Galleria Nina Due (ex Nina Lumer)
Milano
via Botta, 8
02 87285916 FAX
WEB
Georgia Bettoja
dal 22/9/2015 al 29/10/2015
gio, ven, sab 15-19
349 2268427

Segnalato da

Nina Lumer




 
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22/9/2015

Georgia Bettoja

Galleria Nina Due (ex Nina Lumer), Milano

Found in Translation. Nei lavori l'accostamento dell'estetica costruttivista sovietica con le tecniche artigiane orientali risulta organico e seducente.


comunicato stampa

a cura di Vladimir Radunsky

Georgia Bettoja è un'artista italiana e vive a Roma. Si è laureata alla Cooper Union (New York) e negli anni '80 ha lavorato a New York nello studio di Massimo Vignelli.

Georgia ha scelto il tessuto come linguaggio principale del suo lavoro artistico e ha dedicato molti anni allo studio e alla collezione di prodotti tessili. Grazie alla sua esperienza giovanile da designer Georgia ha sviluppato una vera passione per i tessuti e le relative tecniche di lavorazione, elaborando una sua personale visione artistica e un linguaggio assolutamente originali.

In mostra alla Galleria Nina Due la serie più recente di lavori di Georgia Bettoja, Found in Translation, creati tra il 2009 e il 2015, che costituiscono una nuova tappa della sua produzione artistica. Fonte d'ispirazione di questi lavori sono le opere dei pionieri del textile design sovietico degli anni '20, eccezionali artisti di matrice costruttivista, quali Varvara Stepanova, Lyubov Popova, Alexandra Ekster e molti altri.

Le immagini, l'estetica e la filosofia del periodo costruttivista sovietico si sono rivelati così esuberanti e contagiosi, che ancora oggi sono fonte inesauribile di ispirazione per molti artisti e designer contemporanei di tutto il mondo.

Contaminata dall'immaginario e dall'estetica del periodo costruttivista, Georgia Bettoja si propone però un obiettivo del tutto opposto a quello dei suoi predecessori. La loro idea, oltre a rivoluzionare la sfera estetica, era cercare di rendere più facilmente accessibili ed economici per le nuove masse sovietiche le loro opere. Questo fu risolto andando nelle fabbriche e realizzando una produzione artistica seriale ad alta tiratura.

Georgia Bettoja, attraverso una tecnica di lavorazione ben più complicata e laboriosa, “abbandona” la fabbrica e inverte la rotta, rientra nell'atelier dell'artista, dotando così i sui lavori di una qualità da pittura da cavalletto.

Bettoja ha dedicato molti anni allo studio delle diverse tecniche orientali di lavorazione tessile, in particolare le tecniche dei ricami Suzani (originari dell'Asia Centrale) e Kantha (del Bangladesh). I tessuti orientali, che per secoli hanno profondamente influenzato la cultura visiva occidentale, con la loro ricchezza decorativa si sono felicemente innestati nella nostra tradizione artistica divenendone parte integrante.

Nei lavori di Georgia Bettoja l'inaspettato accostamento dell'estetica costruttivista sovietica con le tecniche artigiane orientali risulta organico e seducente, poiché li trasferisce in una nuova dimensione semantica, creando una meravigliosa, nostalgica miniatura di costruttivismo. (V. R.)

Suzani – è un tessuto ricamato a mano diffuso soprattutto in Tagikistan, Uzbekistan e Iran. La parola “suzani” in persiano significa “ago”.
Kantha – tecnica di ricamo a mano originaria del Bangladesh. I vecchi tessuti vengono riutilizzati per creare nuovi oggetti (trapunte, scialli, fasce per neonati) con la tecnica del patchworking.

Inaugurazione 23 settembre ore 18

Galleria Nina Due (ex Nina Lumer)
via Botta, 8 Milano
gio, ven, sab 15-19
ingresso libero

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