroni

Ufficio Stampa:
Marco Ferri
Ufficio Comunicazione
Opera Laboratori Fiorentini Spa - Civita Group
tel. +39-055-2388721; cel. +39-335-7259518
@mail: marcoferri.press@gmail.com

Conferenza Stampa: giovedì 14 aprile alle ore 12
nell’aula di San Pier Scheraggio, Piazzale degli Uffizi, Firenze

Sala delle Reali Poste degli Uffizi
Piazzale degli Uffizi
dal martedì alla domenica 10-17
ingresso libero

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