La Feltrinelli Libri e Musica
Roma
via del Babuino, 39/40

Raffaele Iommi
dal 16/5/2005 al 5/6/2005
WEB
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Iommi Raffaele



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Raffaele Iommi



 
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16/5/2005

Raffaele Iommi

La Feltrinelli Libri e Musica, Roma

Biblioteche Infinite. L'opera dell'artista rilancia una riflessione sul valore della fisicita' dei libri e, oltre a proporre l'immagine archetipale del libro, la sua funzione mitica ravvisabile nei reperti di ogni cultura, evoca la nostalgia per la sua progressiva perdita .


comunicato stampa

Biblioteche Infinite

Prima di essere pittore, incisore, scultore e ceramista, Raffaele Iommi è un archeologo dell'immaginario che in ogni contesto è capace di sporgersi sulle profondità del primordiale per scoprirne nuovi campi di indagine nella ricerca di un linguaggio visivo cifrato che comunica emozioni e contenuti che vanno oltre i confini delle culture e delle lingue.

Nel linguaggio cosmopolita delle ricerche artistiche di inizio millennio che privilegiano interazioni culturali, artistiche e tecnologiche, l'opera di Iommi rappresenta un'esperienza che coniugando percezione, memoria e immaginazione ritrova gli antichi archetipi e li reinventa come se volesse proiettarli nel futuro caricandoli di nuove possibilità di espressione.

La sua è un' arte che vive in spazi e in tempi geografici e psicologici espansi per le sue forme-segni ricchi di valori simbolici i cui nuclei generativi racchiudono una memoria sociale e individuale stratificata nei meandri della coscienza e della tradizioni. Raccolto nella sua Portosangiorgio, per decenni ha cercato di creare strutture simboliche attraverso pittogrammi, trigrammi, esagrammi, ideogrammi e repertori segnici con cui ha elaborato una scrittura fatta di forme ancestrali che si fondono con forme rubate alle iconografie contemporanee. La ripetitività data dai moduli segnici che caratterizza ogni sua opera rimanda idealmente al paziente lavoro manuale dell'artigiano dei tessuti ,dello scriba e del calligrafo. Iommi infatti, nel suo metodo di lavoro misura momento per momento la sua azione creativa consapevole che ogni opera si costituisce nel duro lavoro del fare, attraverso una continua e seria riflessione tra prove ed errori per approdare ad una pittura-scrittura dove ogni segno dipinto acquista un valore semantico oltre che estetico.

Attraverso un percorso inventivo, fantastico, laborioso e raffinato, l'artista ha creato le Biblioteche Infinite, come a voler rievocare che la scrittura ha avuto origine dalla pittura e dal disegno ovvero dalla complementarità del sistema spaziale mano-occhio dei pittogrammi con quello temporale bocca-orecchio della fonazione, sistemi che costringono la parola a tradursi in segno grafico lineare che a sua volta consente al segno sonoro(parola) di tradursi in immagine.
Mallarmè scriveva che “ qualsiasi cosa al mondo esiste per finire in un libro “ ma nell'era delle rivoluzioni informatiche e delle biblioteche digitali i libri tendono sempre di più a smaterializzarsi con tutto quello che ne deriva. Ed in questo contesto l'opera di Iommi rilancia una riflessione sul valore della fisicità di libri, dove la parola si trasforma in immagine, attraverso una poesia visiva che oltre a proporre l'immagine archetipale del libro, la sua funzione mitica ravvisabile nei reperti di ogni cultura, evoca la nostalgia per la sua progressiva perdita .

Che Iommi abbia percepito la missione e il valore sacrale delle biblioteche lo dimostra lo scheletro strutturale delle sue composizioni costituito da linee verticali associato ad una visione frontale delle costole dei volumi allineati secondo un sistema di rappresentazione frontale tipico delle pitture parietali delle antiche civiltà. Questa scelta e coerenza compositiva, questo schema spaziale che privilegia la verticalità determinano l'equilibrio, l'unità organica e l'espressività dell'insieme dell'opera e conferiscono anche una sorta di aulicità alle immagini . Lo spazio delle Biblioteche Infinite, ,caratterizzato dalla presenza della direzione verticale e dei suoi connotati, perde perciò la sua valenza geometrica per assumere il carattere simbolico di uno spazio dilatato e potenzialmente infinito che ricollega idealmente ad un ordine cosmico superiore. La posizione dei libri, tutti delle stesse dimensioni e dello stesso formato, evoca così, l'immagine temporale del continuo, il concetto di infinito che unisce la temporalizzazione dello spazio ( linea, gesto della mano ) alla spazializzazione del tempo (parola come gesto sonoro- scrittura)
Sulle costole dei libri stretti insieme, i segni-forma creano immagini multicolori i cui livelli di significato sono multipli , diventano simboli polivalenti che richiamano le miriadi di identità altre, parlano di civiltà e luoghi dove si conservano frammenti di percorsi passati e rendono la qualità dell'espressione simile a un gioco di infiniti richiami e allusioni capaci di ricreare esperienze immaginarie perdute o inedite.

Le Biblioteche Infinite sono pensate non solo in termini di uno spazio ma anche di un tempo pluridimensionale con varie colorazioni. Come la Biblioteca di Babele di Borges, illimitata e periodica, anche le Biblioteche di Iommi rappresentano un universo dove le civiltà contengono un proprio tempo, tracciano infinite traiettorie viabili, diventano un luogo e uno spazio dove la Storia non è raffigurata per successione di periodi ma si manifesta nella contemporaneità e nella pluralità delle sue voci: sono immense biblioteche che appartengono a periodi storici, a latitudini geografiche e a dimensioni etniche e culturali indefinite.
Viene da domandarsi perché l'artista abbia dato un titolo al plurale e non al singolare alla sua mostra romana. Fin dai tempi più remoti ,l'uomo ha costruito le dimore del sapere prima con tavolette d'argilla, di pietra, di cera poi con rotoli di papiro e di seta, infine con libri di pergamena e di carta. E se da sempre la biblioteca è un luogo avvolto da un alone sacrale è perché nel corso della storia ha custodito libri con valore religioso e poteri magici che parlano di oracoli, di divinazione, di storia, di miti, di biografie, dei misteri dell'universo. La biblioteche occultano e rivelano la verità e questo spiega se la storia registra nel corso dei secoli distruzioni e roghi di importanti biblioteche da quella di Alessandria a quella medievale di Baghdad, da a quella di Loviano incendiata dai nazisti a quella di Nazionale di Sarajevo scomparsa di recente.

Biblioteche Infinite, questo titolo al plurarale sembra così voler alludere all'insieme di tutte le biblioteche costruite e distrutte dall'uomo, alla loro funzione conoscitiva che si rinnova nel tempo. In un periodo come quello attuale in cui i processi di planetarizzazione economica e tecnologica sembrano omologare anche i sistemi politici e a disgregare e cancellare le passate civiltà, le biblioteche rappresentano il punto di riferimento e di partenza per recuperare radici culturali e ricomporre identità .

Le costole dei volumi di Iommi con i loro segni criptici ed ermetici, con le loro immagini nitide, cariche di accordi e di sinfonie cromatiche, rappresentano quasi un sistema di geroglifici che parla per allusioni visive e per simboli. Se, come sostiene Cassirer, “ l'uomo è un animale simbolico”, Iommi riesce a trarre dalla realtà il senso strutturale che la governa attraverso i simboli. Forse lui conosce il significato di quei segni e di quelle immagini ma preferisce lasciarli in quell'ombra semantica che traccia una serie infinita di itinerari che partendo dalle civiltà e dai tempi piu' remoti sboccano tutti in spazi liberi e aperti. E' nella spazialità delle Biblioteche Infinite che la logica interiore di ciascuno di noi può riappropriarsi dell'essenzialità originaria della forma, per risalire ai suoi principi costitutivi e rifondare nuovi codici visivi ed espressivi che coniugano i primordi cifrati, miti, pensieri e segni magici dell'origine con la realtà virtuale del nostro tempo.

La Feltrinelli Libri e Musica
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