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21/4/2005

Sensualita'

Feria de Monzon, Monzon

Mostra collettiva. Sensualita' e' il gioco d'azzardo infinito dove non ci sono luoghi proibiti e dove tutti i divieti diventano passioni. Capricci hollywoodiani, cerchi d'erba piegati dal sole, pigmenti inorriditi che fuggono perche' abbagliati da fari fendinebbia che spaccano le retine e troncano nervi ottici ancora giovani...


comunicato stampa

Sensualita'

Potremmo chiamare sensuale “La morte di Cleopatra” di Guido Cagnacci - anno 1658, tela di cm. 140 x 159,5 - opera del tardo periodo viennese dove il bellissimo corpo caldo e nudo dolcemente appoggiato su una seggiola di velluto rosso, ricamata d’oriente, viene venerato da donzelle piacenti, bellissime e ‘sensuali’. Cleopatra sembra soavemente addormentata. Non è voluttuoso quel morbido movimento che il corpo sembra mantenere e contenere nel gesto d’abbandono?

Ma anche le rigidezze algide che si rilevano in “Eleonora da Toledo” opera del Bronzino del 1545 possono definirsi sensuali. Eleonora, bella nella sua austerità, gelida nelle movenze, affascinante nel suo portamento fedele ed inflessibile, si compiace nel rappresentare una diversa forma di sensualità.

Ci sono chilometri di carta riempita di penna nera che parlano di sensualità (spesso vista indissolubilmente legata alla sessualità e alla passione). Nella Teoria dei due stadi di Freud l’amore è spiegato come sessualità sublimata le cui radici sono individuabili da una parte nella tenerezza e nella sensualità dall’altra.

Sensualità è il gioco d’azzardo infinito dove non ci sono luoghi proibiti e dove tutti i divieti diventano passioni. Capricci hollywoodiani, cerchi d’erba piegati dal sole, pigmenti inorriditi che fuggono perché abbagliati da fari fendinebbia che spaccano le retine e troncano nervi ottici ancora giovani. A volte ci scivola addosso con un’intensità languida, dolce, deliziosa e torpida, appena percepibile, come se tutto il mondo fosse diventato improvvisamente morbido e senza angoli retti. Altre volte ci assale in striature screziate con una veemenza dannata, dannosa, amata, verde variopinta, rossa scarlatta, azzurra fuoco, che non concede spensieratezze, un impeto affascinante, travolgente, intoccabile, che non lascia respiro ma che tutto travolge e che sempre, con un inchino rovescio, prima o poi se ne va via.

Anelli di fumo sospirati voluttuosamente. Marlene Dietrich era una donna dal fascino incontestato. Quali misteriosità nascondeva nei suoi occhi, nel suo sguardo seducente, nel suo movimento svogliato da far abbandonare e smarrire ogni razionale azione per una dimensione ingombra e satura di turbamenti?

Sensualità può essere un rapimento annegante di immaginazione. Come l’incubo della giovane e innocente dama che ripeteva a memoria Shakespeare assaporando il rito nuziale come la passione di Romeo & Giulietta e che si ritrovò scalza e imbrattata di sogni… “Non giurar sulla luna, l’incostante luna, per tema che anche l’amor tuo si dimostri al parer di lei mutevole”.

Giochi fluttuanti, sapienze ricamate nel tempo, sfrondate da lacci, ma che importa, il piacere è divino. Sensualità nelle cose più distorte, nelle forme sinuose, dei serpenti, delle inferriate in ferro battuto, nelle maniglie delle porte, nelle tazzine rococò, nell’odore di violetta, nel timbro del sassofono, nell’assaporare gesti accattivanti, nel perdersi in sguardi ambigui, nel percepire sillabe profumate che trasportano il pensiero, come flauti magici che recapitano desideri spinosi.

Supplire la mancanza di bellezza con un barattolo, anche grande, di Nutella è poca cosa e Brad Pitt non accetta una cena con sconosciuti.

Giuda Iscariota ci ha tentato, ha voluto avere Gesù tutto per sé e, amandolo follemente, ha detto due parole in più al vicino di tavola trovandosi tutt’un tratto appeso ad un albero. Però almeno Gesù l’aveva baciato.

Succede così, senza movimenti estremi, la sensualità sgorga da un serpente a sonagli sopito che inietta un veleno sinuoso, compiacente e azzanna, senza volerlo, la preda. Un corpo grondante di sudore non è una cosa piacevole ma per qualcuno può anche essere sensuale.

Per Freud la tragedia della ricerca della felicità attraverso il lavoro e l’amore è che alla fine conduce sempre all’angoscia e al dolore, perché l’individuo fa esperienza della propria incapacità di controllare gli istinti e si trova alla mercè dei poteri distruttivi dell’aggressività e dei propri sensi di colpa.

E l’arte?

Arrossisce e timidamente si ritrae.

E la sensualità?

Si fa divorare a fiumi e perfidamente non si lascia digerire.

Immagine: Antonella Prota Giurleo, Dafne, installazione

Artiste e artisti: Giuliana Bellini, Joyce Bloem e Suny Gardeur, Leonardo Cumbo, Eleonora del Brocco, Gretel Fehr, Gerardo Garcia e Serafina Balasc, Miguel Angel Gil, Giovanni Gurioli, Donatella Berra, Maria Grazia Musolino, Raùl Navarro, Josema Oliden, Antonella Prota Giurleo, Gianfranco Scafidi.

Curatore: Giuseppe Strano Spitu

Testo critico in catalogo: Donatella Airoldi

Feria de Monzòn
Monzòn (Huesca) - Spagna

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Sensualita'
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