Fondazione Antonio Mazzotta
Milano
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De Nittis
dal 20/3/2005 al 19/6/2005
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Ufficio Stampa Mazzotta




 
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20/3/2005

De Nittis

Fondazione Antonio Mazzotta, Milano

Impressionista italiano. Esposti 161 oli su tavola e tela e 27 disegni. La mostra si apre con un suo autoritratto (1883), che vuol essere un invito ad entrare nella sua casa cosi' come nella sua opera, e prosegue articolata in nove sezioni elaborando un percorso completo della sua attivita'. I titoli delle sezioni sono stati suggeriti da espressioni tratte dal Taccuino di De Nittis o da definizioni di suoi amici come Edmond de Gouncourt o Jules Claretie.


comunicato stampa

A cura di Renato Miracco

Si inaugura lunedì 21 marzo 2005 presso la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano l'esposizione retrospettiva dedicata a Giuseppe De Nittis.
Dopo il grande successo riscosso dalla mostra a Roma presso il Chiostro del Bramante (aperta fino al 6 marzo), dove ha già superato i 100.000 visitatori, la rassegna si annuncia come uno degli eventi principali della primavera culturale milanese.
Per l'esposizione sono state selezionate le opere più significative della produzione di Giuseppe De Nittis tra cui molti inediti. Opere che attraverso l'occhio attento e acuto dell'artista sono capaci di restituire lo spirito e l'atmosfera dei luoghi da lui rappresentati, sottolineando la peculiarità di questo impressionista, "meridionale al sud, francese a Parigi e londinese a Londra". Così diceva di lui il critico italiano Vittorio Pica nel suo saggio "Giuseppe De Nittis, l'uomo e l'artista" del 1914, per evidenziare l'universalità e l'europeismo ante-litteram della sua arte.
Alla Fondazione Antonio Mazzotta saranno esposti 161 oli su tavola e tela e 27 disegni. Rispetto alla sede romana saranno presenti 13 significative opere, che andranno a integrare i nuclei più importanti dell'esposizione: per lo più dipinti non esposti da diversi anni, provenienti da importanti collezioni private milanesi (Dall'alto della diligenza, Il ponte-paesaggio inglese, Che freddo! del 1874, Ora tranquilla), oltre a prestiti importanti da musei italiani.

La rassegna è stata organizzata da Fondazione Foedus_Cultura Impresa Solidarietà di Roma in collaborazione con Fondazione Antonio Mazzotta di Milano e Dart Chiostro del Bramante.
L'evento è stato realizzato grazie all'impegno della Fondazione Foedus e del suo Presidente, Onorevole Mario Baccini, e alla disponibilità del Comune di Barletta – Museo Pinacoteca Comunale "Giuseppe De Nittis".
Il nucleo principale della mostra proviene infatti da questo importante Museo, che possiede la donazione delle opere dell'artista fatta dalla moglie Léontine. Prestiti importanti provengono inoltre dal Cimac di Milano, dalla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, dal Museo di Capodimonte di Napoli, dall'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, dalle Raccolte Frugone del Comune di Genova, dai Musei Civici di Pavia, dal Museo Carnevalet di Parigi e da molti collezionisti privati italiani e stranieri. La sinergia tra istituzioni pubbliche e private è risultata felicissima riunendo "corpus" finora smembrati.
La rassegna si avvale del contributo di Lottomatica, Banca Intesa, Met Sogeda e Foundation for Italian Art and Culture e della sponsorizzazione tecnica di York Fine Transport, Area Brokers, ATM Azienda Trasporti Milanesi e Winter Video.
Dopo Roma e Milano, la mostra sarà ospitata a Barletta durante l'estate 2005 presso il Palazzo della Marra, splendida sede museale comunale che riaprirà i battenti proprio con quest'evento dopo essere stata recentemente sottoposta a lavori di ristrutturazione.

Giuseppe De Nittis è stato indubbiamente uno degli artisti più innovatori ed originali dell'Ottocento. Già nel 1877 Henry Houssaye lo considerava come "il capo se non il maestro della nuova scuola dei disegnatori dal vero all'aria aperta. Lui ha spirito, colore, una vera conoscenza della prospettiva lineare e il dono della prospettiva aerea".
È innegabile infatti che il barlettano (Peppino, o l'italiano, come è chiamato in numerosi saggi) abbia introdotto nella veduta urbana un nuovo senso dello spazio. Questa sua interpretazione contribuisce ad arricchire il taglio fotografico, la visione dall'alto, l'impaginazione che risente l'influsso del japonisme. Come scrive nel 1881 Alfred de Lostalot, De Nittis è "pittore della società con il grande pregio di essere imbevuto di attualità fino al midollo. Non si accontenta di andare al passo con il secolo, ma vuole essere il tempo con il giorno stesso, con l'ora appena trascorsa, addirittura con l'indomani che non è ancora scoccato. Per questo è stato uno degli adepti dell'impressionismo".

De Nittis e l'impressionismo: una delicata questione.
La parola "Impressionismo" ha significato molto nella vita di De Nittis. È sempre stata aggiunta o tolta per ragioni ora di mercato ora di lettura parziale ed è sempre stata vista con imbarazzo e pregiudizio in associazione alla produzione artistica del pittore.
"Con questa mostra – sottolinea il curatore nel suo saggio - non vogliamo affermare che De Nittis è solamente impressionista (tutt'altro!), (o chiamarlo impressionista europeo come dichiara De Grada) ma cercare di sceverare, di storicizzare il momento in cui De Nittis è vissuto e tentare di rintracciare dei flussi di conoscenza, di influenza, che fanno di lui sicuramente, impressionista oppure no, una delle personalità maggiori dell'arte italiana dell'Ottocento.
"La Francia, De Nittis e l'Impressionismo: il trinomio è sicuramente inconciliabile, perché se da una parte l'impressionismo è una corrente tipicamente francese che negli altri paesi, come l'Italia, ha avuto valenze e ripercussioni totalmente diverse, è pur vero che un "vago profumo" di quell'idea "che abbiamo dell'impressionismo" c'è in De Nittis. Ma senza per questo rinchiudere l'opera dell'artista in una categoria precisa, estetica e temporale, perché l'impressionismo è e rimane francese, nella sua accezione prima.
Impressionista italiano allora? Dando all'aggettivo la possibilità di contenere tante altre tipologie di pittura e di comportamento che vanno al di là della cifra stilistica del movimento nato in Francia nella seconda metà dell'ottocento."

La mostra si apre con l'Autoritratto (1883) di De Nittis, che vuol essere un invito ad entrare nella sua casa così come nella sua opera, e prosegue articolata in nove sezioni, elaborando un percorso completo e esaustivo della sua attività.
I titoli delle sezioni sono stati suggeriti da espressioni tratte dal Taccuino di De Nittis o da definizioni di suoi amici come Edmond de Gouncourt o Jules Clarétie.
Alla prima sezione denominata La natura mi ha svelato la verità che si cela nel mito, appartengono i quadri realizzati da De Nittis nel periodo della cosiddetta "Scuola di Resina" o "Repubblica di Portici!", cenacolo formato insieme ai suoi amici Mario De Gregorio, Francesco Romano e Adriano Cecioni. Vi sono affiancati alcuni studi sulla Natura eseguiti durante i suoi numerosi soggiorni napoletani (L'Ofantino, 1886; Casale nei Dintorni di Napoli, 1866; Appuntamento nel bosco ai Portici, 1864)
Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell'aria e del cielo è il titolo della seconda selezione di immagini. Ricerche concrete del pittore sulla rappresentazione della luce risalgono sicuramente al 1864-66 quando egli tentò di "rendere l'azzurro smalto profondo del cielo meridionale". Questi studi, esposti per la prima volta, sono preludio di sofisticate vedute atmosferiche e di paesaggi, specie pugliesi e napoletani, antesignani o vicini, dopo il soggiorno francese, alla scuola impressionista (Foschia; Golfo di Napoli, riflessi solari; Plenilunio; Campo di biche).
Allo scoppio della guerra franco-prussiana, De Nittis ritorna in Italia e si stabilisce Alle Falde del Vesuvio, titolo della nostra terza sezione che raccoglie quadri dedicati al Vesuvio e che ritraggono la famosa eruzione del 1872. È pittura pura, modernissima, di eccelsa qualità molto incoraggiata, all'epoca, dal suo mercante Goupil. Sono esposti, in questa sezione, dodici studi (mai esposti tutti insieme) provenienti dalle Civiche Raccolte d'Arte di Milano, che riunite ai quadri di Palazzo Pitti di Firenze e a collezioni private, costituiscono un corpus unico e rarissimo (Sulle falde del Vesuvio; La discesa dal Vesuvio, 1872; La pioggia di cenere, 1872).
La vita artistica del pittore è sempre stata vissuta all'insegna del Viaggio: la mostra quindi dedica una sezione agli innumerevoli viaggi del pittore. Quadro cardine è La strada da Napoli a Brindisi inviato da De Nittis al Salon di Parigi nel 1872: opera (erroneamente denominata La Strada da Brindisi a Barletta) assente dalla scena espositiva da quasi cento anni e rinvenuta in America grazie all'intervento di Fondazione Foedus_Cultura Impresa Solidarietà. Si tratta dell'inedito che susciterà certamente la più grande attenzione da parte del pubblico e della critica, perché l'opera è stata conosciuta fino ad oggi in Europa solo tramite le brutte riproduzioni fotografiche che se ne avevano (per di più in bianco e nero!).
Seguono alcuni famosi quadri dedicati ai treni, alle carrozze, all'attraversamento della Manica, per giungere a Londra, con la nuova Steamboat/nave a vapore (Passa il treno; Lago dei quattro cantoni; In alto mare).
È significativo accostare questi quadri a quelli di Manet con gli stessi nuvoloni di fumo che costituiscono il centro della scena dipinta.
I viaggi conducono, tra l'altro, nella vita del pittore, a Parigi e a Londra sezione che riunisce alcuni famosi quadri di vedute delle due grandi capitali europee, che erano, all'epoca, metropoli in continua evoluzione: basti ricordare i rinnovamenti del Barone Haussmann che era stato nominato Prefetto della Senna tra il 1853 e il 1870, o le promenades affidate alla progettazione dell'ingegnere Adolphe Alphand (Lungo la Senna; Place de Pyramide (II); La profumeria Violet verso il 1880, 1880; Nubi su Westminster; Trafalgar Square).
La Londra di De Nittis è quella del West End ma anche dei centri come Westminster e la Banca d'Inghilterra dove l'artista riesce a fermare il dramma vivente della piazza, l'immagine più completa della società moderna in trasformazione.
Nuova e vecchia borghesia o aristocrazia, L'Elegante società nel turbinio di ogni ora è il titolo della sezione dedicata alla mondanità (Ritorno dalle corse; Al bois de Boulogne, 1873; Le corse a Longchamps; Il salotto della Principessa Matilde, 1883)
"Non conosco artista contemporaneo che abbia reso con maggior efficacia la vita, il carattere e l'animazione di una città o di un popolo" affermava Jules Clarétie nel 1881.
Fulcro dei salotti mondani è la donna o meglio La sofisticata bellezza della donna moderna definizione che dà il titolo all'insieme di opere che hanno per soggetto l'immagine femminile. "L'intera poesia dei nostri modi contemporanei in ciò che hanno di squisito, di inafferrabile e di mutevole è abilmente espresso insieme alla luminosità e alla morbidezza delle carnagioni chiare" recitava, a questo proposito, un cronista mondano nel 1881 (Che freddo!, 1874, Ora tranquilla; Controluce; In fiacre; Giornata d'inverno, 1882; Colazione in giardino, 1884; Sull'amaca (II), 1884; Autoritratto, 1882).
Il matrimonio con la Musa Giapponese, cioè l'influenza del japonisme nella pittura di De Nittis, è il titolo che, tratto da una cronaca d'epoca, racchiude opere realizzate all'insegna di un'accurata ricerca di materiali, soggetti e tecniche che il pittore conduce, insieme a Manet, Degas, Van Gogh, sotto l'influsso dell'arte giapponese. (Effetto di neve; La signora sul divano rosso, 1876-78; Nello studio del pittore; Tra i paraventi, 1879 c.; Il ventaglio di Léontine de Nittis; Tra i paraventi (Il paravento giapponese, 1878). E' infatti nella grande Esposizione Universale del 1867 che viene per la prima volta allestito il padiglione giapponese, a testimoniare una serie di contatti che De Nittis e gli artisti francesi hanno con l'oriente
Una notevole sezione grafica con opere provenienti dal Museo di Barletta, dalla Fondazione Piceni e dall'Istituto Nazionale per la Grafica, costituisce, insieme ai disegni contenuti nel taccuino di De Nittis e mai esposti, la sezione finale del catalogo e dell'esposizione.

La mostra è curata da Renato Miracco.
Il comitato scientifico è costituito da studiosi in gran parte esperti della pittura dell'800, con particolare attenzione verso questo nostro grande artista: Salvatore Abita, Emanuela Angiuli, Giuseppe Berta, Raffaele De Grada, Piero Dini, Christine Farese Sperken, Ippolito Edmondo Ferrario, Stefano Fugazza, Vincenza Lomonaco, Gabriele Mazzotta, Manuela Moscatiello, Antonio Paolucci, Maria Grazia Piceni, Daniela Sacerdoti, Fabrizio Vona.

Accompagna la rassegna un catalogo edito da Mazzotta, con saggi di Emanuela Angiuli, Giuseppe Berta, Raffaele De Grada, Piero Dini, Christine Farese Sperken, Renato Miracco, Manuela Moscatiello, Antonio Paolucci, Maria Grazia Piceni; le schede critiche sono curate da Christine Farese Sperken, Ippolito Edmondo Ferrario, Stefano Fugazza, Manuela Moscatiello.
La casa editrice Mazzotta pubblica inoltre un catalogo per ragazzi dai 6 ai 12 anni, curato da Cristina Baldacci (De Nittis. Peppino e il ventaglio magico, 14,00 Euro).
Ai due cataloghi si affianca un DVD che, sulla traccia del testo scritto da Tulliola Sparagni, ripercorre la carriera artistica di De Nittis e offre un quadro della temperie culturale dell'epoca. La realizzazione del DVD, creato appositamente per la tappa milanese della mostra, è curata da Ilaria Malaspina e Tulliola Sparagni ed è resa possibile grazie a Winter Video Srl.

Sezione didattica. La mostra, articolata in sezioni, si presta in modo particolare a essere presentata al pubblico delle scuole. Nelle visite guidate, per elementari, medie e superiori, verranno affrontati i temi principali della vita artistica di De Nittis, il cui occhio attento è stato capace di restituire lo spirito e l'atmosfera dei luoghi rappresentati.
La proposta didattica include le attività esterne che si svolgono presso le scuole della Provincia di Milano (mostra in classe, video-lezioni e conferenze) diversificate per target e livello di approfondimento allo scopo di ampliare e approfondire la conoscenza di questo importante impressionista italiano.
Ai più piccoli (4-8 e 9-10 anni) è invece dedicata una serie di divertenti atelier nella duplice modalità individuale o di gruppo.
Prosegue per il pubblico adulto il felice connubio di arte e cucina in collaborazione con Domino Catering con l'iniziativa Arte vs Cibo: A cena con De Nittis in quattro serate (27-28-29-30 aprile) organizzate nello spazio dedicato agli eventi della Fondazione Mazzotta.
Ai bambini e ragazzi accompagnati dai genitori che non scelgono l'opzione della visita guidata si rivolge il gioca in mostra disponibile in biglietteria e con la finalità di rendere la visita facilmente accessibile e divertente.
Infine, sin dai primi giorni di apertura saranno a disposizione di insegnanti e studenti i Quaderni didattici nelle due versioni (scuole elementari-medie e scuole superiori, € 4,00).
Tra le novità sono da segnalare l'iniziativa Prenota subito con la quale i visitatori posso riservare uno o più servizi didattici semplicemente compilando un modulo, e Invito speciale, uno o più biglietti alla mostra che la Sezione didattica si impegna a recapitare ad amici o parenti di coloro che vorranno preacquistarli telefonicamente o per email.

Per informazioni: Sezione didattica (dal lunedì al venerdì, orario 10-15): tel. 02-86912297; 02 72094256; didattica@mazzotta.it; segreteria@mazzotta.it; (prenotazioni gruppi/scuole).

Con la collaborazione del Comune di Barletta, Museo Pinacoteca "Giuseppe De Nittis"

SOTTO L'ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CON IL PATROCINIO DI
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
REGIONE LOMBARDIA – CULTURE, IDENTITÀ E AUTONOMIE DELLA LOMBARDIA
PROVINCIA DI MILANO - SETTORE CULTURA
COMUNE DI MILANO – SETTORE MUSEI E MOSTRE

Anteprima stampa: lunedì 21 marzo ore 11.30

Inaugurazione: lunedì 21 marzo ore 18

Fondazione Antonio Mazzotta
Foro Buonaparte 50 Milano

IN ARCHIVIO [41]
Marco Bagnoli
dal 1/10/2009 al 1/10/2009

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