Galleria Carla Sozzani
Milano
corso Como, 10
02 653531 FAX 02 29004080
WEB
Mario Giacomelli
dal 29/6/2004 al 8/8/2004
02 653531 FAX 02 6592015
WEB
Segnalato da

galleria CarlaSozzani




 
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29/6/2004

Mario Giacomelli

Galleria Carla Sozzani, Milano

Una mostra suddivisa in due momenti concettuali, assai particolare, e che si discosta dalle consuetudini: la collezione che Mario Giacomelli dono' generosamente alla Citta' di Lonato nel 1984 e una raccolta proveniente da collezioni private.


comunicato stampa

Collezione della Città di Lonato, 1954-1980, a cura di Enrica Viganò
Collezioni private, 1958-1995, a cura di Giuliana Scimé

Inaugurazione mercoledì 30 giugno 2004
dalle ore 19.00 alle ore 22.00

La Galleria Carla Sozzani presenta una mostra, suddivisa in due momenti concettuali, assai particolare che si discosta dalle consuetudini: la collezione che Mario Giacomelli donò generosamente alla Città di Lonato nel 1984 e una raccolta proveniente da collezioni private.

Mario Giacomelli inizia a fotografare nel 1952 e il suo ultimo lavoro, dedicato a Luís Borges, lo realizza nel 2000, pochi mesi prima di morire. Una produzione vastissima nel corso di quasi mezzo secolo. Alcune serie sono celeberrime e riconoscibili d’immediato. La sua cifra stilistica è inconfondibile e proprio su queste immagini ‘famose’ le esposizioni a lui dedicate hanno appuntato l’attenzione.
La particolarità, e l’interesse, della mostra alla Galleria Carla Sozzani consiste in un tentativo di studio comparato su due atteggiamenti al collezionismo: pubblico e privato.
Mentre, la collezione della Città di Lonato è una selezione di fotografie appartenenti a serie molto note: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Presa di coscienza sulla natura, Lourdes, Scanno, Non ho mani che mi accarezzino il volto, Caroline Branson da Spoon River Anthology; i collezionisti privati, oltre alle immagini classiche, privilegiano altre opere meno viste, ma intensamente significative del lungo percorso creativo di Giacomelli, come la bellissima serie Puglia del 1958, che prelude alle tecniche di forte contrasto tonale utilizzate in seguito, certe ricerche quasi astratte, anche nel paesaggio, alcune immagini dedicate al pittore Bastari, e tante altre realizzazioni creative che denotano l’evoluzione di uno dei più grandi autori della fotografia contemporanea.
Mario Giacomelli, superata la fase delle serie ‘in presa diretta’, sia pure personalizzate durante il processo di stampa con soluzioni da lui inventate e inimitabili, dagli anni Ottanta si libera definitivamente dalla schiavitù della ripresa della realtà.
Recupera negativi già utilizzati, stampa diversi negativi per creare nuove immagini, sfrutta ogni suggerimento tecnico e scenico per inventare un mondo visuale magico, e personalissimo.
Questi lavori di Mario Giacomelli, così intensamente intellettuali e colti, sono espressione purissima di un insuperato maestro ancora tutto da scoprire.

MARIO GIACOMELLI
1925, nasce a Senigallia (Ancona)
1952, riprende la sua prima fotografia. E’ il giorno di Natale
1953, è accolto nel gruppo ‘Misa’, che prende il nome dal fiume che attraversa la città di Senigallia. Il ‘Misa’, diretto da Giuseppe Cavalli, è una sorta di palestra per i giovani fotografi che aspirano ad essere accolti nel più autorevole sodalizio ‘La Bussola’, fondato nel 1947
1954, inizia la serie dei paesaggi agricoli che, con varie denominazioni, continuerà a produrre fino agli anni Novanta. Inizia la serie ‘Vita d’ospizio’ (in seguito denominata ‘Verrà la morte e avrà i tuoi occhi’), all’interno della casa per anziani di Senigallia
1956, è accettato nel gruppo ‘La Bussola’, si dissocerà ben presto per divergenze sul sistema di partecipazione ai concorsi
1957, compie un viaggio a Lourdes. Realizza la serie ‘Scanno’, una sua immagine sarà pubblicata in ‘Looking at Photographs, a cura di John Szarkowski direttore del dipartimento di fotografia del Museum of Modern Art di New York. Questo riconoscimento gli varrà fama e reputazione internazionale
1958, realizza le serie ‘Puglia’ e ‘Zingari’
1961, inizia la serie ‘Io non ho mani che mi accarezzino il volto’
1971, espone alla Biennale di Venezia, Interpreta la poesia ‘Caroline Branson’ dall’Antologia della Spoon River di Edgar Lee Masters. E’ la prima interpretazione di un poema, seguiranno ‘L’infinito’, ‘A Silvia’ di Giacomo Leopardi, e altre incursioni in campo lirico fino al 1997 con poesie di Permunian, Constabile, Cardarelli,Luzi, Corazzini ed Emily Dickinson
1991-1992, si dedica alla visualizzazione fantastica del lavoro del pittore Bastari
2000, dedica la serie ‘La mia vita intera’ a Luís Borges e realizza l’ultimo lavoro ‘Questo ricordo lo vorrei raccontare’
2000, muore a Senigallia il 25 novembre

martedì, venerdì, sabato, domenica, ore 10.30 - 19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 - 21.00
lunedì, ore 15.30 - 19.30


Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 - Milano

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