Stazione Ferroviaria
Messina
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Distrart
dal 30/10/2015 al 30/12/2015
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Segnalato da

Enrica Carnazza




 
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30/10/2015

Distrart

Stazione Ferroviaria, Messina

DiStretto d'Arte Urbana. Interventi di arte murale sulle grandi superfici dei silos ex granai e degli ex magazzini generali a opera di 23 artisti.


comunicato stampa

DISTRART - distretti d’arte urbana fa parte di Ottoeventi “Centro di Competenza per lo sviluppo di servizi culturali e turistici nel campo dell’arte e dell’architettura contemporanea” finanziato dal PO-FESR 2007-2013, a più di un mese dall’inizio dei lavori sulle 53 pensiline della linea tranviaria, in fase di completamento, sono stati ultimati gli interventi di arte murale previsti sulle grandi superfici dei silos ex granai e degli ex magazzini generali.

Lungo la linea, un punto: il distretto.
Gli interventi lungo la linea tranviaria hanno coinvolto 23 artisti messinesi, selezionati sulla base delle proposte grafiche inviate che, collegandosi alla lista dei beni immateriali, suggerita dal Direttore della Biblioteca Regionale Sergio Todesco, rappresentano storie e miti dell’identità urbana, valorizzando in particolar modo, le tematiche più “strettamente” collegate al mare. Tra la fermata Repubblica e Palazzo Reale, invece, per avvalorare l’intervento che Blu, Emajons, Desx e altri artisti locali, fecero sulle mura dell’ex casa del portuale in Via Alessio Valore, si è voluto
concentrare i lavori di sei artisti della scena internazionale della street art: Anc & Poki, Julieta_Xlf, Luca Zamoc, NemO’S e Seacreative, con la preziosa collaborazione del CollettivoFX, hanno realizzato cinque murales che rappresentano con tecniche e spunti differenti, il ruolo che Messina ha come porta della Sicilia e quindi come porta del mare. Il rapporto con il mare è stato dunque il punto di partenza sia per valorizzare il locus che per il ruolo della città a livello geo-politico nel contesto euro-mediterraneo. La rappresentazione di tale binomio si è resa possibile proprio grazie alla partecipazione di artisti del territorio che hanno reinterpretato parti dell’identità urbana e di artisti ospiti che hanno allargato la visuale prospettica offrendo un più ampio e variegato spazio all’elemento peculiare che rende la terra isola: il MARE.

SeaCreative, trova la giusta posizione per il suo personaggio in una parete di Via Alessio Valore, davanti all’ex mercato ittico, li dove transitano ogni giorno centinaia di pendolari dello Stretto, li dove Blu ed Emajons hanno sottolineato il giusto Valore al mare negato. SeaCreative, per Distrart, traccia e illustra con forza espressiva, Lillo il marinaio. Un marinaio dallo sguardo triste ma buono, un uomo che vive in mare per lavoro e per passione. Volge le spalle al mare, Lillo il marinaio, per tornare a casa dopo una giornata di lavoro, ragione di vita per proseguire il cammino portando sotto braccio un pesce che rappresenta il legame imprescindibile con il mare. L’artista, su suggerimento del curatore, ha voluto battezzare il marinaio con un nome che rispecchiasse le tradizioni del luogo, scoprendo poi la storia di Lillo Scarfì marinaio di Capo Peloro che il 7 settembre del 1991 scomparve durante una battuta di pesca, decidendo così di rendergli omaggio.
Il duo Anc e Poki, sulla facciata dei silos ex granai di Via Magazzini Generali, tra Piazza della Repubblica e l’entrata del Parcheggio Cavallotti, ha realizzato a quattro mani, un elaborato battezzato dai passanti “il paguro e il pescatore” ma che i due artisti vogliono lasciare senza titolo per stimolare l’immaginazione degli spettatori. Il lavoro si colloca all’interno di un contesto “socio-marino”: il dialogo tra gli stili dei due artisti, infatti, mette sovente in relazione elementi faunistici con la società contemporanea. Nel loro immaginario, il paguro rappresenta la città di Messina e il suo mare, mentre il pescatore raffigurato con tutti i cliché del personaggio, tenendo in mano un barattolo con una sirena racchiusa dentro, rappresenta l’uomo nel suo rapporto con la natura. Sfruttamento delle risorse, mitologia, abusivismo, legame con il mare, stereotipi, amore, pesca scellerata sono solo alcuni dei temi che il dipinto suggerisce lasciando allo spettatore libertà d’immaginazione nel rintracciare gli elementi e le rispettive simbologie. La parete limitrofa al grande parcheggio, si trasforma dunque in una sorta di acquario in cui domina un faro, apice del rapporto uomo-mare punto di riferimento per i naviganti.
Julieta_Xlf, giovane artista spagnola e unica donna, con l’opera “Mediterranea” spicca su piazza della Repubblica. La sua sirena, di un azzurro sgargiante, fuoriesce da uno sfondo di geometrie e forme decorative delle antiche maioliche siciliane, simboli di bellezza e ricchezza e vasto interscambio culturale che l’isola ha sin dai tempi dei fenici. Il mare si trasforma così in un elemento di coesione tra culture. Ma lo stesso Mediterraneo, diviso al suo interno tra occidentali, islamici e ortodossi sembra essere tre mari differenti… e per evidenziare questo aspetto, l’artista rappresenta, nella sua enorme e sfavillante bellezza, il corpo di sirena in parte tagliato e il dolore del mare nostrum con le lacrime di sangue.

Se infatti la sirena nella cultura greca, trasportava le anime dei morti qui fa riferimento a una via di esodo. Inoltre, gli elementi naturali rappresentanti fissano l’attenzione sulle biodiverisità dello Stretto e sulla necessità di salvaguardarlo: alghe, coralli, animali acquatici che per magia s’intrecciano con lo sguardo acceso e imperturbabile di una volpe dagli occhi aperti che, con la sua rinomata astuzia, cerca l’occhio dello spettatore. Inoltre Julieta non dimentica il riferimento alla storia di Messina, devastata dal mare e ricostruita, attraverso la grande onda con la quale termina la coda della sirena. Con il suo stile colorato l’autrice ci lascia un murale pieno di messaggi prevalentemente di speranza, ricordandoci tutto ciò che ci unisce e ci separa nell’ottica di rafforzare il sentimento di appartenenza alla grande comunità Mediterranea di cui Messina è e potrebbe essere epicentro del messaggio.

Sempre sulla parete degli ex magazzini generali, lato Via Luigi Rizzo, Luca Zamoc ha rappresentato “Giasone e il dragone” riprendendo il mito degli Argonauti che nel loro viaggio verso la Colchide passarono dallo Stretto. Ambientando a Messina lo scontro tra Giasone e il drago come se la nave Argo fosse ormeggiata davanti, pronta a salpare per continuare il viaggio. L’autore, oltre a rendere omaggio all’opera di Apollonio Rodio, stimola la riflessione sullo scontro tra l’uomo e la natura. Sebbene Giasone sia un anti-eroe aiutato dall’intervento divino, nella sua umanità fronteggia le sfide con la determinazione che l’uomo può avere nell’affrontare la quotidianità.
Infine, NemO’S, sul lato destro dei silos ex granai rivolto verso il porto, nel quale attraccano traghetti, aliscafi, navi da crociera e vedette della Capiteneria di porto impegnate nel soccorso dei migranti, ha realizzato “Welcome” dedicato a Saamiya Yusuf Omar e a tutte le vittime del mare. Saamiya era una atleta somala presente alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 che perse la vita nel tentativo di raggiungere le coste italiane per partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012. L’artista, affrontando il tema dell’immigrazione, critica la società e la politica di fronte alle tragedie come quella dei migranti e il dramma del viaggiare disperati. La metafora dell’Essere appesi, appesi a una speranza, alla precarietà del non essere riconosciuti come uomini ma soltanto come corpi annegati. Questi corpi bagnati, descrivono le continue e inutili polemiche che vertono su episodi drammatici, dibattiti infiniti, su di chi è la colpa e su come sarebbe stato meglio fare e agire, mentre ci si dimentica di chi continua a naufragare nel tentativo di sopravvivere alle guerre, al dolore e alla negazione della dignità.

Altre sedi:
Centro di Competenza per l'Arte e l'Architettura Contemporanea Pallazzo della Cultura Messina

Stazione Ferroviaria
Piazza della Repubblica, 1 Messina
ingresso libero

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