Structurae, mostra personale. I suoi lavori incisi in plexiglass, vetro, carta, constano di tre elementi originari, la luce, il piano, il segno. La luce e' la materia vitale che l'opera interiorizza e propaga. Il segno, inserito in una trama di ombre e riflessi, sviluppa cangianti dimensioni spaziali.
Structurae, mostra personale
I lavori incisi in plexiglass, vetro, carta, di Pino Falcone constano di tre
elementi originari, la luce, il piano, il segno. La luce è la materia vitale che
l'opera interiorizza e propaga. Il segno, inserito in una trama di ombre e
riflessi, sviluppa cangianti dimensioni spaziali.
L'incisione è una pratica arcaica, è il sistema di scrittura con cui l'artista
ottiene un processo di sintesi dell'oggetto da rappresentare e la formula di un
lessico primario, essenziale, che "racconta" di uno spazio attraverso la sua
percezione ovvero attraverso i canali per mezzo dei quali essa veicola: il
segno, le superfici, i volumi, la luce, l'ombra.
L'immagine - sia essa incisa o quella complessiva di un'installazione - è
ricavata da oggetti di uso quotidiano. È dunque il seme di linguaggio
famigliare, ma al tempo stesso archetipico. Le installazioni e le incisioni di
Pino Falcone estrapolano l'oggetto dalla condizione di utensile ed lo elaborano
in una forma le cui valenze strutturali siano evidenti e fungano tanto da
modulo, forma base e semplificata di infinite varianti, che da
universalizzazioni di un fenomeno della memoria.
Lo spazio dell'allestimento è percorso da pause, tensioni, dilatazioni.
Nonostante l'artista adoperi diversi materiali, si può dire che la mostra è un
lavoro di luce. Anche la scelta della tecnica dell'incisione, infatti, è volta a
fornire ad essa continue e mutevoli potenzialità espressive ed estetiche. Solo
nell'incontro con la luce il segno può articolarsi plasticamente e rendersi
"oggetto" di esperienza.
La luce è il dispositivo attivante che, strutturandosi con il proprio negativo -
l'ombra - oltre a rendere visibile l'immagine, opera uno sfondamento della
superficie su cui questa è incisa: il segno si moltiplica, va verso lo spazio o,
all'inverso, la materia specchiante di alcune opere accoglie le casuali,
variabili, mutevoli esistenze dell'esterno.
L'operazione di sintesi formale degli oggetti - intesi questi come elementi di
continuità rispetto alle architetture che abitiamo, ma anche come realtÃ
naturali dei nostri orizzonti contemporanei - fa di essi il fulcro, il punto di
incidenza o tangenza delle relazioni tra superfici e luce, il momento che rende
possibile il riconoscimento dei rapporti tra spazio, cose ed uomini.
Pino Falcone è nato a Pompei (Na) nel 1971, vive e lavora ad Angri (Sa).
Principali mostre: 2005. ArteFiera 2005, Bologna (Galleria studio legale); Born
out, a cura di Simona Barucco e Umberto Di Marino, ex Chiesa delle
Concezioniste, Giugliano (Na); 2004. 18x24, diciottoperventiquattro, 41
artecontemporanea, Torino; Artissima, Torino (Galleria studio legale, Caserta)
Biennale Adriatica, S. Benedetto del Tronto; Mostra Mario Razzano, Museo del
Sannio, Benevento; 2003. Collaudi, Villa delle Rose, Bologna, a cura di Marco
Altavilla e Daniela Lotta; Stazioni del silenzio, cantiere dell'aeroporto
Salerno-Pontecagnano, a cura di Agostino Granato; Spazio Urbano, progetti
paesaggi visioni, a cura di Gloria Gradassi, Palazzo Bice Piacentini, S.
Benedetto del Toronto; 2000. Artissima, Torino (Galleria studio Legale,
Caserta).
Vernissage 22 aprile 2005, ore 19:00
Galleria studio legale, c.so Trieste 63, Caserta
Orari: 10:00-13:00; 17:00-20:00