Figure, oggetti, stanze nella pittura italiana dagli anni '20 agli anni '60. La mostra intende indagare, attraverso le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del secolo scorso, tra cui Cagli, Pirandello, Casorati, Guttuso, Mafai, l'evoluzione di un genere cosi' fortemente caratterizzato della storia dell'arte in un periodo storico ampio e dai mutamenti a tratti impetuosi, ma anche, in controluce, i passaggi della societa' italiana
Figure, oggetti, stanze nella pittura italiana dagli anni '20 agli anni '60
A cura di Sergio Troisi
L'Ente Mostra di Pittura Contemporanea "Città di Marsala"
presenta, dal 10 luglio al 16 ottobre 2005, "Interni italiani. Figure, oggetti,
stanze nella pittura italiana dagli anni Venti agli anni Sessanta". Curata da Sergio
Troisi, direttore artistico del centro, la mostra intende indagare, attraverso le
opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del secolo scorso, tra cui Cagli,
Pirandello, Casorati, Guttuso, Mafai, non soltanto l'evoluzione di un genere così
fortemente caratterizzato della storia dell'arte in un periodo storico ampio e dai
mutamenti a tratti impetuosi, dagli anni Venti ai Sessanta, ma anche, in controluce,
i passaggi della società italiana assumendo un privilegiato oggetto e punto di
osservazione.
Il motivo delle figure in un interno è uno dei temi centrali dell'arte moderna,
continuamente indagato in tutte le sue varianti. Come esaltazione del décor
borghese, ma anche come gioco sottile di analisi d'ambiente e di introspezione
psicologica, come variazione sulla pratica del ritratto e, non di rado, come
contaminazione con un'altra iconografia stratificata, quella della natura morta. Le
figure in un interno restituiscono la fragilità che caratterizza ogni specchio
d'epoca: la tipologia degli appartamenti, il gusto dell'arredamento, la datazione
degli abiti, la ripetizione di gesti e pose che sono, anch'essi, rivelatori di una
società e di un costume.
Dalle opere di artisti quali: Casorati, Donghi, Marussig, Cagli, Birolli, Guttuso,
Mafai, Pirandello, Ferroni, Adami, emergono le trasformazioni delle relazioni tra i
personaggi e lo spazio abitato, le diverse modalità di percezione e rappresentazione
di oggetti e materiali, la differente saturazione espressiva e sentimentale di
stanze e appartamenti: dalla nitidezza straniata del Realismo Magico al disagio
nervoso degli anni Trenta, dallo spirito ansioso che anima tanta pittura degli anni
Cinquanta al confronto serrato e non più rinviabile con le materie della nuova
industrializzazione negli anni Sessanta. Anche se non rigidamente separate, e anzi
poste a confronto nella loro evoluzione, sono queste le sezioni della mostra.
Gli anni Venti vedono, infatti, una rappresentazione degli interni dove il carattere
lievemente stilizzato e monumentale di arredi e figure indicano la nuova dimensione
della realtà borghese; e dove comunque, nelle pose dei personaggi, traspare sia pure
controllata l'inquietudine moderna di cui il Realismo Magico è una delle componenti
fondamentali; negli anni Trenta invece il tonalismo di ambiente romano e poi il
raggruppamento di Corrente insistono su un nuovo sentimento di disagio, che carica
la pennellata e la materia di colore di una stesura nervosa in cui si riflette la
progressiva consapevolezza di una generazione; gli stessi ambienti e oggetti, umili
e quotidiani, lontani dall'eleganza del decennio precedente, denunciano una tensione
morale che prelude all'imminente dramma storico. Nel dopoguerra è soprattutto la
nuova periferia industriale a evidenziare un diverso quadro storico, di disillusione
ma anche di attenzione nuova nei confronti del paesaggio umano che abita stanze e
appartamenti dove si accampa una modernità che si confronta con l'esistenzialismo
filosofico, sino agli anni Sessanta, quando le immagini della società di massa e
dell'universo tecnologico ridisegnano gli ambienti e il rapporto con le cose.
A scandire l'itinerario della mostra opere come il "Ritratto di Anna Maria de Lisi"
di Felice Casorati (1918), nel quale la resa dell'interno dell'atelier trascrive un
nitido spazio architettonico raggelato ed accoglie il personaggio femminile come una
cristallizzazione della melanconia; il "Nudo con interno architettonico" di Mario
Sironi (1925), dove la dimensione solenne e monumentale tipica dell'artista
individua nel motivo dell'interno una classicità tragica; "Candida" (1927) e "Mamma
e Lelle col ritratto di Vitia" di Carlo Levi nei quali la dimensione quotidiana è
condotta con calibrata armonia di toni; il grande "Famiglia in campagna" di
Francesco Menzio (Accademia Carrara, Bergamo), vincitore del premio Bergamo 1942. Lo spazio ansioso di Fausto Pirandello nelle "Donne che si
pettinano", dove la materia di colore carica i personaggi femminili di un
gesticolare da tarantolate; il "Postribolo" di Alberto Ziveri (1937), che segna il
passaggio dell'artista a una figurazione di realismo scabro e disilluso; i non
luoghi della contemporaneità negli aeroporti di "Attesa di partire" di Piero
Guccione, sospesi in una luce immobile e rarefatta. Oltre sessanta opere provenienti
da collezioni pubbliche e private di tutta Italia.
Il catalogo è edito da Sellerio.
Immagine: Felice Casorati, Ritratto di Anna Maria De Lisi, 1918
Ufficio Stampa: Ku.ra, Rosi Fontana - tel. 050-9711343, fax 050-9711317 info@rosifontana.it
Ex Convento del Carmine
Piazza del Carmine, Marsala (TP)
Orari: 10/13 e 18/20
Ingresso: gratuito